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Liste Pd, infuria la polemica: "Nessuna donna in posizione eleggibile"

La Conferenza delle donne democratiche pugliesi: "Almeno 2 capilista dei proporzionali siano assegnati a donne scelte dai nostri territori”. Il consigliere regionale Amati: "Liste invotabili e illegali"

Nel Pd pugliese divampa la polemica contro le liste dei candidati alle elezioni politiche in programma il prossimo 25 settembre, così come sono state approvate nella serata del 15 agosto dalla direzione nazionale dei Democratici. A tenere banco è in particolare la questione della parità di genere. Il problema viene sollevato dalla “Conferenza regionale giovane democratiche di Puglia”, attraverso una nota stampa, denuncino come “nel lavoro di tessitura degli incastri tra Bari e Roma le donne perdono quota e cosi ci ritroviamo con ben 5 capilista uomini e nessuna donna candidata in posizione utile ed eleggibile”.

Il Pd candida i brindisini Elisa Mariano e Francesco Rogoli

“Solo pochi giorni fa - si legge nella nota - il Partito democratico ha presentato il suo simbolo elettorale in una conferenza stampa in cui si dichiara che vogliamo un'Italia democratica e progressista, un'Italia in cui il valore delle donne e la visione strategica femminile costituisce un valore aggiunto”. La conferenza delle donne democratiche ricorda come il segretario nazionale del Pd, Enrico Letta, “si era impegnato nella formazione delle liste a garantire il principio della parità di genere (come previsto dal nostro Statuto che riserviamo di impugnare) e della territorialità”, ma “di fatto, l'approvazione delle liste pugliesi per le politiche del prossimo 25 settembre risulta aver completamente dimenticato tali principi”. 

“Tra esclusioni, posizionamenti avvilenti ed obbligo di candidature di donne provenienti da altre regioni in posizioni utili – si legge ancora nella nota - il Pd Nazionale nega alla Puglia di poter avere in Parlamento la sua rappresentanza femminile. Nonostante i deliberati dei circoli e delle assemblee provinciali per le candidate pugliesi si lasciano solo 'candidature di servizio o di facciata”. 
Per quanto riguarda l’area del grande Salento (Lecce – Taranto – Brindisi), in particolare, si rimarca come questo territorio “non rappresentato da alcuna candidatura eleggibile del PD, ne tantomeno da una candidatura che risponda al requisito della territorialità motivo per cui temiamo una forte dispersione elettorale”. “Se il partito non vuole perdere totalmente la sua credibilità, o rischiare di perdere il voto delle donne – sostiene ancora la Conferenza delle donne democratiche - deve rispettare la parità di genere e soprattutto applicarla con fatti concreti. Davanti ad un’esclusione sistemica delle donne, davanti alla negazione del principio di parità democratica nella scelta dei capilista (5 uomini su 5) facciamo appello al segretario Letta e a tutto il partito affinché in Puglia almeno 2 capilista dei proporzionali siano assegnati a donne scelte dai nostri territori”.

Fabiano Amati: "Liste illegali"

Una forte polemica è stata sollevata anche dal consigliere regionale Fabiano Amati, secondo il quale “le liste del Pd Puglia non sono solo invotabili ma pure illegali”.” Violano infatti  - afferma Amati - una gran quantità di norme statutarie e in particolare quelle sulla parità di genere e quelle sulla contendibilità delle cariche”. 

“Chiedo dunque l’immediata modifica delle liste – afferma Amati - cancellando la totalità di capilista uomini e invertendo il genere dei capilista in almeno due collegi proporzionali della Camera, nella consapevolezza, comunque, che anche tale modifica non soddisferebbe l’ulteriore criterio violato della contendibilità. Ma meglio feriti che morti”. “Gli statuti nazionali e regionali del Partito Democratico – spiega il consigliere regionale - assicurano (art. 1 comma 9) che in ogni ambito istituzionale gli incarichi debbano essere resi contendibili, vale a dire non possono essere decisi da qualche capo o capetto, e che deve essere garantita la parità di genere a ogni livello (art. 3).  Nulla di tutto questo è accaduto e in Puglia ciò ha assunto anche le caratteristiche farsesche, basti aprire gli archivi delle parole al vento e si ritroveranno perle di radicalismo legalitario che poi si disonora quando non fa ai propri comodi”.  

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