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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica Fasano

Politica e droga, le intercettazioni. Arnese era in mano ai Gallo

FASANO - Nato ad Altamura 57 anni fa, padre di due figli. Medico anestesista in forza all’ospedale Umberto I di Fasano e politico in carriera. Consigliere comunale eletto nelle liste dell’Udc prima, assessore ai servizi sociali e alla sanità poi, in quota all’esecutivo guidato dal sindaco Vito Ammirabile che lo conferma nel ruolo malgrado la defenestrazione degli uomini in quota all’Udc. Sopravvissuto abilmente alla epurazione si ricandida nel 2007 al fianco della coalizione capeggiata dal futuro sindaco e collega Lello Di Bari, e fa incetta di voti incassando la palma di primo degli eletti nel partito di Casini. Dopo una serie di vicissitudini, di natura squisitamente politica, riottiene l’incarico, dal quale sarà destituito per debacle dell’intera giunta fasanese datata estate 2009. Il tracollo è, anche questa volta, solo temporaneo: Lello Di Bari dimostra di non dimenticare amici e colleghi, e propone il nome di Leonardo, detto Dino, Arnese, alla presidenza del Centro Agroalimentare della Selva, almeno fino a ieri. Pubbliche virtù e vizi privatissimi.

FASANO - Nato ad Altamura 57 anni fa, padre di due figli. Medico anestesista in forza all’ospedale Umberto I di Fasano e politico in carriera. Consigliere comunale eletto nelle liste dell’Udc prima, assessore ai servizi sociali e alla sanità poi, in quota all’esecutivo guidato dal sindaco Vito Ammirabile che lo conferma nel ruolo malgrado la defenestrazione degli uomini in quota all’Udc. Sopravvissuto abilmente alla epurazione si ricandida nel 2007 al fianco della coalizione capeggiata dal futuro sindaco e collega Lello Di Bari, e fa incetta di voti incassando la palma di primo degli eletti nel partito di Casini. Dopo una serie di vicissitudini, di natura squisitamente politica, riottiene l’incarico, dal quale sarà destituito per debacle dell’intera giunta fasanese datata estate 2009. Il tracollo è, anche questa volta, solo temporaneo: Lello Di Bari dimostra di non dimenticare amici e colleghi, e propone il nome di Leonardo, detto Dino, Arnese, alla presidenza del Centro Agroalimentare della Selva, almeno fino a ieri. Pubbliche virtù e vizi privatissimi.

Alla biografia in pillole del medico con la passione per la politica, fa da contraltare un altro ritratto, assai inquietante, quello emerso dalle intercettazioni telefoniche che lo vedono costantemente in contatto con Giovanni Gallo e la cricca di presunti spacciatori in azione nella piazza fasanese. Icona insospettabile di uomo pubblico completamente asservito alla ghenga, piegato dal bisogno di tossicodipendente avvezzo al consumo di eroina, ma anche cocaina secondo gli inquirenti, e di candidato a caccia di voti, dovunque e da chiunque provengano. “Perché ricordati che io non ti abbandono mai… ho mosso mari e monti, ricordati”. E’ questa frase, tratta dalle oltre cento pagine di conversazioni intercettate sull’utenza telefonica intestata all’Azienda sanitaria locale, in uso al medico anestesista, che suggella secondo gli inquirenti il rapporto di straordinaria familiarità con il gruppo di spacciatori.

Da Gallo e la compagna albanese, con i quali intrattiene conversazioni seguite da incontri, anche più volte al giorno, Arnese si congeda ogni volta con nomignoli affettuosi, del tipo “amore”, o “ti mando un bacio”. Premure rivolte a lui ma anche a lei. Il medico non è al riparo dalla ossessione assai diffusa che il suo telefono, o quello dei propri compagni di ventura, sia intercettato. E non sbaglia. Parla di “ricette”, “appunti”, “documenti”, “certificati”, tentando di eludere cattive interpretazioni da parte di potenziali investigatori all’ascolto. Prudenza che non è bastata a metterlo al riparo dalle deduzioni, granitiche e univoche, dei pubblici ministeri Silvia Nastasia e Alberto Santacatterina.

Sostegno elettorale. Dai sodali del gruppo, in cambio di tanta sollecitudine, ottiene prestazioni legate non solo allo spaccio. Gallo & Co si premurano di fare incetta dei voti per conto del proprio candidato. “Eh…poi digli io siccome ho bisogno… lui mi doveva dare una mano per quella questione elettorale… tra l’altro…”, è una delle frasi rivolte a Jeriselda Dane, la compagna del capo, che sembra non ammettere doppie interpretazioni.  Come quando chiede a Gallo di procurargli almeno “cinque rappresentanti di lista”. E ancora quando, al termine delle amministrative 2007, il sindaco neoeletto e gli uomini dello schieramento organizzano un rinfresco per ringraziare i sostenitori. Il primo pensiero di Arnese, anche in questa occasione, è per Gallo, lo invita al banchetto per gli elettori, e quello risponde perplesso, non vuole imbarazzare nessuno.

Tocca al medico-consigliere, rassicurarlo: “ Cioè. com’è? Io sono il segretario del mio partito faccio gli inviti per il mio partito e devo fare il permesso a … Lello mò … a lui … io porto chi voglio … tu fai parte del mio partito ormai … (ride) … che cazzo deve chiedere il permesso …”, e Gallo di rimando: “Per non mettere in imbarazzo nessuno lo faccio io, lo sai! …”. Il medico, non ammette ulteriori repliche: “ Ehi! Giovanni tu … gli amici miei … gli amici miei non mettono in imbarazzo nessuno … chi non vuole gli amici miei non vuole a me …”.

Sempre a disposizione del gruppo. Il soccorso pare essere del tutto reciproco. E’ al suo principale interlocutore, che Arnese si rivolge sottolineando lo zelo (“ho mosso mari e monti”) con cui ha cercato di intercedere presso il Sert al fine di ottenere l’iscrizione del presunto pusher nelle liste delle persone sottoposte a trattamento disintossicante: Gallo è stato arrestato, siamo sempre nel 2007, per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio in quel di Bari. L’iscrizione è essenziale per ottenere, quanto meno, la concessione dei domiciliari al prezioso fornitore finito in cella. Non è l’unico favore che il medico presta al presunto capo dello spaccio in terra fasanese. Dino Arnese si precipita in ogni dove ogni qual volta il pusher ne abbia bisogno.

Per cure straordinarie ai famigliari di Gallo. Per sollecitare aborti terapeutici nei confronti di amiche segnalate sempre da Gallo. Per assistenza medica al padre Ugo, finito in ospedale dopo un accoltellamento. La stessa sollecitudine prestata in forza del proprio ruolo di pubblico amministratore nel Comune fasanese: è sempre grazie ad Arnese, secondo gli inquirenti, che Gallo chiede e ottiene assegni d’assistenza per i propri figli. Solerzia prestata anche per esercitare pressioni nei confronti dei propri colleghi, alla bisogna.

L’ipotesi di favoreggiamento. Risale al 6 ottobre 2007 il fatto di sangue in cui Arnese rimane coinvolto, con tutte le conseguenze del caso a suo carico. Gallo e i suoi hanno appena inflitto una severissima punizione nei confronti di un malcapitato concorrente attivo sulla loro stessa piazza di spaccio. L’azione punitiva, demandata all’iniziativa di Ugo Gallo e il figlio Antonio, braccio operativo del gruppo, costringe la vittima a ricorrere alle cure mediche ospedaliere. L’uomo, per il quale i sanitari temono la rottura della milza a seguito delle percosse, viene trasferito dall’ospedale di Fasano a quello di Ostuni.

Di fronte ai medici nega egli stesso, dice d’essersi fatto male cadendo e si guarda bene dal denunciare i propri aggressori. Subito dopo il trasferimento Arnese si preoccupa di contattare Gallo, che rassicura con queste parole: “Mi ha fatto solo perdere tempo non ha rotto la milza...non ha rotto niente ... niente... nemmeno le costole ha rotte un cazzo...non ha rotto il setto nasale non ha rotto niente...il cranio è tutto apposto...eh!... lui poi insiste nel dire che è caduto da solo... accidentale...quindi ho detto al mio collega di non chiamare nemmeno i carabinieri... insomma mi dovrei sbrigare presto dai... sarà che " posso passare a dare un bacio alla bambina ".

Le cessioni di droga al Comune e in ospedale. “Un bacio alla bambina”. E’ una delle espressioni più ricorrenti, dall’apparenza innocente, dietro alla quale si nasconde la ricerca ossessiva dei favori del pusher, e della merce in suo possesso. La parabola esistenziale descritta dalle conversazioni è quella di un tossicodipendente in stato di gravissima prostrazione. Cerca Gallo e sua moglie più volte durante la stessa giornata. Nei fine settimana si preoccupa di procurarsi razioni doppie dello stupefacente, idem in occasione delle partenze. E’ a ridosso di un week, che raccomanda una fornitura di “appunti in doppia copia”, di modo che possa “studiarli” durante la propria assenza da Fasano. Ai solleciti i pusher rispondono con zelo pari a quello prestato dal medico in loro favore, si attivano senza porre tempo in mezzo, si adirano con i sodali se non fanno in fretta.

Il medico è la gallina dalle uova d’oro che non hanno nessuna intenzione di lasciarsi sfuggire, cliente prezioso e straordinariamente puntuale nei pagamenti. Uno che “si mette la mano sulla coscienza”, quando si tratta di onorare un debito. La cessione delle sostanze avveniva, regolarmente, tanto al Comune quanto in ospedale, senza troppe precauzioni, come emerge da una delle telefonate con Jeriselda     Dane. E’ la donna che chiama il medico, dicendosi pronta a prestare il proprio servizio, al che l’amministratore risponde: “Io sto in consiglio comunale ma se vuoi posso scendere senza problemi!...E sali da me sali... sali sopra!... Ti aspetto in mezzo alle scale!..” Accadrà anche, come si evince puntualmente dalle intercettazioni, che il medico ritardi l’inizio degli interventi chirurgici a cui è chiamato, o a viaggi d’urgenza delle ambulanze, per ricevere i pusher in ospedale, stretto evidentemente dal proprio bisogno di tossicodipendente.

La lettera anonima alla direzione sanitaria. Fino al dicembre 2007. E’ in questa data che una lettera anonima indirizzata al direttore sanitario avverte l’azienda ospedaliera delle condizioni di Leonardo Arnese. La lettera denuncia la stretta nella morsa della droga da parte del medico, che viene puntualmente fatto oggetto di ispezioni sanitarie e sottoposto ad analisi utili a rilevare la presenza di stupefacenti nel sangue. E’ l’inizio di un inferno al quale il medico si sottopone tentando dapprima di aggirare i controlli contattando direttamente gli ispettori indirizzati per i controlli, cercando poi di capire quali siano i tempi utili per aggirare i rilievi.

Capitola solo quando capisce, chiaramente, che nessuno è disponibile a prestarsi al gioco, sottoponendosi quindi ad una cura disintossicante tramite Subutex, farmaco somministrato agli assuntori di eroina, che si procura dagli stessi spacciatori. E’ a questo punto che si delinea un principio di drammatica consapevolezza della propria condizione. Alla compagna, prostrata a sua volta dal dolore, confessa: “Basta...basta...voglio una vita normale... voglio un figlio...voglio fare la persona per bene…”.

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