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Porto: stop dal Consiglio di Stato

OSTUNI – Non c’è pace nelle acque del golfo della Città bianca. Nel giorno stesso in cui i carabinieri hanno posto sotto sequestro i pontili di “Dimensione Mare” e “Centro nautico”, da Roma è rimbalzata una tegola sul porticciolo del futuro: il Consiglio di Stato, su ricorso in appello delle società “C.R. Costruzioni” e “Fraver” (capitanate dal gruppo che fa capo all’imprenditore cegliese Rocco Cavallo e assistite dall’avvocato Natalia Airò), ha sospeso gli atti della Regione relativi al bando per la riqualificazione del porticciolo, in attesa che nel merito della controversia si esprima il Tribunale amministrativo regionale.

OSTUNI – Non c’è pace nelle acque del golfo della Città bianca. Nel giorno stesso in cui i carabinieri hanno posto sotto sequestro i pontili di “Dimensione Mare” e “Centro nautico”, da Roma è rimbalzata una tegola sul porticciolo del futuro: il Consiglio di Stato, su ricorso in appello delle società “C.R. Costruzioni” e “Fraver” (capitanate dal gruppo che fa capo all’imprenditore cegliese Rocco Cavallo e assistite dall’avvocato Natalia Airò), ha sospeso gli atti della Regione relativi al bando per la riqualificazione del porticciolo, in attesa che nel merito della controversia si esprima il Tribunale amministrativo regionale.

A darne notizia è lo stesso imprenditore cegliese, che in una lunga nota spiega le ragioni del ricorso e attacca Comune e Regione, accusando entrambi gli Enti di favorire la scalata di Italia Navigando al porto di Villanova.

Parte dal principio Cavallo, ricostruendo le tappe: “I lavori previsti - premette - erano ricompresi nell’elenco triennale delle opere pubbliche 2006-2008. Il Comune di Ostuni con avviso del 14/07/2006 invitava gli interessati a presentare offerta, mediante la procedura del project financing, ai sensi del Decreto legislativo 163/2006. Entro il termine previsto dall’avviso fissato per il 31/12/2006, in ordine di arrivo pervennero le uniche due proposte progettuali e precisamente quelle formulate dalla  Marina di Ostuni e dall’Ati CR Costruzioni Srl-Fraver Srl”.

E qui giù i primi veleni: “L’ordine di apertura delle buste – afferma Rocco Cavallo - non rispettò l’ordine di arrivo, come è consuetudine procedere quando vi sono solo due proposte progettuali, alimentando sospetti sull’accaduto a causa del fatto che la proposta formulata dall’Ati CR-Fraver fu l’unica ad essere aperta”.

Cavallo poi prosegue: “Successivamente l’intero procedimento di gara si bloccò inspiegabilmente, motivo per cui il Comune di Ostuni venne ufficialmente diffidato ad avviare la fase conclusiva, per decorrenza dei termini ormai ampiamente scaduti.

Durante il periodo di sospensione, la società Italia Navigando, con l’intento di scavalcare il procedimento di gara in corso ricorse al Dpr 509/97, presentando formale istanza di concessione demaniale. Il Comune inspiegabilmente decise di far prevalere l’iniziativa privata della Italia Navigando rispetto al project in corso, violando di fatto una gara rimasta senza traguardo e già ampiamente compromessa con l’apertura della sola busta Ati CR- Fraver”.

“Ed è così che si è giunti ad effettuare una 2a pubblicazione, riaprendo le porte ad una nuova competizione più allargata con  Italia Navigando in cabina di regia, mentre si obbligava i partecipanti del project, pena l’esclusione, all’adeguamento delle nuove procedure. In altri termini si è deciso di spostare il procedimento concorsuale su un’altra pista parallela, concedendo ad uno dei concorrenti un margine di vantaggio".

"Durante lo svolgimento procedurale del blasonato Dpr 509/97, Italia Navigando beneficia di un’ulteriore agevolazione, non solo finora concessa dal Comune di Ostuni con l’annullamento del Project, ma anche consacrata dall’Ente Regionale, che da buon padre di famiglia, accortosi delle lacune presenti nella proposta presentata, determina per convenienza il rinnovo del procedimento di gara, dando atto ad una nuova ed ennesima sfida”.

Per Cavallo risulta chiaro “che si doveva a tutti i costi, salvaguardare ancora una volta Italia Navigando da una possibile ed imminente esclusione, sottraendola di fatto ad un giudizio che ai sensi del Dpr 509/97 doveva passare in conferenza dei servizi, non formalmente avvenuta, negando la possibilità di effettuare una valutazione o comparazione con tutte le altre proposte pervenute”.

Da qui la decisione di fare ricorso: “Annullare la procedura del Dpr 509/97 come è successo già per il Project, significava  in sostanza, dare una nuova possibilità di partenza alla Italia Navigando, motivo per cui abbiamo fatto ricorso in appello al Consiglio di Stato, che con l’ordinanza del 14 settembre 2011, ha dato una secca battuta d’arreso al 3° tentativo di pubblicazione di una gara ormai  interminabile e senza  regole esclusive. Allo stato pertanto, rimane aperto un procedimento che vede a confronto quattro progetti concorrenti sottoposti a possibile valutazione in sede di conferenza di servizi”.

Il consigliere regionale Giovanni Epifani, intanto, invita il Comune a sollecitare un pronunciamento urgente del Tribunale amministrativo regionale: “Il ricorso depositato presso il Consiglio di Stato e che nella sostanza si appella alla tesi, sbagliata, secondo la quale dovesse essere il Comune di Ostuni e non la Regione a convocare la Conferenza di servizi, troverà adeguata risposta dal Tar, chiamato ad esprimersi nel merito”.

Quello attuale è un porticciolo turistico da circa 300 posti barca (per natanti della lunghezza massima di 18 metri), protetto da due moli: il molo di levante lungo 70 metri, banchinato e munito di bitte e il molo di ponente lungo 280 metri. Cinque, ad oggi, le aree per il diporto, compresa quella gestita dalla Lega Navale.

Essenziali i servizi offerti all’interno dell’area: rifornimento carburante tramite autocisterna, fontanella, acqua ed energia elettrica, scivolo, illuminazione banchine, scalo d'alaggio, gru mobile da 20 tonnellate, rimessaggio all'aperto, riparazione motori, riparazioni elettriche, riparazione scafi in vetroresina, riparazione vele, guardianaggio, pilotaggio, ormeggiatori, sommozzatori, ritiro rifiuti, servizio meteo, servizi igienici e docce.

Il resto è da programmare, progettare, costruire, finanziare. Controversie permettendo.  Il piano di recupero (un investimento da 14 milioni di euro) prevede l’ampliamento e una riorganizzazione dei posti barca, al fine di creare le condizioni per ospitare imbarcazioni da 7 sino a 20 metri. L’intervento riguarderà anche la realizzazione di parcheggi, centro servizi e un distributore di carburante.

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