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Documento/ "Nuova Provincia, evitare l'occupazione da parte della politica"

A ottobre saranno eletti il nuovo presidente, la giunta ed il consiglio provinciale non più su designazione dei cittadini, ma dei consigli comunali del territorio. Non riceveranno compensi e dovranno gestire i servizi di area vasta, e soprattutto dovranno preparare il terreno alla definitiva abolizione delle Province già prevista dalla rifoema costituzionale

A ottobre saranno eletti il nuovo presidente, la giunta ed il consiglio provinciale non più su designazione dei cittadini, ma dei consigli comunali del territorio. Non riceveranno compensi e dovranno gestire i servizi di area vasta, e soprattutto dovranno preparare il terreno alla definitiva abolizione delle Province già prevista dalla rifoema costituzionale, e il passaggio di molte deleghe ai Comuni. Ma c'è il rischio che ancora una volta la politica prenda d'assalto i nuovi organismi snaturandone il compito per asservirli ad esigenze personalistiche e particolaristiche. L'area Cuperlo del Pd brindisino ha prodotto un documento, che pubblichiamo, mettendo in guardia da questo pericolo.

I rappresentanti che nell'ultimo congresso hanno sostenuto in provincia di Brindisi Gianni Cuperlo, rifuggendo da qualsiasi logica correntizia di gestione e di direzione politica del partito, ritenendo il Pd un partito plurale dove possono e devono convivere pensieri e opinioni diversi, rivendicano da tempo sedi e occasioni di confronto allargato. Sara' organizzato nelle prossime settimane un incontro pubblico e aperto a quanti, aldilà degli ultimi schieramenti congressuali, sono interessati al confronto delle idee per fare un Pd  più forte e caratterizzato anche in previsione delle prossime scadenze elettorali (primarie ed elezioni regionali).

Il PD deve fare del confronto interno ed esterno uno strumento indispensabile per il suo radicamento e per il continuo miglioramento della propria funzione. Uno di questi argomenti su cui è indispensabile un confronto è la  questione del superamento delle Province, del ruolo dei territori e dei Comuni, la definizione degli assetti di una governance (transitoria e provvisoria) che non può essere affrontato nella solita e ristretta logica di spartizione interna o tra partiti come se fosse una semplice e tradizionale scadenza elettorale. E' con questo spirito che si sottopongono al Pd, e non solo ad esso, queste riflessioni.

Il futuro del territorio, i nuovi assetti istituzionali, richiedono coraggio innovativo e progettualità e non possono scadere in un mercato per aspiranti e provvisori consiglieri provinciali o per presidenti senza un minimo di idee e di un programma di cose da fare in previsione del definitivo superamento delle Province già sancito dalla riforma costituzionale nel primo passaggio parlamentare.

La riforma delle Province varata dal Parlamento, sulla base della proposta Renzi – Delrio, risponde senza dubbio ad esigenze di risanamento della finanza pubblica, di riduzione dei costi della politica, ma soprattutto  alla necessità di obiettivi di snellimento e razionalizzazione delle istituzioni locali.

I membri dei futuri organi di governo, che saranno eletti ad ottobre dai consigli comunali competenti, dovranno garantire il passaggio da un territorio che si è riconosciuto fino adesso in precisi confini istituzionali e amministrativi provinciali ad un ruolo di autogoverno associativo tra Comuni. Il compito dei futuri organi di governo (presidente, giunta e consiglio provinciale), sarà quello di traghettare l’ente Provincia sino alla definitiva soppressione che avverrà con la riforma costituzionale e che permetterà a Comuni e Regioni di acquisire maggiori poteri e competenze in merito alla gestione degli interessi delle rispettive comunità locali.

In un contesto di un nuovo sistema delle autonomie locali articolato sulle funzioni di Comuni e Regioni, è necessario ripensare, tra l'altro, l’organizzazione e la disciplina delle attività di area vasta. E' errato pensare che con la scomparsa delle Province sia destinata ad essere smantellata l’attività di pianificazione e programmazione di area vasta, che è ormai una realtà consolidata in tutto il territorio nazionale: basti pensare ai piani sociali di zona nei servizi sociali, ai piani intercomunali sulla viabilità, ai sistemi turistici di area vasta, alle stazioni uniche appaltanti in servizi, beni ed opere pubbliche che partiranno dal 2015.

Nel nuovo sistema della autonomie, quindi, tale attività coinvolgerà ancora di più i Comuni, con la costituzione di strutture associative organizzate dagli enti locali secondo parametri di omogeneità economica, sociale, turistica, ambientale, storica; in questo nuovo quadro, i Comuni del brindisino dovranno essere chiamati a compiere delle scelte importanti e strategiche per il territorio.

Tutto questo permette di comprendere come i nuovi organi di governo della Provincia di Brindisi debbano porsi il problema di creare le condizioni affinché tutto questo nuovo impianto di cooperazione, collaborazione e sinergia tra Comuni limitrofi  e omogenei possa vedere la luce con strumenti e scelte adeguate, compresi quelli della migliore utilizzazione delle risorse umane, prescindendo da logiche di equilibri interni ai partiti e di tradizionali alleanze tra partiti per concentrarsi sulla sfida che la comunità politica ha davanti a sé.

La fase costituente dei nuovi livelli di governo territoriali richiede ben altro che mere candidature e liste costruite per posizionarsi per future scadenze elettorali o per accontentare qualche deluso o qualche proprio amico. Il nuovo e provvisorio consiglio provinciale potrà essere davvero il banco di prova di questa nuova riorganizzazione del territorio, un luogo in cui il dialogo politico ed istituzionale non avrà più  come protagonisti i partiti politici, le coalizioni, i movimenti, bensì i Comuni, con le relative specificità e rappresentanze.

E’ per questo che pare opportuno lanciare l’idea di un superamento di vecchie logiche spartitorie  auspicando, per esempio, che il nuovo consiglio provinciale venga composto innanzitutto da sindaci, garantendo una  rappresentanza equilibrata territorialmente.

Questa proposta intende collocare la  elezione del consiglio provinciale tra i passaggi propedeutici alla nascita delle unioni tra Comuni omogenei, perché la storia, gli aspetti sociali ed economici, geografici di ciascun territorio possono essere messi in correlazione tra loro attraverso criteri di omogeneità che già si  erano manifestati in provincia di Brindisi  durante il dibattito sulla proposta del primo piano di riordino avanzata dal governo Monti e che oggi costituiscono gli elementi necessari per costruire un progetto di sviluppo del territorio che parta dai Comuni, gli enti più vicini e prossimi alle nostre comunità.

Se il Partito Democratico sarà capace di portare avanti questo progetto dimostrerà grande lungimiranza e senso delle istituzioni, in un momento storico in cui si sta ridefinendo la riorganizzazione complessiva dello Stato e delle autonomie, in un’attività complessa che necessita indispensabilmente dell’apporto e della responsabilità di tutti gli attori locali.

(Giuseppe Tagliente  direzione regionale PD, Carmine Dipietrangelo assemblea regionale PD, Francesco Rogoli segretario circolo PD Mesagne, Cristiano D'Errico assemblea regionale PD, Loredana Legrottaglie segreteria e direzione regionale PD, Francesca Riccio assemblea regionale PD, Sonia Rubini assemblea regionale PD, Michele Carriero assemblea nazionale PD)

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