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"Province: partire da servizi e sviluppo"

BARI - La questione non può essere affrontata - come sta avvenendo a Brindisi - nel clima di uno scontro tra fazioni politiche, o ponendo condizioni propagandistiche e assai poco realistiche. I nuovi assetti territoriali amministrativi devono tenere innanzitutto conto di due cose: le esigenze di rilancio dell'economia, quindi le compatibilità poste soprattutto dalle linee di sviluppo; la qualità e la garanzia dei servizi per i cittadini, dalla sanità, alla giustizia, al fisco, alla scuola, ai trasporti. Lo dicono i sindacati confedereali Cgil, Cisl e Uil dopo un incontro avvenuto ieri l'altro a Bari con l'assessore regionale Marida Dentamaro, e riportano sulla terra il confronto in atto tra amministrazioni locali, e all'interno delle stesse tra le forze politiche.

BARI - La questione non può essere affrontata - come sta avvenendo a Brindisi - nel clima di uno scontro tra fazioni politiche, o ponendo condizioni propagandistiche e assai poco realistiche. I nuovi assetti territoriali amministrativi devono tenere innanzitutto conto di due cose: le esigenze di rilancio dell'economia, quindi le compatibilità poste soprattutto dalle linee di sviluppo; la qualità e la garanzia dei servizi per i cittadini, dalla sanità, alla giustizia, al fisco, alla scuola, ai trasporti. Lo dicono i sindacati confedereali Cgil, Cisl e Uil dopo un incontro avvenuto ieri l'altro a Bari con l'assessore regionale Marida Dentamaro, e riportano sulla terra il confronto in atto tra amministrazioni locali, e all'interno delle stesse tra le forze politiche.

"Il 20 settembre le segreterie confederali e del pubblico impiego regionali hanno incontrato l’assessore al Federalismo della Regione Puglia, Marida Dentamaro. L’incontro, da noi sollecitato, si è dimostrato utile e necessario - fanno sapere le segreterie confederali regionali - anche per provare a fare chiarezza rispetto al quadro complicato che deriva dal provvedimento sulla revisione della spesa, (L. 135/12 e dal decreto 95/12) recante, tra gli altri, la revisione dell’assetto istituzionale e territoriale, nonché la riforma delle Province".

"Abbiamo sottolineato e rivendicato, quali organizzazioni che rappresentano interessi generali, che il complicato quadro determinato dai provvedimenti in questione crea - dicono i sindacati - di certo scompiglio e preoccupazione; tuttavia a noi e a chi rappresenta le istituzioni, Regione per prima, è chiesta responsabilità nella gestione di questa fase. Guardare al bene comune, all’interesse dei territori e alla garanzia che non ne risenta lo sviluppo già così duramente messo alla prova dalla pesantissima crisi economica e dalla recessione non più negabile, è questo il compito arduo in gioco che spetta alla Puglia", avvertono Cgil, Cisl e Uil.

Altra priorità "nella definizione di un proposta regionale, che noi auspichiamo anche condivisa con il sistema delle autonomie locali (l’Anci e l’Upi), deve far prevalere la garanzia dei servizi per i cittadini e per il lavoro", aggiungono i sindacati confederali. "Territorio, servizi, lavoro, quindi devono guidare una proposta di riorganizzazione, anche se già dettata da norme capestro i cui i tempi non favoriscono la piena condivisione delle scelte e la necessaria democrazia nelle relazioni".

Poi c'è il richiamo alla responsabilità della politica: "Decidere in Puglia con il massimo del consenso sarebbe segno di una maturità delle classi dirigenti coinvolte, che proprio in una fase di crisi delle responsabilità, morali e istituzionali, dovrebbero agire nell’interesse dei cittadini e soprattutto del bene comune. Noi, il sindacato confederale e generale, agiremo perché questo possa realizzarsi. Ogni utile azione che potremo porre in essere perché ciò si realizzi, sarà da noi favorita e praticata, anche pubblicamente".

Per quanto riguarda Brindisi, se si dovesse valutare soprattutto il giudizio dei cittadini, la strada è inequivocabile: il sentire comune dice Brindisi e Lecce insieme (ma questo non è realizzabile secondo i parametri proposti dal governo nazionale come limite di popolazione, perchè Lecce è autosufficiente, Taranto non lo sarebbe da sola), o come seconda opzione le tre province ionico salentine unite in un unico distretto amministrativo. Questo, almeno, indica anche il sondaggio di BrindisiReport.it che ad oggi sulla base di un campione di circa 1100 partecipanti pone in questo ordine le possibilità di fusione territoriale: Lecce e Brindisi insieme, 60%, Lecce con Brindisi e Taranto 29%, e solo l'11% per l'ipotesi Brindisi e Taranto.

La ricostituzione della antica circoscrizione di Terra d'Otranto è stata presa in considerazione anche nella riunione di ieri dell'Unione regionale province pugliesi (Urpp), alla quale non ha partecipato il presidente Massimo Ferrarese facendosi rappresentare dal'assessore Antonio Martina. In questa sede il presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido, ha "disattivato" ciò che aveva detto in un precedente incontro convocato da Ferrarese, cui avevano partecipato soli i sindaci Mimmo Consales e Ippazio Stefàno, lo stesso primo cittadino della città ionica (Brindisi e Taranto insieme con due capoluoghi), dichiarandosi aperto alla possibilità della fusione delle tre province con Lecce capoluogo, ipotesi che anche il presidente Antonio Gabellone sosterrebbe, a patto - appunto - che sia Lecce l'epicentro amministrativo.

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