Provincia, Pd e Ferrarese ai ferri corti su metodi di governo e sistema delle decisioni
BRINDISI - Braccio di ferro fra Partito democratico e presidente della Provincia Massimo Ferrarese. Cambiano i rapporti di forza in seno al consiglio provinciale, la campagna acquisti di Ferrarese ha ingrossato le fila del gruppo consigliare collegato alla civica che porta il nome del presidente, e i numeri oggi dicono che il Partito democratico non è il primo partito di maggioranza. L’effetto immediato del cambiamento non sembra tuttavia giovare alla solidità del governo provinciale. La cartina di tornasole è l’esito del consiglio provinciale fissato per il 27 aprile scorso, due giorni fa. La riunione contava questioni essenziali all’ordine del giorno, come la revoca della delibera che nominava tre rappresentanti della Provincia in seno all’assemblea del Consorzio Asi, adempimento obbligato stante – come ha rilevato la Regione Puglia – la non corrispondenza alla nuova normativa in materia varata a suo tempo dal consiglio di via Capruzzi, in riforma della vecchia legge sulla gestione delle zone industriali.
BRINDISI - Braccio di ferro fra Partito democratico e presidente della Provincia Massimo Ferrarese. Cambiano i rapporti di forza in seno al consiglio provinciale, la campagna acquisti di Ferrarese ha ingrossato le fila del gruppo consigliare collegato alla civica che porta il nome del presidente, e i numeri oggi dicono che il Partito democratico non è il primo partito di maggioranza. L?effetto immediato del cambiamento non sembra tuttavia giovare alla solidità del governo provinciale. La cartina di tornasole è l?esito del consiglio provinciale fissato per il 27 aprile scorso, due giorni fa. La riunione contava questioni essenziali all?ordine del giorno, come la revoca della delibera che nominava tre rappresentanti della Provincia in seno all?assemblea del Consorzio Asi, adempimento obbligato stante ? come ha rilevato la Regione Puglia ? la non corrispondenza alla nuova normativa in materia varata a suo tempo dal consiglio di via Capruzzi, in riforma della vecchia legge sulla gestione delle zone industriali.
Consiglio saltato per mancanza del numero legale: ben nove membri della maggioranza (4 del Pd) hanno disertato l?aula di Palazzo De Leo nel momento cruciale. Ora, le designazioni, che devono essere una per gli enti preposti, vale a dire i Comuni di Brindisi, Francavilla Fontana, Fasano e Ostuni, più Camera di Commercio e Provincia, appunto, devono pervenire entro la fine di aprile. Hanno già provveduto quasi tutti, basta un decreto presidenziale o sindacale. Ma va revocata la precedente designazione.
I conti insomma, paradossalmente non tornano, e il Pd ha scelto la strada del confronto a viso aperto con il presidente. Un primo incontro al fulmicotone è andato in scena sabato prima di Pasqua, quando una nutrita componente del Pd ha incontrato il leader maximo dell?ente provinciale, primo round non ancora concluso. Qui Ferrarese pare si sia esercitato nell?arte di attribuirsi i meriti del successo nel voto del 2009, cercando di tenere sotto la testa al Pd. Fra le fila dei democratici il consigliere provinciale (e regionale) Giovanni Epifani che viene subito al sodo: ?Abbiamo voluto un chiarimento di metodo e di modo per l?attuazione di quel programma, condiviso, che ha portato questa coalizione alla vittoria elettorale, e lo dobbiamo innanzitutto ai nostri elettori. Non possiamo apprendere le decisioni del presidente dai media, come puntualmente accade ogni mattina, è necessario che ogni decisione, nessuna esclusa, venga discussa a monte. Come avviene in ogni democrazia che si rispetti?. Qualche esempio?
?Uno su tutti ? replica Epifani ? la delibera sulle fonti rinnovabili. Il Partito democratico, in luogo del regolamento senza nessuna efficacia approvato dall?esecutivo, aveva proposto un ordine del giorno che poteva e doveva passare alla Regione, unico ente con competenze effettive in materia. Si è deciso altrimenti, e si tratta di prese di posizione incomprensibili, dato che se commettiamo degli errori li commettiamo ai danni dei cittadini e sulle loro tasche?. Se si tratti di presunte fughe in avanti del presidente Ferrarese, o dell?intero esecutivo ? assessori del Pd compresi -, Epifani non lo dice e se la prende con la legge elettorale: ?Il distacco fra gli esecutivi e i consigli è determinato da un vizio d?origine nella legge elettorale, certo è che all?esecutivo tutto chiediamo una maggiore condivisione delle decisioni prese in forza del programma. L?esecutivo, va da sé, e composto anche da altri membri oltre i nostri assessori, noi ci riferiamo agli altri?.
?Non è concepibile, all?interno delle istituzioni democratiche, nessuna repubblica indipendente?, incalza Epifani, e alla domanda se nel Partito democratico serpeggi un qualche timore che la lista Ferrarese, dati i numeri, stia pensando di emanciparsi dall?egida del Pd, risponde: ?Considero Ferrarese una persona profondamente intelligente, non può fare un errore del genere. Rischieremmo di fare nostri quei comportamenti berlusconiani che noi critichiamo profondamente. Nessuno che abbia senso di responsabilità del governo che gli è stato affidato, e senso della democrazia, potrebbe inciampare in un errore del genere?.