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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Politica

Questione energetica, M5S dice la sua

BRINDISI - Anche il Movimento 5 Stelle prende posizione sulla questione energetica: «Le aziende non usino la crisi economica e la contrazione del mercato per far pagare tutto ai lavoratori»

BRINDISI – C’erano anche i rappresentanti locali del Movimento 5 Stelle, all’assemblea pubblica cittadina che si è svolta la scorsa settimana in piazza della Vittoria per discutere delle tematiche del comparto energetico. Erano presenti gli organizzatori dell’evento, Roberto Fusco e Riccardo Rossi, ed esponenti del Pdl e del centrosinistra. L’impressione è che, almeno a parole, tutte le forze politiche siano d’accordo su due punti: la centrale di Brindisi Nord deve essere smantellata e l'area bonificata, se non viene riconvertita al solo metano; la centrale Federico II di Cerano, invece, dovrà essere alimentata anche a metano e non più solo a carbone.

Tra i sogni e la realtà ci sono di mezzo i posti di lavoro e le convenienze economiche delle aziende proprietarie dell’impianto: Enel e A2A-Edipower. Praticamente un abisso.

Secondo i grillini, che si rappresentano attraverso il solito comunicato: «Non basta l'eliminazione del carbone e dei rifiuti solidi urbani dall'elenco dei combustibili da usare per alimentare le centrali elettriche, ma bisogna tenere ben chiaro l'obbiettivo finale nel medio periodo, dell'abolizione di ogni fonte fossile per la produzione di energia elettrica e del riutilizzo totale di ogni rifiuto derivante dalla attività umana».

I rappresentanti del M5S si dicono certi che prima o poi, così come accaduto a Taranto, “anche Brindisi avrà la sua Ilva”, e in quel momento non di dovranno avere dubbi su cosa fare: «Non si può far scegliere un posto di lavoro in più in cambio di un ammalato di tumore in più o un bambino malformato in più. Non è che, se non li conti, gli ammalati di tumore guariscono di colpo. La verità sulla situazione sanitaria del territorio tra poco salterà fuori e la magistratura anche qui, come a Taranto, farà di certo il suo dovere».

Infine, l’avvertimento alle aziende: «Noi vigileremo affinché le aziende non si nascondano dietro le solite questioni della crisi economica, della contrazione del mercato, delle riconversioni varie ed eventuali, al fine di far pagare tutto ai lavoratori. Non siano, queste scuse, occasioni per una riduzione del personale, per una libera ed allegra stagione del licenziamento selvaggio. Queste grandi aziende non possono raccontare la favola che pochi lavoratori da ricollocare sono un problema irrisolvibile».

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