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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Ricostruttori e pontieri: questo serve al Pd in preda a un tribalismo libico

Ho letto con grande interesse e partecipazione l'appello, firmato da molti dirigenti del centro-sinistra brindisino, rivolto a cercare candidati ovvero candidato/a condivisi dopo la traumatica conclusione della avventura di Consales

Ho letto con grande interesse e partecipazione l'appello, firmato da molti dirigenti del centro-sinistra brindisino, rivolto a cercare candidati ovvero candidato/a condivisi dopo la traumatica conclusione della avventura di Consales. È' un sollievo leggere in tempi di ultimatum, di frasi sgarbate, che sono all'ordine del giorno di tutto il Pd, concetti che ci riportano ad una idea di far parte, prima che di un partito, di una comunità che ha responsabilità enormi verso i propri militanti e i propri elettori.

Credo che siamo giunti al punto che i pompieri e i pontieri siamo le due categorie più utili in questo Pd di stupidi incendiari e di aspiranti Rasputin. Cerchiamo di capire bene dove siamo arrivati. La seconda Repubblica sembrava averci lasciato come unica sua eredità positiva il bipolarismo. Qualcuno ha osservato che invece era nato il tripolarismo. L'esame oggettivo della situazione, invece, ci dice che siamo di fronte a un sistema politico fondato sullo scontro di molte, dicasi, molte minoranze. Destra e sinistra si frantumano ogni giorno in modo nuovo. La presa del potere è il tema della politica. Contenuti e popolo non esistono.

È nato un sistema politico fluido, se vogliamo dare ad esso una connotazione sociologica, ma si potrebbe dire meglio che nasce un sistema politico "libico" perché  l'uccisione violenta dell'unico partito di tipo democratico vede prevalere lo scontro tribale. È una deriva che si può fermare. Questo mi pare il senso dell'appello pubblicato da BrindisiReport. È' un appello rivolto alle volontà ma è anche uno stato di necessità. Siamo al paradosso che con i sistemi in auge, la sinistra rischia riperdere e se vince non sa che cosa  ha vinto, chi ha vinto e per fare che cosa ha vinto. A Brindisi è successo proprio questo.

Michele Emiliano nella sua corsa solitaria per una leadership nazionale deve capire che il dopo Renzi è la stagione dei ricostruttori, dei federatori, degli uomini di pace. Il renzismo è stato prodotto da uno stato di necessità, ha svolto  anche un iniziale  ruolo positivo, poi si è avvolto su se stesso interpretando alla grande il modello libico. Noi che veniamo dalle più importanti culture politiche occidentali, non possiamo rassegnarci a questa deriva, non possiamo più accettare che la politica la facciano i facinorosi. C'è bisogno di una classe dirigente, età e sesso non contano: classe dirigente che sappia la storia, la rispetti, la superi. Tutto il resto è noia, cantava Califano. 

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