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"Rimasto solo, con i brindisini"

BRINDISI - Giovanni Brigante lancia la sua campagna elettorale e fa il sold-out nella sala conferenze dell’Hotel Orientale. Ci sono posti in piedi, anche se al tavolo, accanto al candidato, non siedono big della politica, ma la preside in pensione Claudia Zezza e la giovanissima Francesca Delicio, ecologista e laureanda in valutazione ambientale. Del resto uno degli slogan della campagna elettorale di Brigante è chiarissimo: «Rimasto solo, con i brindisini». Nessun grande partito, nessun laboratorio. Solo gente comune. Ma il candidato guarda la sala gremita e gongola: «Qualcuno ha detto che sono rimasto in completa solitudine. Bene, se essere in solitudine vuol dire stare in mezzo a tanta gente, sono felicissimo: meglio decidere con i cittadini che con altri».

BRINDISI - Giovanni Brigante lancia la sua campagna elettorale e fa il sold-out nella sala conferenze dell’Hotel Orientale. Ci sono posti in piedi, anche se al tavolo, accanto al candidato, non siedono big della politica, ma la preside in pensione Claudia Zezza e la giovanissima Francesca Delicio, ecologista e laureanda in valutazione ambientale. Del resto uno degli slogan della campagna elettorale di Brigante è chiarissimo: «Rimasto solo, con i brindisini». Nessun grande partito, nessun laboratorio. Solo gente comune. Ma il candidato guarda la sala gremita e gongola: «Qualcuno ha detto che sono rimasto in completa solitudine. Bene, se essere in solitudine vuol dire stare in mezzo a tanta gente, sono felicissimo: meglio decidere con i cittadini che con altri».

Ed infatti saranno i brindisini a scrivere il programma elettorale di Brigante. Potranno farlo nei prossimi 10 giorni, intervenendo sul suo sito internet (www.giovannibrigante.it). «Noi parleremo solo dei problemi della città», spiega il consigliere regionale, «le polemiche e tutto il resto lo lasciamo ad altri. Noi siamo specializzati nello stare a contatto con i cittadini, soprattutto quelli che hanno bisogno di aiuto. E questo continueremo a fare».

Poi intervengono il consulente Rino Casilli, che parla del declino del porto («tanti megaprogetti, pochi fatti, nessun servizio. Serve un progetto a medio termine per salvare quel poco che è rimasto e sviluppare il traffico commerciale); l’architetto Carlo Sciarra («se vogliamo diventare una città turistica, anche l’urbanistica deve fare la sua parte, rendendo la città più ospitale e accogliente»). Poi tocca a Francesca Delicio, che strappa applausi, convinti, parlando di ambiente e devastazione, di tutto quello che si sarebbe dovuto fare e non è stato fatto. Infine Stefano Calderari, il più giovane tra i relatori, che parla di idee per creare lavoro per i giovani («Fondazioni per l’imprenditorialità, uno sportello di Invitalia anche a Brindisi, una Cittadella della Ricerca che diventi finalmente un vero incubatore d’impresa»).

Claudia Zezza ci mette il timbro di garanzia: «Con Giovanni ho visto subito la differenza rispetto al vecchio modo di fare politica. Chiedere alla società civile di partecipare alla stesura del programma è una svolta rispetto alla tradizione politica della nostra città». Le conclusioni toccano al candidato sindaco: «Non abbiamo bisogno di big della politica che vengono qui a parlare di problemi che nemmeno conoscono. Io voglio che siano i brindisini a parlare dei loro problemi. E voglio risolverli insieme a loro. Devono essere i brindisini a cambiare la loro città, non c’è bisogno di francavillesi, cegliesi, baresi e leccesi».

Alle sue spalle c’è il manifesto elettorale, con la faccia sorridente di Brigante ed un altro slogan che farà clamore: “Non costruito in Laboratorio”. Tra il pubblico, in prima fila, anche Vincenzo Guadalupi, probabilmente non solo come ascoltatore.

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