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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Rivolta a Palazzo di Città: Consiglio comunale sospeso per le proteste

BRINDISI – Stavolta è stata la tensione a prevalere sui ragionamenti e sulla politica. La rabbia dei cittadini che protestano per le tante vertenze attualmente esistenti ha di fatto impedito il regolare svolgimento del Consiglio comunale di oggi pomeriggio, sospeso che di fatto è scoppiata la bagarre. Quasi una rivolta al linguaggio politico, accusato di essere incapace di comprendere i problemi della gente.

BRINDISI – Stavolta è stata la tensione a prevalere sui ragionamenti e sulla politica. La rabbia dei cittadini che protestano per le tante vertenze attualmente esistenti ha di fatto impedito il regolare svolgimento del Consiglio comunale di oggi pomeriggio, sospeso che di fatto è scoppiata la bagarre. Quasi una rivolta al linguaggio politico, accusato di essere incapace di comprendere i problemi della gente.

Fuori da Palazzo di Città, alle 16.30, ora in cui era stato fissato il Consiglio, avevano tutti intenzione di protestare. Dai lavoratori di Alenia che temono per il loro posto di lavoro, agli ormeggiatori licenziati dal porticciolo turistico (che avevano occupato l'ex sala giunta, e che si erano detti anche pronti a trascorrere la notte al Comune). Ma c'erano anche i tifosi del calcio, intenzionati a chiedere al sindaco un reale interessamento al destino della squadra biancazzurra, dopo che i fratelli Barretta hanno annunciato di voler abbandonare l'incarico dirigenziale.

E c'erano soprattutto i proprietari del villaggio Acque Chiare, particolarmente irritati all'idea che il Consiglio dovesse discutere una variante urbanistica per la ristrutturazione della Masseria Badessa in un albergo a quattro stelle. “Per la società Tancredè (che realizzerà l'opera, ndr) viene approvata una variante e per noi che ci apprestiamo a vivere la nostra terza estate senza una casa non c'è alcuna speranza? Ma questi signori lo sanno che stanno contribuendo all'abbandono di una costa che prima ci invidiavano tutti e che oggi è invece lasciata al degrado?”.

Il Consiglio è iniziato con oltre un'ora di ritardo, ma i primi minuti stavano procedendo con la discussione del primo punto all'ordine del giorno, relativo alla surrogazione del consigliere Giovanni Brigante (dimissionario perché passato alla Regione) a beneficio di Antonio D'Aprile, primo dei non eletti della lista “Sviluppo e lavoro”. Anche su questo passaggio di consegne, a dire il vero, erano state sollevate polemiche da parte di alcuni consiglieri, vista l'esistenza di un contenzioso tra D'Aprile e il Comune, che avrebbe fatto scaturire una condizione di incompatibilità. Il futuro consigliere avrebbe fatto sapere di essere disposto a rinunciare al giudizio, ma nulla è stato ancora ratificato. Da qui, le proteste dei consiglieri. Niente, però, in confronto ai mugugni del pubblico. A quel punto, è intervenuto il consigliere dell'opposizione Vincenzo Guadalupi: “I problemi vanno ben distinti, non possiamo discutere per cinque minuti del calcio, per cinque minuti di Acque Chiare, e così via. Si tratta di situazioni che non possono essere messe sullo stesso piano”. Sacrosanto. Dopo di lui, è intervenuto Rino Galluzzo, capogruppo del Pri: “Va bene ascoltare la gente, ma esistono anche calendari e sedi opportune. Non possiamo ogni volta dare ascolto a chi si presenta qui all'ultimo minuto”. E si è scatenato il putiferio. Urla, insulti, striscioni di protesta. E i proprietari delle villette di Acque Chiare che mostravano magliette con su scritto: “Colpevoli di buona fede”. Sono volate parole grosse, e il consigliere Galluzzo si è poi portato verso il pubblico, ritrovandosi faccia a faccia con uno dei manifestanti.

Impossibile gestire la situazione: da qui, la decisione di sospendere definitivamente il Consiglio. Rinviando però tutte le quattro questioni in altrettante conferenze dei capigruppo tenutesi fino a tarda sera nella sala “Mario Marino Guadalupi”. In realtà, non si è trattato di una vera e propria conferenza dei capigruppo, visto che c'erano tutti i consiglieri comunali. E c'erano i delegati delle varie problematiche. Non c'erano invece i giornalisti. Invitati a rimanere fuori. “Per il sindaco non ci sono problemi, è il presidente del Consiglio comunale ad averlo ritenuto opportuno”, ci è stato riferito. Ritrovandoci così a non poter raccontare di un Consiglio che non c'è stato, perchè il pubblico lo ha interrotto. Alla fine, le questioni cittadine sono state discusse in una sorta di colloquio privato, in cui parte del pubblico c'era e la stampa no.

Peccato, perché sarebbe stata una buona occasione per conoscere da vicino i problemi di una città sempre più arrabbiata – come si è visto oggi – che accusa la politica di non avere la tensione e l'attenzione per rispondere alle esigenze della gente.

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