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Rollo non si schioda e fa ricorso al Tar

BRINDISI – La ragione per cui Marcello Rollo non ritira la raccomandata inviatagli dalla presidenza del consiglio regionale pugliese non è più avvolta dal mistero. Il presidente del Consorzio Asi, chiamato a decidere tra l’incarico nell’ente e la carica di consigliere regionale, ha fatto ricorso al Tar.

BRINDISI – La ragione per cui Marcello Rollo non ritira la raccomandata inviatagli dalla presidenza del consiglio regionale pugliese non è più avvolta dal mistero. Il presidente del Consorzio Asi, chiamato a decidere tra l’incarico nell’ente e la carica di consigliere regionale (subentrato al nuovo senatore del Pdl, Pietro Iurlaro, di cui a suo tempo era compagno di lista prima di trasferirsi dalle parti di Massimo Ferrarese e dell’Udc), ha fatto ricorso al Tar per continuare a sostenere la compatibilità tra i due ruoli. Ben 29 consiglieri regionali, invece, avevano invece votato per l’incompatibilità, deliberando a grande maggioranza che Rollo effettuasse una scelta entro dieci giorni.

L’ultimatum sarebbe scaduto il 27 giugno, ma nessuno era mai andato a ritirare la raccomandata di notifica a Rollo del deliberato del consiglio, giacente presso la Posta centrale di Brindisi. Il perché è presto detto: il 26 giugno il presidente del consiglio regionale, Onofrio Introna, ha ricevuto la notifica del ricorso al Tar di Lecce proposto da Marcello Rollo, che di schiodarsi spontaneamente da una delle due poltrone proprio non vuole saperne.

Il principio dell’incompatibilità rilevato nella delibera che invece gli impone di decidere per uno dei due incarichi, di fatto riconosce fondata l’obiezione sollevata a suo tempo dall’altro consigliere regionale brindisino, Giovanni Brigante della lista La Puglia per Vendola: non si può essere nello stesso tempo controllori (consigliere regionale) e controllati (direzione dell’Asi), essendo i Consorzi della Aree di sviluppo industriale sottoposti alla giurisdizione della Regione.

Rollo invece vuole continuare a tenere i piedi in tutte e due le scarpe, certamente con il sostegno della sua area politica. Ma se dovesse essere messo di fronte a una decisione da prendere anche dai giudici amministrativi, ai quali ha chiesto la sospensiva degli effetti della delibera del consiglio regionale, quasi tutti gli osservatori ritengono che opterebbe per l’Asi, dove c’è molta carne a cuocere a partire dalle nuove iniziative di Termomeccanica tornata a gestire la piattaforma polifunzionale per il trattamento dei rifiuti pericolosi.

Importante contesto di business in passato, quello dei rifiuti pericolosi, sino alla chiusura della discarica di servizio disposta da Michele Errico, e al sequestro del termodistruttore (in quella fase gestito da Veolia) da parte della procura di Brindisi. Ma Termomeccanica con l’Asi è anche proponente di un ulteriore progetto: quello del trattamento dei fanghi dei depuratori civili da destinare a combustibile anche per una centrale a biomasse da 0,9 megawatt (l’Acquedotto Pugliese pare non sia comunque a conoscenza di questa operazione, pur essendo il soggetto che dovrebbe conferire le 42mila tonnellate di fanghi freschi annue che l’impianto potrebbe lavorare).

Per non parlare della partita delle bonifiche a Brindisi e del progetto per una piattaforma logistica in area diversa da quella retroportuale. Insomma, ci sono varie ragioni che inducono Rollo non solo alla resistenza passiva, ma anche a cercare una sentenza che gli dia ragione. Non resta che attendere sia le decisioni della presidenza del consiglio regionale, che quelle del Tar di Lecce.

 

 

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