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Corsa al Csm: calano a picco quotazioni Vitali. Quorum sempre più lontano

Scendono le quotazioni dell'ex deputato e sottosegretario di Forza Italia Luigi Vitali nella corsa al Consiglio superiore della magistratura. Calano a picco rispetto alla prima votazione, nonostante regga ancora l'accordo Fi - Pd

ROMA - Scendono le quotazioni dell’ex deputato e sottosegretario di Forza Italia Luigi Vitali nella corsa al Consiglio superiore della magistratura. Calano a picco rispetto alla prima votazione, nonostante regga ancora l’accordo Fi – Pd e a prescindere dagli assenti: se oggi (15 settembre) Elisabetta Casellati (Fi) con 489 voti, Renato Balduzzi (Sc) con 486 voti e Teresa Bene (Pd) con altrettanti 486 voti sono stati proclamati eletti al Csm, allora anche Vitali avrebbe potuto chiudere la partita centrando l’obiettivo. E invece no. Per lui solo 418 preferenze: lontanissimo dal quorum di 482 voti, lontano anche dai 451 voti della precedente elezione. Dopo di lui solo Zaccaria, con 125 voti.

Ha pesato il veto del Movimento 5 Stelle che ha abbandonato l’aula, il “no” della Lega Nord, ma anche a conti fatti il tiro mancino, a dispetto degli patti trasversali, di alcuni parlamentari del Pd che come i grillini ritengono che Vitali sia impresentabile perché due volte imputato. Una a Napoli e l’altra a Brindisi, falso ideologico e false dichiarazioni a un pubblico ufficiale sull’identità o qualità proprie o di altri la prima per cui c’è richiesta di rinvio a giudizio del procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli a Napoli, abuso d’ufficio in terra patria per il voto da consigliere comunale sulla delibera del piano delle farmacie. Il pm che ha indagato e ora sostiene l’accusa è Valeria Farina Valaori.

La sede del CsmA rendere noto il risultato delle elezioni odierne (15 settembre) il vicepresidente grillino Di Maio che dopo aver tuonato su Facebook contro Vitali, sottolineando il rischio di sconfinare nel paradosso, consentendo di fare ingresso a Palazzo dei Marescialli a una persona sottoposta a giudizio dagli stessi magistrati del cui organo di autogoverno (competente anche in trasferimenti e procedimenti disciplinari) farebbe parte. Un ragionamento contorto, tanto quanto lo sarebbe il risultato di una eventuale nomina di Vitali come membro laico.

La partita, va detto, si gioca su due tavoli. Ed è andato in fumo anche il programma fatto per la Consulta. Per la Corte costituzionale i votanti sono risultati 820 e il quorum necessario per l'elezione e' di 570 voti. Nessuno ha raggiunto la quota richiesta per l'elezione: l'esponente Pd, Luciano Violante ha raccolto 530 voti, quello di Forza Italia, Donato Bruno, 529, seguiti dall'esponente M5S, Felice Besostri con 123 voti.

Si torna a votare domani (16 settembre) alle 18, probabilmente con gli stessi nomi ma consapevoli che sarà l’ultima chance. Il premier, che stamattina ha avuto modo di parlare con Denis Verdini, ha dato ai suoi l'input di tenere sulla stessa linea anche domani perché, come ha spiegato il vice-segretario Lorenzo Guerini "oggi è stato un problema di assenze". Per la Consulta, senz’altro. Ma non per il Csm dove si sono eletti altri tre membri laici, e per Vitali il cui consenso è diminuito senza dubbio per altri fattori.

di maioI sospetti sui 'franchi tiratori' riguardano un po' tutte le aree del Pd, oltre che buona parte di Fi, e in casa democratica si sentono avanzare sospetti un po' su tutti: i renziani scontenti, i bersaniani, i dalemiani. Ma, ammette un parlamentare democratico "c'è anche un problema oggettivo, votare per Vitali e Bruno (i candidati di Fi per Csm e Corte, ndr) per noi è un problema: Renzi non può pensare di imporre i nomi così, senza nemmeno consultare nessuno".

I pentastellati restano sempre sulla medesima posizione: “Chiunque sia un parlamentare onesto non può votare Vitali” dice Di Maio. La pensano evidentemente come lui anche altri deputati e senatori di altre aree. Perché l’ex sottosegretario ottenga il disco verde, è necessario che siano compatti Pd, Fi e Scelta Civica senza franchi tiratori. Così, fino a oggi, non è andata. Per dirla tutta, se era cominciata bene per il francavillese, è finita (oggi) maluccio. Domani si vedrà. 

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