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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Samorì presenta i candidati pugliesi

BRINDISI - Gianpiero Samorì, fondatore del MIR (Moderati in rivoluzione), sembra almeno nei lineamenti del volto il Berlusconi di 30 anni fa. Ma nella sostanza appare molto diverso da lui. Lo ha dimostrato questa mattina, in occasione dell'incontro con la giunta della Camera di commercio di Brindisi, durante il quale, pur presentandosi alle Politiche da candidato del centro-destra, ha parlato come dovrebbe fare un leader del centrosinistra, accusando Monti e Tremonti. E mostrandosi certo di un fatto: «Se superiamo il 2% ed entriamo in Parlamento, tra due anni sarò il leader del centrodestra». A sentire cosa ha detto, e cosa dicono gli altri leader della sua coalizione, c'è da augurarselo.

BRINDISI - Gianpiero Samorì, fondatore del MIR (Moderati in rivoluzione), sembra almeno nei lineamenti del volto il Berlusconi di 30 anni fa. Ma nella sostanza appare molto diverso da lui. Lo ha dimostrato questa mattina, in occasione dell'incontro con la giunta della Camera di commercio di Brindisi, durante il quale, pur presentandosi alle Politiche da candidato del centro-destra, ha parlato come dovrebbe fare un leader del centrosinistra, accusando Monti e Tremonti. E mostrandosi certo di un fatto: «Se superiamo il 2% ed entriamo in Parlamento, tra due anni sarò il leader del centrodestra». A sentire cosa ha detto, e cosa dicono gli altri leader della sua coalizione, c'è da augurarselo.

Samorì si è presentato al presidente Alfredo Malcarne e ai rappresentanti locali delle associazioni di categoria accompagnato dai candidati Tony D'Amore, Paolo Pagliaro (Camera) e Gianmarco Landi (Senato). Ha criticato il cosiddetto "voto utile” per le grandi coalizioni, chiedendo «un "voto diversamente utile” per un movimento che presenta solo volti nuovi e punta a creare una nuova classe dirigente, perché gli altri partiti vi ripresentano, in buona parte, le stesse persone che hanno affossato il Paese».

Un Paese su cui Samorì sembra avere le idee ben chiare: «L'Italia è una nazione completamente impazzita, non si sa più dove sta l'origine dei problemi e di chi è la colpa dell'averli creati. Per di più abbiamo una classe dirigente composta per il 93% da gente che non ha mai lavorato, e dunque non comprende il Paese».

L'avvocato e imprenditore modenese parla di banche e finanza: «La nostra nazione è governata dai poteri finanziari, che controllano di fatto le principali industrie e i media. Così, se ci sono problemi per una banca, il Paese si ferma per aiutarla. Nessuno invece si preoccupa dei milioni di micro-aziende che reggono l'Italia. E nessuno si preoccupa più delle vostre associazioni di categoria. Trovo assurdo che nel 2012 la Bce abbia dato alle banche italiane 103 miliardi di euro senza preoccuparsi minimamente di porre dei vincoli, come fece Obama, e senza obbligarli a dare quei soldi ad aziende e famiglie». Da qui al Monte dei Paschi di Siena, il passo è breve: «Monti sta regalando quattro miliardi di euro alla banca, lasciando la proprietà alla Fondazione, responsabile del dissesto, e consentendo che i suoi dirigenti continuino ad intascare un milione di euro l'anno».

La soluzione che Samorì ha in mente è ben diversa: «Costituire una banca pubblica, che prende i soldi della Bce per far ripartire il sistema del credito, dando i soldi a tutti e con tassi onesti. Solo così si rimette in moto il paese».

Altri due idee: «In questi anni i lavoratori sono stati ridotti alla fame e oggi percepiscono stipendi che non consentono di vivere. Bisogna aumentare subito il reddito dei ceti medio-bassi, per far riprendere i consumi. E poi si deve pensare un nuovo modello di sviluppo economico del Paese iniziando a lavorare oggi per i prossimi 30-50 anni».

Samorì chiude con una domanda (e suggerisce la risposta): «Ci sono altri candidati che dicono queste cose? A me non sembra: destra, centro e sinistra parlano solo di riforme elettorali e istituzionali. Cose che non sono riusciti a fare negli ultimi 20 anni. Lontanissime dai problemi veri della gente».

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