rotate-mobile
Politica

Scoppia un caso Romano: Pd ai ferri corti, scontro Abaterusso-Bruno

Diventano un caso politico, e ragione di aspro confronto interno al Pd, le dichiarazioni del segretario provinciale del partito Maurizio Bruno a La Repubblica sul consigliere regionale Pino Romano, il cui nome è stato fatto da un investigatore dei carabinieri del Nas di Taranto durante l’esame in aula dei giorni scorsi al processo per gli appalti truccati alla Asl di Brindisi

BRINDISI – Diventano un caso politico, e ragione di aspro confronto interno al Pd, le dichiarazioni del segretario provinciale del partito Maurizio Bruno a La Repubblica sul consigliere regionale Pino Romano, il cui nome è stato fatto da un investigatore dei carabinieri del Nas di Taranto durante l’esame in aula dei giorni scorsi al processo per gli appalti truccati alla Asl di Brindisi.

L’investigatore faceva riferimento all’informativa del Nas alla procura di Brindisi, ma la posizione di Romano (e di altri ancora) fu archiviata e non prescritta come Bruno ha sostenuto per affermare che Romano, al cospetto di tali dichiarazioni in aula, avrebbe fatto bene a fare un passo indietro e a dimettersi, e che la segreteria provinciale del Pd di Brindisi avrebbe chiesto a Michele Emiliano di sollecitare a sua volta le dimissioni dello stesso Pino Romano, presidente della commissione sanità di via Capruzzi.

All’epoca in cui scoppiò il caso dell’indagine sugli appalti Asl, Romano era capogruppo regionale del Pd, ma né Bruno né altri ne chiesero le dimissioni. L’attuale capogruppo Pd al consiglio regionale pugliese, Michele Mazzarano, è addirittura imputato in processo in corso per illeciti alla Asl di Taranto, ma nessuno ne ha chiesto le dimissioni. Perché allora questo scatto moralizzatore a scoppio ritardato nei confronti di Romano, si chiedono gli osservatori.

Ernesto Abaterusso-2Sulla questione è intervenuto il consigliere regionale salentino del Partito democratico Ernesto Abaterusso, bacchettando il segretario provinciale del Pd brindisino e chiedendo ad Emiliano un intervento di segno diametralmente opposto a quello invocato da Maurizio Bruno, vale a dire difendere l’onorabilità di Pino Romano. E a quel punto è stata polemica a tutto campo.

“La periodica diffusione di notizie false sul collega Pino Romano getta un'ombra sulla professionalità di alcuni operatori dell'informazione che, a Bari e Brindisi, colpiscono l'onorabilità del presidente della Commissione sanità senza alcuna verifica sulle notizie che pubblicano. Il collega Romano non ha beneficiato di alcuna prescrizione in merito al processo che si sta celebrando a Brindisi”, ricorda Abaterusso.

“Gli atti giudiziari affermano, al contrario, che per il presidente Romano si è proceduto all'archiviazione - su richiesta del Pm responsabile delle indagini - per infondatezza della notizia in criminis. Altro che prescrizione! Sorprende inoltre – ha scritto ieri il consigliere regionale leccese - che nessun rappresentante del PD abbia preso carta e penna per ristabilire un principio di verità”.

Poi la scudisciata a Bruno: “Ed anzi che l'unico ad esprimersi, con dichiarazioni sciacallesche, sia stato il segretario provinciale di Brindisi che invece di informarsi per dare un contributo costruttivo si è abbandonato a dichiarazioni irresponsabili e calunniose verso un suo compagno di partito. Altro che partito-comunità!”, ha rincarato la dose Ernesto Abaterusso.

“E mi chiedo a questo punto, ma lo chiedo soprattutto al segretario regionale del mio partito, Michele Emiliano, se un segretario che attacca e denigra i suoi compagni ha ancora titolo a svolgere una funzione di dirigente oppure, se non sia il caso di prendere atto della sua inadeguatezza e di mandarlo a casa nominando un commissario al suo posto. Ma un punto deve essere chiaro: nessuno può far finta che non sia successo nulla”.

Insomma, per Abaterusso la storia non può finire così, e chi si dovrebbe dimettere è Bruno, e non Romano. La risposta dalla federazione brindisina del Pd è stata tardiva (solo questa sera), ma è arrivata. “Non conosciamo quali possano essere le reali motivazioni che hanno spinto il consigliere Abaterusso ad abbandonarsi ad un attacco così scomposto nei confronti del segretario provinciale Maurizio Bruno”.

Maurizio Bruno“Di sicuro ci lascia basiti il fatto che, un consigliere regionale del Pd, a fronte di un’inchiesta di tale portata che fa luce su una pagina vergognosa e drammatica per la nostra provincia e per il suo sistema sanitario, non trovi di meglio da fare che condannare le dichiarazioni del segretario provinciale”, accusa la segreteria provinciale del Pd di Brindisi.

“Dichiarazioni, pure forti – si ammette nel comunicato -, ma che rappresentano un segnale inequivocabile in direzione del rigore e della serietà, unicamente a salvaguardia delle istituzioni. Un atteggiamento di rigore che non può che essere condiviso da tutti coloro che, come priorità del proprio agire politico, pongono il bene pubblico e la credibilità delle istituzioni”, si afferma. E questo sarà il refrain dell’intera nota diramata dalla segreteria di via Osanna.

“Forse il consigliere non sa che il lavoro della procura e delle forze dell'ordine ha messo in luce un vero e proprio sistema delinquenziale. Un sistema che ha regnato per anni in questa provincia e che, nell’ambito del processo in corso, ha visto l’imputazione di decine e decine di persone per reati molto gravi. Forse il consigliere non lo sa, ma a parlare di ‘cupola politica’ nella gestione del malaffare facendo i nomi e cognomi dei politici in questione è stato per ultimo il comandante dei Nas (nel comunicato c’è scritto Ros, ndr) in un pubblico processo, non Maurizio Bruno o la scrivente segreteria provinciale!”.

“Forse non lo sa ma per noi, che ancora crediamo nella politica distante da certe nefandezze, il fatto che i nomi di quei politici siano espressione del nostro partito – si legge ancora nel comunicato - ancora ci indigna e ci mortifica, ma soprattutto ci interroga su come sia stato possibile che in tutti questi anni nessuno si sia accorto di nulla! La migliore risposta è forse quella di fare spallucce o peggio difendere l'indifendibile?”.

Michele Emiliano-2La conclusione è che “noi non arretreremo di un solo millimetro! Siamo certi che Michele Emiliano la pensi come noi, siamo certi che la stragrande maggioranza delle elettrici e degli elettori del nostro partito, ma cosa ancora più importante le cittadine e i cittadini della nostra provincia la pensino come noi, una classe dirigente che finalmente ci mette la faccia e innanzi a questioni che attengono alla moralità e all'etica pubblica non guardano in faccia a niente e nessuno”.

Dire che il Pd di Brindisi stia andando in pezzi è un eufemismo. Si discute e ci si scontra solo sui giornali e sui social network, e si continua a farlo anche mentre è al lavoro sul partito della città, sui rapporti tra partito e amministrazione Consales, e sulla grave crisi in atto un commissario, Sandra Antonica, inviato dal segretario regionale Michele Emiliano, il quale aveva già fatto presente che è il caso che anche Bruno lasci l’incarico, visto che fa anche il sindaco di Francavilla Fontana e il presidente della Provincia.

Sin qui l’unico a fare un passo indietro però è stato il segretario cittadino Antonio Elefante, tutti gli altri, dal sindaco al segretario provinciale, pur su posizioni opposte e conflittuali, non sono arretrati – appunto- di un millimetro. E gli iscritti, e la discussione interna? In fuga i primi,  praticamente defunta l’altra. Il lavoro di ricostruzione sarà duro, ma Sandra Antonica non demorde.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Scoppia un caso Romano: Pd ai ferri corti, scontro Abaterusso-Bruno

BrindisiReport è in caricamento