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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La Carluccio? Vittoria del centrodestra. Almeno così dicono

A Brindisi, contro il PD ha vinto il Centrodestra, peccato che nessuno se ne sia accorto. Eppure, già a “Porta a Porta” di Bruno Vespa, la stucchevole Mara Carfagna, fedelissima – fino alla nausea – di Silvio Berlusconi, nel commentare i risultati, pro domo sua, aveva attribuito l'elezione di Angela Carluccio al Centrodestra

A Brindisi, contro il PD ha vinto il Centrodestra, peccato che nessuno se ne sia accorto. Eppure, già a “Porta a Porta” di Bruno Vespa, la stucchevole Mara Carfagna, fedelissima – fino alla nausea – di Silvio Berlusconi, nel commentare i risultati, pro domo sua, aveva attribuito l'elezione di Angela Carluccio al Centrodestra.

In un primo momento ho pensato che la Carfagna volesse semplicemente strumentalizzare tale risultato per compensare la diffusa sconfitta di Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d'Italia, ma poi, seguendo i vari tg, da Telenorba alla Rai 1, passando per Canale 5, ho notato che le dichiarazioni dei giornalisti e le varie didascalie, inquadravano la Carluccio in quota ai sindaci del Centrodestra.

 Ho continuato a pensare che si trattasse di un errore. Tuttavia, la rappresentazione televisiva del nuovo primo cittadino di Brindisi come sindaco di Centrodestra è andata avanti senza sosta.

A questo punto ho detto a me stesso: sicuramente ci sarà una levata di scudi da parte dei soliti Gino Vitali, Michele Saccomanno, Mauro D'Attis, Cesare Mevoli, Massimiliano Oggiano e Simona Pino D'Astore, non fosse altro che per uno scatto d'orgoglio e per amore della propria storia e identità politica (ammesso che ve ne sia rimasta traccia e che ve ne sia effettiva coscienza), non fosse altro perché a tale storia non appartengono Angela Carluccio, Mimmo Consales, Massimo Ferrarese, Salvatore Brigante, Luciano Loiacono, Carmelo Palazzo, Antonio Monetti, Michele Errico, i socialisti, gli ex PD e tutti gli altri.

Francamente mi aspettavo un'accorata protesta e pretesa, da parte degli esponenti del Centrodestra, quello storico e sostanzialmente defunto, che la Carluccio non venisse identificata come “una di Destra”, neppure lontanamente. Ed invece il silenzio più assoluto.

È pur vero che Saccomanno e Vitali avevano scelto un candidato sindaco, Nicola Massari, che si era paragonato ad un amministratore di condominio, per eleggere il quale – a suo dire – non è necessario chiedergli la propria identità politica per votarlo in quella specifica e così caratterizzata coalizione. E, quasi fosse un oscuro presagio, già in quella occasione, rispetto a tale affermazione sacrilega, nessuno si era ribellato, o almeno turbato pubblicamente.

Di conseguenza, dopo aver riflettuto adeguatamente, ho compreso che non si può pretendere che qualcuno degli ultrasconfitti di Forza Italia e Fratelli d'Italia si possa accorgere dell'attribuzione della sindaca Carluccio al Centrodestra, quando l'unica preoccupazione dei candidati dell'ex PDL era (oggi non lo è più e difficilmente lo sarà in futuro) quella della occupazione di un modesto scranno in Consiglio comunale, secondo una logica meramente “burocratica” della militanza politica.

Altrettanto, mi ero convinto che i predetti Mimmo Consales, Massimo Ferrarese, Salvatore Brigante, Luciano Loiacono, Carmelo Palazzo, Antonio Monetti, Michele Errico, i socialisti, gli ex PD, ci tenessero a precisare che la Carluccio non è ascrivibile al Centrodestra poiché i protagonisti della sua vittoria sono donne e uomini di Sinistra, provengono da una storica ed “eroica” (???) militanza nella Sinistra, seppure di una Sinistra non gradita all'establishment di Michele Emiliano e di Sandra Antonica, che li hanno cacciati in malo modo dal PD.

Quale migliore occasione per affermare di essere di Sinistra, di essere il vero Centrosinistra e che quindi la Carfagna e i vari TG si erano sbagliati o avevano vilmente strumentalizzato l'esito elettorale? Ed invece niente. Silenzio assoluto anche da questa parte. Probabilmente, avendo raggiunto il loro scopo, cioè la vittoria della faida politica contro Nando Marino e Michele Emiliano, il resto non conta.

Il silenzio dei COR, o più semplicemente dei fittiani (andrebbe spiegata una volta per tutte la contraddizione “conservatori e riformisti”, tipica degli ambivalenti), c'era da aspettarselo poiché, come quelli del NCD di Alfano e di Lupi, sono democristiani e quindi interpretano il Centro della politica come un qualcosa di estremamente mobile, relativo, aggregabile ad altri schieramenti o fazioni a seconda delle circostanze, e soprattutto delle convenienze, purché si raggiunga o si mantenga il potere. Ecco, forse “riformisti” nel senso della mutevolezza delle alleanze, “conservatori” nel senso del mantenimento del potere.

Dunque, per i mass-media nazionali, a Brindisi, grazie al voto di una sparuta minoranza, visto che circa il 60% dell'elettorato non si è recato alle urne e la metà del 40% ha votato lo schieramento con il PD, ha vinto il Centrodestra: ha vinto la Destra di Salvatore Brigante, degli ex PD e di Michele Errico, nonché la Democrazia Cristiana di Marcello Rollo, Massimo Ferrarese e Raffaele Fitto. Purtroppo i brindisini non hanno voluto il cambiamento che, concretamente, poteva essere garantito solo fuori dalle coalizioni capeggiate da Marino, Carluccio e Massari. Basti pensare che sia con Marino sia con la Carluccio sindaco, più o meno, sempre diciotto consiglieri delle passate amministrazioni sarebbero comunque stati rieletti, così come lo sono effettivamente stati.

Ad ogni modo, ora, anche e soprattutto fuori dall'assise consiliare, con iniziative politiche e battaglie di giustizia amministrativa, inizia la vera opposizione a questa amministrazione, come lo sarebbe stata a quella di Nando Marino, entrambe rappresentanti due facce della stessa medaglia. Adesso deve iniziare la lotta politica di chi veramente tiene a cuore Brindisi. E, a differenza del cappello di Centrodestra messo in testa alla Carluccio e di quello di Centrosinistra appartenente – solo ufficialmente – a Marino, l'opposizione, quella vera (che non si è mai vista ai tempi del sindaco Consales) non avrà bisogno di alcuna etichetta.

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