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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Sel tiene duro: "No al Laboratorio"

BRINDISI - Si allunga l'elenco degli interventi sulla riunione di domenica mattina del polo della sinistra brindisina, dove si è consumato un incidente tra i rappresentanti della due sigle che fanno capo al consigliere regionale Giovanni Brigante, e d alcuni degli altri soggetti politici del tavolo unitario, culminato nell'abbandono della riunione da parte dei primi. Dopo i comunicati di Sviluppo e Lavoro (Brigante), e dei Verdi, ecco quello di Sel firmato dal responsabile provinciale enti locali, Gianni Stasi.

BRINDISI - Si allunga l'elenco degli interventi sulla riunione di domenica mattina del polo della sinistra brindisina, dove si è consumato un incidente tra i rappresentanti della due sigle che fanno capo al consigliere regionale Giovanni Brigante, e d alcuni degli altri soggetti politici del tavolo unitario, culminato nell'abbandono della riunione da parte dei primi. Dopo i comunicati di Sviluppo e Lavoro (Brigante), e dei Verdi, ecco quello di Sel firmato dal responsabile provinciale enti locali, Gianni Stasi.

Abbassare i toni della polemica, far prevalere il senso di responsabilità, l’interesse generale su quello particolare di ogni singola forza o movimento politico. Il tentativo di insediare, quello che è stato chiamato quarto polo, alternativo al cosiddetto  “laboratorio allargato”, è ancora valido e potrà vedere la luce solo grazie alla capacità  di unità e di coesione di cui deve saper dare prova ogni singolo soggetto politico che ne fa parte. La polemica sterile non serve alla causa del progetto. Pregiudiziali e veti,  avanzati e ricevuti verso persone e proposte,  erano stati unanimemente esclusi sin dal primo incontro.

A dire il vero,  nell’ormai famoso incontro di domenica, la parola pregiudiziale sul resto degli argomenti in discussione, era stata utilizzata  dalla Puglia per Vendola,  che l’aveva accostata  alla “manifestazione pubblica”, proposta che era scaturita dall’incontro barese alla presenza del presidente Vendola, quale occasione per parlare alla città ed anche al Pd giudicato interlocutore essenziale, cui veniva chiesto di riconsiderare le scelte compiute.

Alle indicazioni che arrivavano da Bari, rese note dai mezzi di informazione, i segretari provinciale e cittadino del Partito democratico brindisino, nello stesso giorno, ebbero modo di precisare come sulle scelte fatte,  non vi fosse alcuna intenzione di ripensamento alcuno e che al massimo la porta rimaneva aperta per il solo allargamento della coalizione targata “laboratorio”. Ecco perché una manifestazione pubblica, con appello al Pd,  per un “centro sinistra serio”, dopo anche le recenti violente esternazioni del segretario provinciale dell’Udc verso parti significative di questa coalizione, non aveva più lo stesso senso di qualche giorno prima. Né tantomeno avanzata come pregiudiziale anteposta a tutto il resto della discussione, tra i partner di questa costituenda coalizione politica.

E’ però resta ancora valida per parlare alla città a cui sottoporre le linee di un progetto innovativo ed inclusivo. A quella larga parte della cittadinanza brindisina mossa dalla voglia di partecipazione attiva ai destini della propria città e che da tempo manifesta il proprio distacco e sfiducia verso una certa modalità di intendere la politica e sulle reali capacità della stessa di saper risolvere ciò di cui si avverte un maggior bisogno: tutela della salute, promozione del lavoro.

Ecco perché c’è stato chi come il sottoscritto ed altri, senza precipitose fughe in avanti,  avevano posto la contestualità dei tre punti principali in discussione: Coalizione con propensione all’allargamento, programma in massimo 5 punti,  una personalità, che fosse sintesi e allo stesso tempo il valore aggiunto della coalizione, come candidato sindaco.

Se la nostra visione politica guarda con grande interesse  a quanto emerge dal dibattito nazionale, aggiornato dalla recente assemblea nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà a Roma il 22 u.s. ed il modello di coalizione più idoneo per questo territorio è quello della Regione Puglia del governatore Vendola, piuttosto che il laboratorio della provincia che vede il centro moderato egemone,   Brindisi ha tutte le caratteristiche per candidarsi  quale luogo ove sperimentare un “laboratorio politico”, per nuove alleanze tra forze politiche con al centro” un rinnovato polo della sinistra” aperto al più vasto arco di movimenti e di virtù civiche di cui è ricco anche la nostra città.

A tal proposito, sarà utile nelle prossime ore,  ritornare al livello regionale per riaffermare le ragioni della bontà di questo progetto politico e trovare le giuste mediazioni con la consapevolezza che,  nella autonomia di ogni singola realtà,  non ci possono essere scambi tra territori, Taranto compreso.

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