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Si spacca Italia dei Valori. Sciabolate tra Massari, che lascia, e Caforio

BRINDISI – Poche settimane dopo il congresso provinciale, che ha portato alla nomina come coordinatore di Lorenzo Caiolo, una diaspora colpisce Italia dei Valori in provincia di Brindisi. Il capo dei trasmigranti è il presidente del consiglio provinciale Nicola Massari: “Lasciamo un partito a gestione familiare”, accusa l’avvocato. Il quale non ce l’ha con Antonio Di Pietro, ma con il senatore Giuseppe Caforio di Latiano, membro della Commissione difesa. E il parlamentare risponde: “Sono accuse vuote, e loro sono solo zavorra in meno per noi”. Vanno verso il movimento di Massimo Ferrarese? “Non decido solo io”, risponde Massari. “Se così fosse, mi auguro che Ferrarese riesca a digerirli”, dice Caforio.

BRINDISI – Poche settimane dopo il congresso provinciale, che ha portato alla nomina come coordinatore di Lorenzo Caiolo, una diaspora colpisce Italia dei Valori in provincia di Brindisi. Il capo dei trasmigranti è il presidente del consiglio provinciale Nicola Massari: “Lasciamo un partito a gestione familiare”, accusa l’avvocato. Il quale non ce l’ha con Antonio Di Pietro, ma con il senatore Giuseppe Caforio di Latiano, membro della Commissione difesa. E il parlamentare risponde: “Sono accuse vuote, e loro sono solo zavorra in meno per noi”. Vanno verso il movimento di Massimo Ferrarese? “Non decido solo io”, risponde Massari. “Se così fosse, mi auguro che Ferrarese riesca a digerirli”, dice Caforio.

Insomma, un addio scolpito nella polemica. “Mi sono dimesso da IdV un mese fa e non ho fatto parola all’esterno di questa decisione. Ma adesso dopo di me lasciano il partito quasi tutti gli eletti, tranne Antonio Giunta, consigliere comunale a Brindisi, e i due consiglieri comunali di S.Vito dei Normanni”, racconta Massari. “Tutti gli altri sono con noi: oltre a me alla Provincia, un assessore e un consigliere comunale di Latiano, un consigliere di S.Pietro Vernotico e anche l’eventuale assessore che dovremo essere noi a indicare”.

Le ragioni dell’addio? “Pensavamo di poter fare politica, invece si tratta di un partito tutto accentrato sul senatore Caforio e sulla sua famiglia. Parla chiaro l’organigramma degli incarichi. Premettendo che escludo Caiolo, che è una brava persona, abbiamo il genero di Caforio, Franco Cariolo, che fa il tesoriere del partito; la cognata Marina Suma; poi la nipote Alessandra Di Bello”, spiega ancora Nicola Massari. “Se tutto si reduce a questo e non c’è progettualità, inutile restare. Pensavo fosse un partito diverso. Invece mi hanno anche chiesto di autenticare firme per i referendum senza che avessi assistito alla sottoscrizione. Ho protestato, ma il coordinatore regionale Pierfelice Zazzera mi ha diffidato. Subito dopo mi sono dimesso”.

Tutto qui? “Mi avevano anche detto che non era il partito delle tessere, ma quando abbiamo chiesto di designare dalla base il gruppo dirigente, lo stesso Zazzera mi ha spiegato che in mancanza di intese interne conta quanti iscritti rappresenti”. E adesso cosa farà il gruppo fuoriuscito da IdV? “Andremo ad una convention per costituirci in associazione, probabilmente in settimana”. Si tratta solo di un passaggio prima di confluire nel movimento di Ferrarese? “Non farò l’errore di decidere solo io sul nostro futuro. Decideremo insieme. Ma resteremo nell’area di centrosinistra”, conclude Massari.

“La faccenda della gestione familiaristica è assurda”, ribatte Giuseppe Caforio. “Il congresso provinciale di Latiano è stato regolarissimo e ne abbiamo anche messo il video online. Più trasparenza di questa. Il comportamento di alcuni eletti che lasciano Italia dei Valori è frutto di una concezione della politica che punta sul risultato personale, altro che progettualità. Massari deve ricordare che è stato sollevato di peso e messo a sedere sulla poltrona di presidente del consiglio provinciale, ma che poi si tenti di accaparrarsi il partito proprio no. Io sbarrerò sempre la strada a chiunque non segua i percorsi statutari”.

“Sarò come un cane da guardia, vigilando sul processo di trasformazione del nostro movimento in partito organizzato sul territorio”. Ma perché parla di tentativi di impossessarsi di IdV? “Perché un partito che naviga sull’8-9 per cento comincia far gola, è chiaro”. Tuttavia, parlando di gestione familiare, il gruppo che lascia IdV fa dei nomi e degli esempi.

“Allora, cominciamo col dire che il segretario provinciale Lorenzo Caiolo lo è diventato senza essere supportato da alcuno, ma ha portato a IdV molto di più di chi ricopre cariche provinciali. La Suma se la sono votata le donne del partito, e per statuto aveva diritto a un posto negli organismi dirigenti provinciali. Alessandra Di Bello (che ha sposato un mio nipote) – conclude il senatore Caforio -  ha dato l’anima per il successo di Italia dei Valori ed ha portato 800 voti. Perché si sarebbe dovuto escluderla? Cariolo, infine, è una persona molto capace ed ha a cuore la tutela delle nostre risorse finanziarie che amministra con competenza”.

C’è qualche elemento che faccia ritenere che il percorso di questo gruppo guidato da Nicola Massari porti verso il presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, stando anche al discorso fatto proprio da Massari nell’ultima seduta del consiglio provinciale? “Questo non posso dirlo. Se vanno verso di lui, auguro a Ferrarese di digerirli bene, Tanto, per quello che portano…”.

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