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Snim e Brindisi Lng, "pecunia non olet". Ma è sconcertante

E’ vero che “pecunia non olet”, che la sponsorizzazione della British Gas allo Snim ha portato dei soldini nelle casse dell’organizzazione (privata) dell’evento, e con i tempi che corrono qualche euro in più fa sempre comodo, ma questa partecipazione diciamolo francamente: è come un cazzotto nello stomaco.

E’ vero che “pecunia non olet”, che la sponsorizzazione della British Gas allo Snim ha portato dei soldini nelle casse dell’organizzazione (privata) dell’evento, e con i tempi che corrono qualche euro in più fa sempre comodo, ma questa partecipazione diciamolo francamente: è come un cazzotto nello stomaco.

In primo luogo sulla opportunità, da parte delle istituzioni, la Regione e l’Autorità Portuale (non conosciamo quale sia il sostegno materiale di Comune e Provincia alla iniziativa) prima di tutte, di patrocinare un evento che è sponsorizzato da una società, la British Gas appunto, contro la quale le istituzioni (tutte, Regione in testa) hanno sinora ingaggiato una dura battaglia per impedire che a Capo Bianco venga realizzato il rigassificatore, cioè una potenziale bomba sotto il culo della città.

Aver partecipato all’inaugurazione è disdicevole, avervi poi addirittura tagliato il nastro, come ha fatto l’assessore regionale al Turismo Terrevoli, è inaccettabile e imbarazzante, anche se la stessa ha ribadito che i rigassificatori non c'entrano con lo sviluppo della nautica.

Qualche anno fa, quando le istituzioni locali (Comune e Provincia) decisero che la costruzione del rigassificatore era in contrasto con gli interessi della città e iniziarono la loro sacrosanta battaglia contro, il Circolo della Vela che per anni organizzatore della Brindisi-Corfù, rinunciò alla sponsorizzazione per rispetto della volontà di chi rappresenta gli interessi generali del territorio. Ma non si può pretendere che tutti abbiano la stessa sensibilità.

La British Gas fa il suo mestiere. Spende e spande come vuole. Una volta, secondo le accuse al processo in corso, corrompeva e alcuni suoi manager finivano in galera, oggi con le sue campagne di comunicazione spera di ribaltare l’ostilità che in questi anni ha saputo crearsi intorno. Non sarà facile. Estranei erano, colonizzatori restano. E noi non abbiamo l’anello al naso.

Anche questa venuta di “madonne pellegrine” da Barcellona non serve a cambiare le cose. Come ha ben scritto Marcello Orlandini, una semplice riproposizione tra la situazione di Barcellona e quella di Brindisi è, oltre che impossibile, ridicola. Barcellona ha un fronte porto di  chilometri e la città, quella vera, quella delle ramblas, dei monumenti, dell’acquario più grande e bello del Mediterraneo, degli approdi delle barche da diporto si trova in tutt’altra parte rispetto al rigassificatore. Che c’entra allora Barcellona con Brindisi?

E che c’entra poi il rigassificatore con lo Snim? E’ vero che in questa kermesse c’è di tutto (io più che una salone della nautica ne farei una grande festa popolare del mare), ma se proprio si deve parlare di rigassificatori, di porto industriale, di carbone e via dicendo è per parlarne male, o comunque per sottolinearne la totale incompatibilità con lo spirito, la natura e l’economia della nautica da diporto.

Ma, come diceva Andreotti, a pensar male si fa peccato ma certe volte ci si azzecca. Lo verificheremo presto nelle aule del consiglio comunale e provinciale.

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