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"Società partecipate fuori controllo"

BRINDISI – Trovare un accordo di volta in volta sulle cose da fare, per non perdere finanziamenti e occasioni, è un conto. Ma accettare che le società in house del Comune si prendano il tempo che vogliono per depositare i bilanci, e che non sappia ufficialmente nulla di come gestiscono, ad esempio le assunzioni, all’opposizione non va proprio giù.

BRINDISI – Trovare un accordo di volta in volta sulle cose da fare, per non perdere finanziamenti e occasioni, è un conto. Ma accettare che le società in house del Comune si prendano il tempo che vogliono per depositare i bilanci, e che non sappia ufficialmente nulla di come gestiscono, ad esempio le assunzioni, all’opposizione non va proprio giù.

Ed ecco due distinte ma convergenti richieste indirizzate al sindaco e al presidiente del consiglio comunale dallo stesso vicepresidente, Antonio Monetti, dal capogruppo e dal consigliere del Pd, Salvatore Brigante ed Enzo Albano. Una riguarda, appunto, la gestione degli organici delle partecipate.

“La Corte dei Conti della Lombardia con la recentissima delibera n. 350/2011, facendo riferimento al concetto di pubblica amministrazione in senso oggettivo,  codificato dall’art. 18 della legge 133/2008 , (qualificata come tale per l’utilizzo delle risorse pubbliche) – scrivono i tre consiglieri comunali - ha ribadito il principio in base al quale gli organismi partecipati devono seguire le stesse regole, che disciplinano gli enti da cui sono controllati”.

In altre parole, tutte le società in house ma non solo, anche istituzioni,  associazioni ed  fondazioni, “devono adottare i criteri e le modalità di reclutamento del personale e di conferimento di incarichi nel rispetto dei principi fissati al comma 3 dell’art. 35 del Dlgs del 30 marzo 2001, n. 165”. Quindi il consiglio comunale deve avere la piena contezza ed il pieno controllo di ciò.

Pertanto Albano, Monetti e Brigante chiedono all’amministrazione e al presidente del consiglio comunale, Angelo Rizziello, “se le nostre società a totale partecipazione pubblica applichino la normativa vigente in tema di assunzione, ma anche l’elenco dei dipendenti, consulenti, incaricati, suddivisi per singola società, comprese Multiservizi ed Energeko, con relativa data di assunzione o inizio incarico o consulenza, relativi agli anni 2009, 2010, 2011”.

Multiservizi, peraltro, la più importante delle partecipate del Comune di Brindisi, ritarda ancora con la presentazione del bilancio 2010. E qui gli interroganti pongono il problema di fondo: è vero, dicono, che il Comune sta preparando un nuovo regolamento per le società a controllo pubblico, ma nel frattempo che si fa?

“Che facciamo – chiedono infatti i firmatari dei due documenti - non dobbiamo sapere niente? Non dobbiamo conoscere la situazione esistente? Non dobbiamo  tenerne conto, considerata la radicata capacità di alcune di esse di  creare passivo di una certa consistenza?  Capire per bene la portata economica ed il peso  degli affidamenti diretti conferiti?”.

“Noi non pensiamo  di poter abdicare alle responsabilità che ci fanno carico – comunicano Monetti, Albano e Brigante - per controllare come vengono impiegate le  risorse comunali, che devono essere  utilizzate con grande attenzione, per soddisfare le esigenze sempre crescenti dei cittadini e della città”. Risorse che si possono oramai definire una coperta sempre più corta considerando i tagli del governo agli enti locali.

Non si può continuare a fingere che tutto sia in regola, dicono i consiglieri di opposizione, quando si sa benissimo che non è così che stanno le cose. La situazione è diventata insostenibile, perché la legge dice “che non si possono affidare servizi, senza gara, alle società in house al 100% nella proprietà del comune  di Brindisi, senza aver preventivamente organizzato e messo effettivamente in atto un sistema di governo e di controllo della loro attività. Affidamenti che, allo stato attuale, potrebbero essere a rischio di annullamento, con evidenti ripercussioni negative sulle società e sulla loro situazione economica”.

Invece, affermano Albano e compagni, non si riesce a trovare traccia delle attività delle partecipate, e questo dimostra che “il livello di controllo del consiglio comunale è analogo a nulla. Un consiglio che è  rimasto sempre ai margini della loro attività, interessato occasionalmente, spesso  a posteriori,  solo per mettere mano al portafoglio dei cittadini per coprire le perdite”.

La situazione, per gli interroganti, è grave. Il consiglio comunale non conosce nulla delle controllate riguardo il 2010, “dei loro bilanci consuntivi, della loro attività, degli affidamenti, dei debiti, dei crediti, delle assunzioni, delle consulenze. Non è stata  nemmeno redatta la prevista relazione di attività, che quegli amministratori dovrebbero redigere periodicamente – accusano i tre consiglieri comunali Albano, Brigante e Monetti” . Allo stesso collegio dei revisori mancherebbero, dicono ancora, gli elementi per poter verificare il rispetto delle prescrizioni di legge relative all’entità massima dei compensi agli amministratori.

Quindi bilanci, attività, assunzione e compensi degli amministratori delle società in house sarebbero fuori controllo. Per controllare invece quale sia la situazione serve la documentazione contabile. La richiesta conclusiva infatti è quella di “copia del conto consuntivo 2010 approvato dalle predette società; la relazione sull’andamento del gestionale dell’anno in corso, fino al 31 maggio 2011; copia delle verifiche effettuate dal collegio sindacale delle società in house, relative al 2011”.

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