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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Crediti di dubbia esigibilità: stralciati dal bilancio affitti per 6 milioni

Sei milioni di euro "stralciati" dai crediti del Comune di Brindisi perché non più esigibili: la voce riguarda i "fitti delle abitazioni popolari" che secondo verifiche fatte a palazzo di città non possono essere chiesti essendo trascorso troppo tempo

BRINDISI – Sei milioni di euro “stralciati” dai crediti del Comune di Brindisi perché non più esigibili: la voce riguarda i “fitti delle abitazioni popolari” che secondo verifiche fatte a palazzo di città non possono essere chiesti essendo trascorso troppo tempo. Sicuramente più di cinque anni, stando a quanto vale in materia di prescrizione per i canoni di locazione.

La scoperta. La notizia emerge dalla lettura dei documenti che accompagnano il conto consuntivo 2014, in discussione nella seduta del consiglio comunale di giovedì prossimo (inizio alle 10) sempre che il dibattito possa essere aperto, dal momento che pende l’incognita costituita dalla mancanza del parere del collegio dei revisori dei conti, allegato questo obbligatorio (non vincolante però). Ma i documenti sono stati notificati ai componenti dell’organo di controllo interno solo nella mattinata di ieri, lunedì 27 aprile.

Non essendoci un “pezzo” importante nel puzzle dei conti pubblici, la delibera sarebbe viziata da illegittimità qualora dovesse essere portata ai voti e ottenere il consenso della maggioranza di centrosinistra. Non è da escludere, quindi, il ritiro. Anche se sino ad ora non ci sono state dichiarazioni in tal senso né dal sindaco Mimmo Consales, intenzionato a rispettare la tabella di marcia imposta da Roma, né tanto meno dall’assessore Carmela Lo Martire, titolare della delega al Bilancio. E neppure dal segretario generale Paola Giacovazzo.

Sindaco e assessore. A dirla tutta, non si sa neppure chi proporrà la deliberazione: il primo cittadino o l’assessore? Consales è colui il quale si è assunto tutta la responsabilità politica dello sforamento del patto di stabilità per un milione e 597mila euro per il ripiano della perdita della società partecipata Multiservizi, Lo Martire è nei fatti il tecnico voluto dal sindaco, sul quale piovono le critiche con annessa richiesta di dimissioni. A maggior ragione tenuto conto della candidatura alle regionali nella lista Emiliano sindaco di Puglia.

Carmela Lo Martire, in verità, ha fatto sapere che si auto-sospenderà per i 30 giorni della campagna elettorale anche se rumors sempre più insistenti sostengono che più che un congelamento, sia da considerare un fine storia. In altre parole, avrebbe chiuso l’esperienza al Comune di Brindisi. In ogni caso, la mail di comunicazione diretta al sindaco sarebbe partita nel pomeriggio.

Gli affitti e la prescrizione. Di vero c’è che proprio l’assessore Lo Martire avrebbe sollevato più di qualche dubbio sulla consistenza dei fitti legati agli immobili comunali da chiedere in pagamento, invitando gli uffici competenti a verificare se quel “titolo”, vale a dire il credito fosse effettivamente esigibile. Se cioè il Comune conservasse ancora il diritto per chiedere il pagamento dei canoni di locazione.

Il timore sarebbe stato legato alla prescrizione, come causa di estinzione della pretesa del creditore-amministrazione cittadina sulla base del trascorrere del tempo che renderebbe nei fatti non più tempestiva l’azione. E sembra proprio che le verifiche compiute dai funzionari delle ripartizioni Patrimonio e Casa in collaborazione con quelli dell’Ufficio Affari Legali abbiano avallato il dubbio dell’assessore. Che è avvocato e quindi tra diritto, prescrizioni e affini naviga con cognizione di causa.

Non c’è altra spiegazione di fronte alla circostanza che ha portato alla “cancellazione” di residui attivi per 5.833.159 euro e 15 centesimi, indicato nella relazione tecnica di accompagnamento al consuntivo: “In questo esercizio – si legge – sono stati stralciati residui attivi per fitti patrimoniali delle abitazioni comunali (canoni) e i residui attivi degli oneri condominiali (acqua e fogna)”. Dove è finita la somma? “L’importo è stato accantonato nel conto patrimoniale, tra le immobilizzazioni finanziarie e nei crediti di dubbia esigibilità”.

E’ tutto scritto a pagina 10 della relazione che probabilmente in queste ore stanno leggendo i consiglieri. O almeno dovrebbero, in primis quelli di opposizione visto che non hanno per niente digerito lo sforamento del patto di stabilità con annessa attenuante politica.

L’incompatibilità. Il dato non sfuggirà ai revisori Vittorio Dell’Atti, preside della Facoltà di Economia all’Ateneo di Bari, Massimo Mangiameli e Rita Saracino. Il collegio ha venti di giorni di tempo per pronunciarsi sul conto consuntivo, a far data dalla notifica. A quanto pare a Mangiameli, prima ancora che la documentazione utile alla formazione del parere, sarebbe stata notificata via mail certificata la comunicazione di avvio del procedimento di incompatibilità, votata dal Consiglio comunale di fine marzo.

Coincidenza anche questa, dopo quella che ha visto la notifica del parere di elusione del patto di stabilità mentre era in corso la seduta in cui è stata approvata la delibera sulla sua incompatibilità, sollevata dai consiglieri di opposizione, gli stessi che tre anni fa fecero il suo nome. Succede anche questo al Comune di Brindisi.

La contestazione mossa a Mangiameli riguarda il fatto che è anche componente del collegio dei sindaci della società Bocche di Puglia, partecipata del Comune. Nella fretta di raccogliere i voti per farlo decadere, i consiglieri hanno dimenticato di esprimersi sulla immediata esecutività della delibera. Di conseguenza Mangiameli resta in piedi, al suo posto, e dovrà pronunciarsi sull’avanzo di amministrazione che, come è noto, sfiora i 25 milioni di euro, 21 dei quali vincolati.

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