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Caso Torre, la replica: "Il sindaco non può essere un despota"

Sul caso Torre Santa Susanna, Comune per il quale il prefetto ha disposto l'avvio dello scioglimento del consiglio comunale,interviene il coordinatore provinciale di Area Popolare, Ciro Argese, in replica alle esternazioni dell'ex sindaco Michele Saccomanno

TORRE SANTA SUSANNA – Sul caso Torre Santa Susanna, Comune per il quale il prefetto ha disposto lo scioglimento del consiglio comunale dopo le dimissioni della maggioranza degli eletti, nominando il commissario che dovrà reggerlo sino alle prossime elezioni amministrative, interviene il coordinatore provinciale di Area Popolare, Ciro Argese, in replica alle esternazioni dell’ex sindaco Michele Saccomanno.

Le esternazioni di Michele Saccomanno riguardo la caduta dell’Amministrazione Comunale di Torre Santa Susanna sono inquietanti e preoccupanti. Da una persona che ha fatto tanti anni politica ad alti livelli e che quindi sa bene che bisogna utilizzare un linguaggio appropriato nelle posizioni politiche, e questo vale anche per la vita quotidiana, non mi sarei mai aspettato l’uso del termine “mafia” in una situazione che invece è solo basata su scelte politiche e decisioni che riguardano gli interessi dei cittadini torresi.

Ciro Argese-4I quattro consiglieri di Area Popolare, non soli per dire la verità, hanno deciso di sciogliere in maniera anticipata il Consiglio Comunale ritenendo che l’azione amministrativa, portata avanti dal sindaco Saccomanno, fosse negativa per la città. Tutto qui. Chi fa politica da tanti anni dovrebbe essere avvezzo a queste situazioni e, pur comprendendo umanamente l’amarezza e la delusione per un’esperienza finita, non posso certamente comprendere l’attacco personale a persone per bene che rappresentano il mio partito a Torre.

Esprimo, quindi, a nome mio personale e del partito provinciale e regionale, la solidarietà umana e politica e il pieno sostegno ai quattro amici consiglieri comunali di Torre che hanno deciso di fare questa scelta. Invito tutti a riportare il confronto, anche serrato e duro, sui fatti amministrativi e politici dibattendo su ciò che non ha funzionato e su come invece le cose sarebbero dovuto andare.

Lo scioglimento anticipato del consiglio comunale dovrebbe far riflettere, invece, il sindaco uscente sul perché, da uomo politico esperto, non abbia tentato per tempo di trovare con tutti i componenti della ex maggioranza le giuste soluzioni per rilanciare l’azione amministrativa.  Un sindaco non può e non deve mai essere un “despota”.

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