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Sabato, 20 Aprile 2024
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Tangenti, arriva il conto per Pierri: dovrà pagare 26.500 per danno d'immagine al Comune

BRINDISI – Ermanno Pierri, l’ex presidente del Consiglio comunale ed assessore ai lavori pubblici ai tempi della giunta Antonino, dovrà restituire all’erario 26.500 euro per danni d’immagine arrecati all’Amministrazione comunale per il reato di concussione commesso nel periodo della sua carica politica e per disservizio da pubbliche funzioni.

BRINDISI – Ermanno Pierri, l’ex presidente del Consiglio comunale ed assessore ai lavori pubblici ai tempi della giunta Antonino, dovrà restituire all’erario 26.500 euro per danni d’immagine arrecati all’Amministrazione comunale per il reato di concussione commesso nel periodo della sua carica politica e per disservizio da pubbliche funzioni.

La sentenza è giunta dalla Corte dei Conti, che per quanto riguarda reati e danni fa riferimento all’Operazione Brundisium, alla quale un grosso risalto era stato dato dai giornali. Pierri era stato accusato di aver intascato tangenti, nel 2005 chiese e ottenne il patteggiamento, e il Tribunale di Brindisi lo condannò con una pena di due anni di reclusione (ma pena sospesa).

“Strumentalizzando il suo ruolo politico - è scritto nella sentenza - , Pierri consolidava in concorso con altri soggetti politici e imprenditoriali, un sistema di devianza politico-istituzionale diretto ad avvantaggiare taluni imprenditori piuttosto che altri, così da poter acquisire poi sicuri vantaggi, anche di natura patrimoniale. Tale sistema, tra l’altro, trovava riscontro in trascrizioni delle intercettazioni telefoniche, nei verbali di interrogatorio, nelle perquisizioni e in numerosi sequestri del procedimento penale presso la Procura della Repubblica di Brindisi”. Per la quantificazione del danno d’immagine, la cifra è di 14.500 euro, “pari ad un decimo delle tangenti chieste e/o riscosse”.

Ma c’è di più: secondo la Procura, la condotta di Pierri è stata “causativa di un danno da disservizio di pubbliche funzioni, che si risolve allorquando sia palese una mancata connessione tra il potere esercitato ed il fine istituzionale attribuito ad esso dall’ordinamento”. Il risarcimento è pari a 12.000 euro, cioè un decimo delle indennità di carica percepite da Pierri negli anni 2000-2002, “periodo cui risalgono gli illeciti che risultano senza alcun dubbio provati”. Per quanto riguarda il danno di disservizio da pubbliche funzioni, la Procura indica la condotta di Pierri, “in palese contrasto, oltre che con le norme penali, anche con l’articolo 13 del Dpr 3/1957, che impone il preciso obbligo nascente da un rapporto di servizio di agire in conformità delle leggi, con diligenza e nel miglior modo, curando l’interesse dell’amministrazione per il pubblico bene”.

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