Tanzarella: «Taranto o Lecce pari sono»
OSTUNI - «Su questa storia del riordino delle Province la classe politica e dirigente brindisina ha dimostrato per l'ennesima volta la sua ignavia e la sua incapacità. E mi ci metto pure io in mezzo, anche se altri hanno colpe molto maggiori». Parola di Domenico Tanzarella, sindaco di Ostuni, uno dei pochi comuni che hanno scelto di restare con Taranto, anziché chiedere l'adesione a Lecce nel caso in cui la Provincia di Brindisi dovesse scomparire davvero. Tanzarella respinge al mittente le accuse di interessi elettorali personali: «Non ho nessuna preferenza per Taranto o Lecce, la cosa non mi appassiona affatto. E se c'è qualcuno che sta sfruttando la questione a fini elettorali non sono certo io».
OSTUNI - «Su questa storia del riordino delle Province la classe politica e dirigente brindisina ha dimostrato per l'ennesima volta la sua ignavia e la sua incapacità. E mi ci metto pure io in mezzo, anche se altri hanno colpe molto maggiori». Parola di Domenico Tanzarella, sindaco di Ostuni, uno dei pochi comuni che hanno scelto di restare con Taranto, anziché chiedere l'adesione a Lecce nel caso in cui la Provincia di Brindisi dovesse scomparire davvero. Tanzarella respinge al mittente le accuse di interessi elettorali personali: «Non ho nessuna preferenza per Taranto o Lecce, la cosa non mi appassiona affatto. E se c'è qualcuno che sta sfruttando la questione a fini elettorali non sono certo io».
Resta il fatto che ad oggi, se il decreto dovesse passare in Parlamento, Ostuni, ultimo lembo della Terra d'Otranto, si ritroverà con Taranto. E la cosa suona un po' strana.
«Non saremmo certo soli: se il decreto viene approvato anche Brindisi e tutti gli altri comuni si ritroveranno con Taranto».
Malgrado le delibere dei Consigli comunali?
«Ma secondo voi sarà mai possibile che il governo lasci volontà di scelta ad ogni città e ad ogni comune? Sarebbe il caos totale. Io penso che alla fine o non si farà nulla o passa il decreto così com'è, quindi con Brindisi e Taranto accorpate».
E la cosa non sembra dispiacerle.
«Guardi, io ho una visione ancora romantica della politica. Ripeto, non tifo per nessuna delle due parti. Tanto più che, se vogliamo dirla tutta, per equidistanza Ostuni potrebbe anche far parte di Bari. Ma se sarà necessario e opportuno, l'anno prossimo indiremo un referendum per far decidere agli ostunesi con chi vogliono stare. In ogni caso penso che in molti non hanno capito una cosa...»
Quale?
«Che con la nascita della provincia Taranto-Brindisi la Regione non sarebbe stata più Bari-Lecce centrica: una provincia con un milione di abitanti, due porti e due aeroporti avrebbe contato molto di più».
Può nascere una potenza da due debolezze?
«Una potenza forse no, ma una provincia più forte sicuramente sì. Del resto quando il 2 ottobre il consiglio comunale di Ostuni si è espresso per Taranto, nessuno all'epoca aveva dubbi. Poi, chissà per quale motivo, in tanti hanno cambiato idea; il presidente della Provincia Ferrarese ha abbandonato il campo, sbagliando; e qualcuno ha dato interpretazioni del decreto che a me sembrano sbagliate».
Del tipo?
«Se si dice che solo i comuni contigui e confinanti possono scegliere se stare con una provincia piuttosto che con un'altra, vuol dire che solo 3-4 comuni della provincia di Brindisi potranno scegliere di andare con Lecce. Non vedo come possa farlo Mesagne. L'effetto domino secondo me è una interpretazione errata. Ma dobbiamo aspettare le decisioni romane. Oggi, forse, stiamo solo parlando di aria fritta».