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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Tour religiosi: “Colpa della Regione”

BRINDISI – “Brindisi fuori dai circuiti del turismo religioso? Tutta colpa della Regione e di chi, rappresentante brindisino in Consiglio regionale, non ha fatto nulla per impedire che tutto ciò accadesse”. Damiano Mevoli, coordinatore cittadino di “Noi Centro” difende l’Amministrazione provinciale e attacca la Regione: “Un tour operator di fama mondiale nel campo del turismo religioso esclude Brindisi dall’itinerario programmato in Puglia e mentre l’assessore regionale Godelli esulta per questo bel risultato, non dice niente sulla nostra esclusione".

BRINDISI – “Brindisi fuori dai circuiti del turismo religioso? Tutta colpa della Regione e di chi, rappresentante brindisino in Consiglio regionale, non ha fatto nulla per impedire che tutto ciò accadesse”. Damiano Mevoli, coordinatore cittadino di “Noi Centro” difende l’Amministrazione provinciale e attacca la Regione: “Un tour operator di fama mondiale nel campo del turismo religioso esclude Brindisi dall’itinerario programmato in Puglia e mentre l’assessore regionale Godelli esulta per questo bel risultato, non dice niente sulla nostra esclusione".

"E l’opposizione alla Provincia di Brindisi, invece di esprimere preoccupazione e sgomento per l’esclusione di una città e di un territorio carico di millenni di storia, di testimonianze di culture diverse, di emergenze archeologiche straordinarie, capace di offrire ospitalità e professionalità eccellenti in ogni campo, dalla ricettività alla gastronomia, non sa fare altro che inveire contro il presidente Massimo Ferrarese”.

Per Mevoli bisognerebbe, al contrario, semplicemente e correttamente “interrogarsi su chi non abbia saputo, o non abbia voluto, rappresentare le ragioni del nostro territorio, come se Brindisi non fosse in Puglia, come se i brindisini fossero i parenti poveri da non invitare e magari da evitare, per non fare brutte figure”.

E poi commenta: “Che cambiamento c’è stato in pochi anni, da quando Brindisi con la proposta della Crociera Crociata, coordinata dall’allora assessore regionale al turismo, Marcello Rollo, accolta e fatta propria dalla “Opera dei Pellegrini” di Roma (ovvero dal Vaticano), veniva inserita nelle cosiddette “Vie Francigene” e si proiettava al centro del turismo religioso mondiale, diventando luogo di sintesi delle tre religioni monoteistiche, che simbolicamente avrebbero dovuto incontrarsi in questa città e imbarcarsi sulla stessa nave per raggiungere Gerusalemme. Mi aspetto, perciò, una reazione del consigliere regionale eletto a Brindisi a doversi giustificare e a spiegare questa incredibile situazione che rappresenta l’ennesimo schiaffo dato a questa terra, non altre istituzioni o i loro rappresentanti”.

Poi il discorso scivola sul brand: “La Provincia di Brindisi, senza spendere un solo euro dei cittadini, ma attingendo a risorse provenienti da vecchie convenzioni in precedenza mai utilizzate, ha sagacemente saputo produrre in questi anni un’importante azione di promozione del territorio, nella quale il brand “Filia Solis” ha avuto una parte insostituibile.  Un impegno e un’azione che oggi avrebbero meritato maggiore attenzione soprattutto da parte della Regione Puglia. Ma così non è stato e le colpe, se colpe ci sono, vanno individuate in chi, pur essendo stato eletto consigliere regionale in rappresentanza di questa città, nulla ha fatto perché tutto ciò non accadesse”.

Sin qui il coordinatore di Noi Centro. Quanto al ruolo insostituibile del brand Filia Solis, il dibattito è aperto da tempo. Di certo basta atterrare all’aeroporto di Brindisi per comprendere l’evanescenza degli investimenti sinora prodotti: ci fosse un totem, un portachiavi, un souvenir, un manifesto, un monitor, un messaggio, di qualunque forma e colore, che all’interno dello scalo brindisino, spinga turisti e passeggeri quanto meno a interrogarsi: “What is Filia Solis?”

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