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Tre giorni al Social forum di Firenze

BRINDISI – Mancano tre giorni per il Social Forum 2012 che dall’8 al 11 novembre prossimi, si terrà a Firenze. Sono già previste oltre cinquemila presenze di giovani e studenti. “Firenze 10+10” è il titolo che è stato dato al forum internazionale, e si terrà nella Fortezza da Basso, lo stesso luogo che accolse il Forum Sociale del 2002, che segnava di fatto la fine del movimento no-global. A partire per la Puglia, anche Martina Carpani, coordinatrice dell’Uds – Unione degli Studenti.

BRINDISI Mancano tre giorni per il Social Forum 2012 che dall’8 al 11 novembre prossimi, si terrà a Firenze. Sono già previste oltre cinquemila presenze di giovani e studenti. “Firenze 10+10” è il titolo che è stato dato al forum internazionale, e si terrà nella Fortezza da Basso, lo stesso luogo che accolse il Forum Sociale del 2002, che segnava di fatto la fine del movimento no-global. A partire per la Puglia, anche Martina Carpani, coordinatrice dell’Uds – Unione degli Studenti.

Sarà un nuovo inizio. A dieci anni dal primo Social Forum Europeo, Firenze torna ad esser luogo di incontro di movimenti, associazioni e comitati, “Firenze10+10” sarà un’occasione fondamentale di confronto sul nuovo scenario che si presenta oggi ai giovani. “Se nel 2002 – scrivono dalla Rete della Conoscenza -  i movimenti lottavano per un’altro mondo, che non prevedesse distinzioni fra primi, secondi e terzi, adesso che ci troviamo ad affrontare, specialmente in Europa, le devastazioni causate da trent’anni di neoliberismo e a combattere contro il pensiero unico delle politiche d’austerity e di privatizzazione dei beni comuni, quelle stesse rivendicazioni assumono ancora più urgenza. In un simile percorso l’istruzione e i saperi sono un passo imprescindibile”.

In Italia si è partiti dai “bamboccioni” per arrivare a definire i giovani “choosy”. Ora però tutti, non solo i giovani italiani, dicono no alla società che si è costruita fino ad oggi. Vogliono ricostruire un futuro attraverso una buona politica, fatta di saperi. Ecco perché è nato l’evento di Firenze, un momento specifico di analisi e di elaborazione delle prospettive in un quadro europeo che ormai non si deve più considerare come frammentario.

“Ci saranno diversi gruppi di lavoro di analisi politica e costruzione di un'Europa alternativa – ha detto Martina Carpani a BrindisiReport.it - a quella dell'austerity che ci propongono. Convocare il forum dopo 10 anni significa voler dare nuovamente spazio alle forze sociali ed ai movimenti. Dopo Genova si era interrotto questo percorso, ora, però, emerge più che mai la necessità di creare un fronte sociale ampio che sappia dare nuovamente valore alla democrazia ed alla politica esprimendo proposte dal basso. Sono previsti già più di 3000 partecipanti da tutta Europa. Il forum inoltre è in preparazione del forum mondiale che si terrà a Tunisi a marzo”.

“Significa aver compreso la necessità – continua Carpani - che occorre un cambiamento di sistema, non basta limitarsi alle semplici proteste nazionali dato che oramai il sistema economico governa a pieno la politica. Noi da lì lanceremo la campagna ‘Noi vogliamo restare’ che si concretizzerà con la creazione di comitati promotori sui territori di studenti, sigle sindacali, associazioni, precari, lavoratori ed attivisti per la creazione di una legge di iniziativa popolare su scuola, università, ambiente e precarietà che sappia indirizzare la politica verso gli interessi della collettività”.

Il movimento no-global, nato nel 1999 a Seattle, in occasione della Conferenza Ministeriale della WTO (l'Organizzazione Mondiale del Commercio), dopo tre anni dalla sua nascita riuscì a portare a Firenze circa un milione di persone. Il Forum del 2012 non arriverà ad avere così tanta gente ma sicuramente sarà l’arma vincente per ripartire da quella stessa città. Sono passati ben dieci anni e con gli anni le ragioni che alimentano la protesta non si sono attenuate, altresì aumentate. Dieci anni fa l’urlo dei giovani era: “Cancellate il debito dei terzo mondo”, adesso dovranno urlarne uno che identifichi il nostro, oramai giunto ad una crisi globale che riguarda tutti i settori, dall’economia al sociale.

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