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"Troppi maxiposter, caso da procura”

BRINDISI - Quello degli impianti pubblicitari è un argomento ricorrente nelle cronache degli ultimi anni: riemerge con una cadenza ormai biennale, con denunce di abusivismo e promesse di interventi risolutivi. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: i maxiposter hanno invaso la città e sono sbucati in ogni angolo

BRINDISI - Quello degli impianti pubblicitari è un argomento ricorrente nelle cronache degli ultimi anni: riemerge con una cadenza ormai biennale, con denunce di abusivismo e promesse di interventi risolutivi. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: i maxiposter hanno invaso la città e sono sbucati in ogni angolo. Perché sono il mezzo pubblicitario di maggiore impatto, e perché il Comune incassa dalle aziende che li gestiscono una bella fetta di Tosap. E forse è anche per questo motivo che alla fine le denunce non hanno sortito mai alcun effetto.

Oggi il sindaco Mimmo Consales ha sollevato nuovamente il problema, con dati e numeri alla mano: «La Polizia Municipale ha effettuato un censimento dei cartelli pubblicitari privati e di pubblica affissione, con particolare riferimento a quelli aventi una superficie di 18 mq (i cosiddetti 6x3). La situazione emersa è preoccupante, tanto da non escludere un’ulteriore ricorso all’autorità giudiziaria. Il piano generale degli impianti pubblicitari attualmente in vigore, infatti, prevede una occupazione non superiore ai 750 mq per l’intera città di Brindisi, mentre risulta che nel corso degli ultimi anni ne siano stati autorizzati 4.538».

I pannelli sono troppi, dunque, e a quanto pare sono stati posizionati anche a casaccio:  «Spesso non sono state rispettate le normative di sicurezza e quelle previste dal nuovo Codice della strada. Molti impianti, inoltre, sono privi di targhette identificative, altri sono posizionati a ridosso di prospetti di abitazioni private, tanto da rendere impossibile interventi di manutenzione».

Già all’epoca della giunta Mennitti, l’allora sindaco si interessò del problema e tolse la delega all’impiantistica ad un dirigente comunale per affidarlo ad un altro di sua fiducia. Il commissario Bruno Pezzuto invece, nei mesi scorsi, aveva affidato alla dirigente della ripartizione Tributi, Mirella Destino, una ricognizione su eventuali abusi nel posizionamento dei tabelloni, ed emerse che tanti di essi erano fuorilegge. Ora Consales minaccia di andare in procura. «Questa degli impianti pubblicitari è l’ennesima manifesta conferma di pratiche illegali portate avanti negli anni nel Comune di Brindisi: anche per questo, come per altri settori di intervento, sarà inevitabile una attenzione da parte della magistratura».

Almeno in questo caso, se illecito c’è stato, non dovrebbe essere difficile risalire a chi l’ha commesso, visto che ad occuparsi dell’argomento (e a rilasciare le autorizzazioni) non sarà stato certo un gran numero di uffici comunali.

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