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Una terza via d'uscita per il sindaco

BRINDISI – La terza crisi politica dell’amministrazione Consales ha anche una terza via d’uscita rispetto alle due soluzioni finora immaginate, il rimpasto della giunta oppure le dimissioni del sindaco e il ritorno al voto: è la giunta del sindaco, sostenuta da una maggioranza diversa dall'attuale, con pochi punti programmatici e a tempo determinato.

BRINDISI – La terza crisi politica dell’amministrazione Consales ha anche una terza via d’uscita rispetto alle due soluzioni finora immaginate, il rimpasto della giunta oppure le dimissioni del sindaco e il ritorno al voto. C’è infatti una alternativa che nelle ultime ore sta balenando nella mente di qualche forza politica e potrebbe prendere forma soprattutto nel caso in cui i centristi insistano con l’azzeramento: è il governo “di salute pubblica”, con pochi punti programmatici e aperto al sostegno di tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale.

Pd e Nuovo centrodestra stanno provando in tutti i modi a non rompere, ma le posizioni sembrano sempre più inconciliabili, e se sabato 4 gennaio all’incontro di maggioranza non ci saranno passi avanti, il governo d’emergenza potrebbe diventare qualcosa di più di una idea. Anche perché a ben vedere l’ipotesi di rompere con i centristi di Ferrarese a qualcuno era già venuta in mente. È accaduto all’epoca della prima crisi, quella che fu aperta semplicemente per estromettere dalla giunta la vicesindaco Paola Baldassarre, che né il sindaco né Noi Centro e Udc volevano più in giunta. Una parte de Pd propose di tentare il cambio di maggioranza, proponendo a Riccardo Rossi (Brindisi Bene Comune), Giovanni Brigante (Sviluppo e lavoro) e Roberto Fusco (Sì Democrazia) una maggioranza di sinistra. Ma la proposta non fu mai fatta agli interlocutori, almeno non in via ufficiale, perché una parte del Pd, quella più vicina al senatore Salvatore Tomaselli, si oppose.

Dopo un anno siamo di nuovo allo stesso punto, e qualcuno ha già fatto i conti, che un giorno tornano e l’altro no. Perché al di là dei consiglieri di sinistra e centro, resta anche l’incognita dell’opposizione di centrodestra, che nell’ultimo consiglio comunale tendeva la mano e dopo 48 ore annunciava la mozione di sfiducia al sindaco.

I numeri dicono che una eventuale “giunta del sindaco” potrebbe essere sostenuta dai sei del Pd, dai tre di Progettiamo Brindisi, dai due di Brindisi di Tutti (Renna e Di Noi), dall’Api (Francesco Cannalire), dagli indipendenti Sergi e Pagliara. Saremmo a quota 14, ma in assemblea si potrebbero raccogliere i tre dell’opposizione di sinistra (Fusco, Rossi e Brigante) e i due di Impegno sociale. Per avere la maggioranza servono 17 voti.

Quella della giunta del sindaco resta una ipotesi, sicuramente la più impervia e politicamente stramba, ma allo stato delle cose, resta sul tavolo. Perché è vero che in molti, per come stanno le cose, preferirebbero andare al voto, ma è anche vero che in questo momento nessuno sarebbe pronto ad affrontare le elezioni.

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