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Giovedì, 25 Aprile 2024
Scuola

All'istituto professionale "Morvillo Falcone" si passa allo sciopero bianco

Dopo la manifestazione di ieri sabato 29 settembre restano le tensioni con la dirigente scolastica che non recede

BRINDISI – Dopo la manifestazione e lo sciopero di ieri, sabato 29 settembre, all’Istituto professionale per i servizi sociali “Morvillo Falcone di Brindisi”, dalla scuola giunge l’annuncio che l’agitazione continuerà in modalità sciopero bianco “perché non si è raggiunta un’intesa con la dirigente che rimane ferma sulle sue decisioni”.

La dirigente  Rosanna Maci (che BrindisiReport ieri ha cercato di incontrare senza successo, per dare conto anche della posizione della stessa preside), secondo gli studenti “si ostina a creare situazioni di rottura del dialogo dalle varie parti componenti scolastiche imponendo decisioni non condivise dalle altre parti, né dagli studenti, ne dalle famiglie, né dalle altre componenti, obbligando i ragazzi a svolgere l’attività dell’alternanza scuola-lavoro in orario extra-curricolare con aggravio dell’orario nel resto delle giornate, con imposizione della settimana spezzata anziché corta con interruzione delle attività didattiche nella giornata di venerdì”.

Una decisione “non condivisa né dal collegio dei docenti, che si è espresso in maniera negativa, né dagli studenti, né dalle famiglie, che nonostante le proteste e le richieste di ascolto, non ricevono nemmeno udienza dalla dirigente che impedisce qualsiasi dialogo tra le parti”. Oggi anche una lettera di una docente della “Morvillo Falcone”, che nell’occasione affronta i temi generali del disagio della scuola italiana.

“I fatti di cronaca degli ultimi anni vedono la scuola al centro di numerose polemiche e lotte che coinvolgono i dirigenti scolastici per la loro condotta non consona al ruolo che svolgono: dirigenti scolastici condannati per mobbing, quelli che, pur non avendo ricevuto condanne per paura o servilismo da parte dei mobbizzati, fanno parlare di sé nei corridoi e nelle stanza di tutte le sedi gerarchiche competenti. Eppure nulla cambia, sebbene il disagio sia sotto gli occhi di tutti, Ministero compreso, nulla cambia”.

“Non importa, forse, che milioni di studenti siano ‘vittime’ finali di questi abusi, della cattiva organizzazione, del clima teso, dei conflitti interni che rendono irrespirabile l’aria? Non importa alle famiglie? Non importa alle Istituzioni? Tutte le forze politiche succedutesi al Governo non hanno fatto che legiferare con riforme e controriforme che, di fatto, hanno distrutto la scuola svilendola, costringendola a subire uno svuotamento dei compiti fondamentali dell’Istruzione e cioè la formazione di cittadini responsabili e consapevoli in grado di interagire e agire proattivamente con le Istituzioni, qualsiasi sia l’indirizzo di studi scelto e l’entroterra socio culturale di provenienza”.

“L’idea di trasformare la scuola in azienda con a capo ‘presidi manager’ – prosegue la lettera - è altamente distruttiva! La scuola non produce ‘macchinari’ o ‘pezzi di ricambio’ della società , forma cittadini! E’ luogo di crescita e sviluppo intellettuale, culturale ed emotivo. E’ luogo di dialogo tra le diverse componenti, civile e democratico e non luogo di diffusione strisciante di cultura dell’illegalità. Non è forse questo il ruolo dell’Istruzione Pubblica?”.

“Allora, che venga ridata dignità alla scuola ormai fin troppo vilipesa e bistrattata affinché l’Istruzione sia veramente la chiave di volta del risanamento sociale. Ridateci la scuola, quella vera!”, conclude la lettera.

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