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Scuola Mesagne

Nel braccio di ferro sulla settimana corta interviene la Gilda

Il sindacato degli insegnanti chiede l'immediata rettifica da favorevole a sfavorevole del voto del Consiglio di istituto della Materdona-Moro

MESAGNE – Sul caso della settimana corta alla media Materdona-Moro di Mesagne,  progetto contestato da molti genitori, incluso il presidente del consiglio di istituto, e dagli insegnanti, inevitabilmente interviene anche uno dei sindacati più importanti dei lavoratori della scuola, la Federazione Gilda-Unams, con un una precisa richiesta di rettifica della deliberazione del 18 dicembre scorso sia allo stesso Lecce, che alla dirigente scolastica Mina Fabrizio.

In verità, come già spiegato nei precedenti articoli sulla vicenda, il presidente del consiglio di istituto aveva per primo chiesto l’urgente riconvocazione dell’organo di governo della Materdona-Moro, alla luce di un deliberato del Collegio dei docenti di cui non era stato preventivamente informato, e di una irregolarità presunta nella votazione della delibera sulla settimana corta.

Di fatto, i consigli di istituto sono del tutto paragonabili ai consigli di amministrazione del settore pubblico o privato, con medesimo obblighi e responsabilità dei componenti di fronte alla legge. Le norme sugli organi collegiali della scuola attribuiscono al parere del Collegio dei docenti un ruolo fondamentale nelle decisioni dello stesso Consiglio di istituto in tema di indirizzi didattici, e nel caso di Mesagne l’organismo si era pronunciato – con le dovute argomentazioni – contro l’introduzione dell’orario 8-14 dal lunedì al venerdì, a partire dal prossimo anno scolastico.

Ma il verbale di quella seduta del Collegio dei docenti non era stato posto agli atti della riunione del 18 dicembre scorso del Consiglio di istituto, né vale come dirimente il fatto che non fosse stato ancora approvato  come prassi da una successiva seduta dello stesso collegio. In secondo luogo, nella votazione cui comunque si era espresso il Consiglio di istituto, di fronte alla circostanza della parità dei voti tra favorevoli e contrai alla settimana corta manifestatasi, invece di computare il valore doppio del presidiente dell’organo di governo, era stato attribuita tale valenza al voto della dirigente scolastica.

Pertanto, il presidente aveva nei giorni successivi vanamente richiesta una nuova convocazione dell’organismo per procedere in autotutela approvando le indicazioni e le raccomandazioni del Collegio dei docenti, e la rettifica dell’esito del voto da favorevole a sfavorevole al progetto della modifica dell’orario delle lezioni. In mancanza di riscontri, Giuseppe Lecce aveva chiamato in causa l’Ufficio scolastico regionale e quello provinciale, intervento sino a quest’oggi senza esiti, nel senso che non si è pervenuti alla nuova convocazione del Consiglio di istituto.

Adesso c’è anche il passo della Gilda, uno dei sindacati degli insegnanti, pronta a passare ai fatti. Nella lettera del coordinatore provinciale Francesco Genovese c’è una richiesta secca: stante il deliberato del Collegio dei docenti del 12 dicembre 2018, contrario all’introduzione della settimana corta dall’anno scolastico 2019-2020, e stante l’irregolare attribuzione del doppio voto alla preside piuttosto che al presidente del Consiglio di istituto, la decisione dell’organo di governo del 18 dicembre va modificata da favorevole a sfavorevole.

Appare sconcertante a molti genitori ed osservatori che in questa situazione si possano aprire le iscrizioni per il prossimo anno scolastico. Ma qui se non si dovesse pervenire ad una nuova riunione del consiglio di istituto chi deve intervenire con il dovuto peso sono gli Uffici scolastici regionale e provinciale, perché all’orizzonte in caso di esasperazione della vicenda, ormai è chiaro, ci sono una vertenza sindacale e possibili ricorsi per vie legali.

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