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I testi antichi nella Puglia del Settecento, incontro al Marzolla

In queste settimane gli alunni delle classi quarte dell’indirizzo quinquennale e la classe terza dell’indirizzo quadriennale si sono approcciati ad un volume scritto a più mani

BRINDISI -  Lettura di “Classico pugliese- Ricezione e studio dei testi antichi nella Puglia del Settecento”, a cura di Nunzio Bianchi e Francesca De Robertis: in queste settimane gli alunni delle classi quarte dell’indirizzo quinquennale e la classe terza dell’indirizzo quadriennale si sono approcciati ad un volume scritto a più mani, tecnico per alcuni aspetti.

La ricerca filologica, documentaria, archeologica, archivistica di cui è nutrito il volume ha richiesto impegno, analisi del testo, approccio critico, che senz’altro ha fatto maturare gli studenti del Marzolla di Brindisi: nelle conoscenze, nell’attitudine filologica a cercare nei testi ciò che essi ci dicono e a fermarci là dove essi tacciono, a valutare fonti e notizie con cautela, ad avere, insomma, un habitus mentale che porta a ricercare, a vagliare notizie criticamente, a valutare attraverso i propri studi la realtà.

Dopo i saluti istituzionali del dirigente scolastico, Carmen Taurino, la presentazione dei relatori di Uniba da parte della docente Daniela Izzo ed una breve presentazione del testo da parte della docente Del Prete, al via le relazioni dei prestigiosi ospiti: Nunzio Bianchi, ricercatore in Filologia Classica; Rosa Otranto, associata di Filologia Classica e Papirologia; Pasquale Massimo Pinto, ordinario di Filologia Classica; Claudio Schiano, associato di Filologia Classica e Tardoantica; Katiuscia Di Rocco, direttrice della Biblioteca Pubblica Arcivescovile “De Leo” di Brindisi.

La terra di Bari nel Settecento, che pure rappresentava un’area periferica sul piano geografico rispetto al grande centro propulsore che era Napoli, non fu certo marginale sul piano culturale: Prospero Petroni, Saverio Celentano, Luigi Sagarriga Visconti , Annibale De Leo, Orazio Gaspari con quel centro propulsore furono in contatto e operarono, dando lustro a Foggia, a Bari, ad Altamura, a Modugno e ad altri centri pugliesi assai vivaci nel Settecento.

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