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Morvillo Falcone: "Tornare fra i banchi da adulti un privilegio riservato a pochi"

Con la fine dell'anno scolastico, gli studenti del corso serale della scuola brindisina scrivono una lettera alla preside Irene Esposito

BRINDISI - Ieri (venerdì 9 giugno) in quasi tutta Italia è suonata l’ultima campanella di scuola. Se gli studenti in generale hanno festeggiato con i compagni e salutato i professori con un felice: “ci vediamo a settembre”, gli studenti delle classi terminali hanno aggiunto un sentimento di nostalgia misto a riflessioni esistenziali, considerando quella campanella il margine tra la spensieratezza e la vita adulta.

Tra gli studenti delle classi terminali, il terzo periodo serale dell’Istituto Morvillo Falcone di Brindisi ha deciso di mettere su un foglio le proprie emozioni e il loro ringraziamento verso i loro docenti e dirigente scolastico, Irene Esposito, che hanno saputo accompagnarli e guidarli. Il corso serale, infatti, prevede la partecipazione di studenti che non sono più nell’età dell’obbligo formativo e gli stessi, quindi, sono ben consapevoli dell’importanza dello studio e della formazione che una scuola può offrire loro. Il corso serale è, per eccellenza, il mondo delle seconde opportunità e gli ormai maturandi salutano con una bellissima lettera il loro dirigente scolastico, volto a cui assoceranno sempre la loro rinascita.

A seguire il testo della lettera scritta dagli studenti

“Giunti alla fine di questo percorso scolastico, vogliamo rivolgere i nostri più calorosi ringraziamenti all’Istituto Morvillo-Falcone, e in particolare alla Dirigente e a tutti i docenti che ci hanno accompagnato nei tre anni di corso serale. Grazie per averci insegnato che non è mai troppo tardi. Non è mai troppo tardi per riprendere un cammino interrotto. Non è mai troppo tardi per coltivare una speranza, raggiungere un traguardo, coronare un sogno. Non è mai troppo tardi per crescere.

Ritornare tra i banchi di scuola da adulti è un privilegio riservato a pochi: abbiamo potuto rivivere i luoghi della formazione con un’emozione forte, abbiamo guardato alla costruzione dei saperi con occhi diversi, abbiamo assaporato la bellezza dello stare insieme in un’ottica inedita. Come spesso accade nelle vicende della vita, quando si inizia a sentire l’appartenenza a una comunità di affetti, è proprio allora che ci si deve distaccare. Ma porteremo sempre nel cuore l’umanità di questa scuola, dei compagni di viaggio, dei docenti, della Dirigente e di tutto il personale che tiene in piedi l’istituzione più importante dello Stato.

La scuola rimane uno dei pochi presidi pubblici in cui l’uguaglianza e il merito orientano l’edificazione della persona e la piena integrazione del cittadino nella società: abbiamo imparato a guardare il mondo con gli occhi degli altri, abbiamo imparato che possedere più parole significa avere più opportunità, abbiamo imparato che saper fare alcune cose significa essere cittadini e lavoratori migliori, abbiamo imparato che è possibile cambiare il piccolo pezzo di mondo su cui possiamo operare.

Abbiamo imparato a prenderci cura del nostro vicino, consapevoli del fatto che il problema degli altri è uguale a quello che vive ciascuno di noi. Abbiamo imparato che gli ostacoli, le difficoltà, i limiti a volte si possono superare, e soprattutto si possono superare insieme. Il nostro viaggio non finisce qui: c’è ancora tanta strada da fare. E allora qual è la cosa più importante che abbiamo imparato? Questo abbiamo imparato: a camminare. Grazie Preside per la straordinaria opportunità. Grazie di tutto.”
 

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