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"Altre imprese coinvolte nel magna delle tangenti”: 86 indagati

Il pm Milto Stefano De Nozza: “Sistema aziendale rodato, perfettamente rodato, per un giro di appalti per il servizio di nettezza urbana”. Qualche chilo di pesce per una cancelliera del Tribunale di Brindisi

BRINDISI – Un “magna” esteso per tangenti e altre utilità anche sotto forma di serate con la escort: “Appare evidente come il giro di appalti per l’affidamento del servizio di nettezza urbana per conto e con le pubbliche amministrazioni poggi su un vero e proprio sistema aziendale, rodato, perfettamente funzionante”. Non solo: “Vi sono concrete ragioni per ritenere che tale sistema di tangenti coinvolga altre imprese”.

Il sostituto procuratore Milto De Nozza

Gli omissis

Le maglie dell’inchiesta chiamata Hydra si allargano e di conseguenza sale il numero degli indagati: dagli attuali 27, i cui nomi sono leggibili nell’ordinanza di arresto, sarebbero arrivati a 86. I nuovi nomi sono coperti da omissis, non essendo stati ancora notificati gli avvisi, poiché al momento non sono stati posti in essere atti che richiedono l’informazione di garanzia. Vero è che i carabinieri sono impegnati in una serie di accertamenti e che i capi di imputazione sono “provvisori” ed “estremamente gravi”. E che, sempre stando a quanto ha scritto il gip del Tribunale di Brindisi, Paola Liaci, ci sono cinque indici rivelatori della ricorrenza dell’esigenza cautelare per Pasquale Leobilla e Angelo Pecere, finiti in carcere. In primo luogo “la molteplicità degli episodi contestati, poi la reiterazione e la sistematicità delle condotte, la sussistenza di collegamenti attuali tra gli indagati e ancora l’abitualità e la naturalezza nell’attività illecita e infine l’estrema pericolosità di penetrazione e di controllo del territorio dimostrato”.

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Il magna come sistema di vita

“In sostanza, il comportamento dei pubblici ufficiali e degli imprenditori, non appare assolutamente occasionale, ma al contrario pare elevarsi a un sistema di vita nel quale il magna, vale a dire la tangente, rappresenta un aspetto essenziale”, sostiene il gip condividendo l’impostazione del pm Milto Stefano De Nozza, titolare dell’inchiesta. Il sostituto procuratore, nella richiesta di arresto, riportato a stralci nell’ordinanza, ha scritto: “Assuefarsi a ricevere un compenso indebito quale corrispettivo per l’asservimento delle proprie funzioni ovvero il compimento di atti contrari ai propri doveri di ufficio, determina un effetto indiretto che è quello – evidentemente – di riuscire a innalzare il proprio standard di vita ovvero consentirebbe al pubblico ufficiale corrotto di avere una qualità della esistenza superiore a quella che sarebbe consentita dagli importi degli stipendi”.

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Corruzione diffusa

“L’innalzamento dello standard qualitativo crea assuefazione nella misura in cui, raggiunto quel parametro, ben difficilmente accetta di tornare indietro”, prosegue il pm. “Deve essere negativamente apprezzata l’estrema facilità con cui gli indagati erano soliti avanzare richieste di denaro, l’indifferenza in ordine alla presenza di testimoni alle dazioni di denaro contante. Tutto questo si può e si deve giustificare solo nell’ottica di un sistema corruttivo diffuso, generalizzato, tollerato e quindi di carattere sistematico. Avvilente che la vendita della funzione pubblica al fine di favorire gli interessi dei privati corruttori”. O meglio, svendita secondo il sostituto procuratore De Nozza con riferimento alle “poche migliaia di euro o alle prestazioni sessuali con la escort”: “E’ significativo del più spregevole e marcato senso del crimine che, alla luce dell’incarico ricoperto dagli indagati, implica una valutazione di pericolosità al massimo grado”.

Rapporti negli uffici dei Comuni e in Tribunale

Le indagini che hanno coinvolti i Comuni di Torchiarolo, Villa Castelli, Biccari, Poggiorsini e Isole Tremiti dimostrano una “fitta rete di rapporti intrattenuti dalla Reteservizi srl che risulta estesa a macchia d’olio”. A titolo di esempio, il gip fa riferimento alla “disponibilità manifestata dal funzionario del Comune di Carovigno, addetto al rilascio dei certificati di residenza, nella vicenda della residenza della rumena”, fatta arrivare in Italia da Leobilla per un giro di incontri a sfondo sessuale. Altro esempio è “lo stretto rapporto esistente tra Leobilla e una funzionaria in servizio presso la cancelleria del Tribunale di Brindisi, sezione civile”. Quest’ultima avrebbe informato l’imprenditore “sullo stato di avanzamento di alcune pratiche giudiziarie sulla società, in cambio di qualche piccola utilità come quando la donna consegnava a Leobilla la copia di un atto giudiziario, facendosi comunque versare i diritti, in cambio di qualche chilo di pesce”. Valore pari a poche decine di euro.

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