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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Accoltellamento con omicidio dopo lite di coppia: indagata la compagna

Un nigeriano di 24 anni è stato ferito a morte in un appartamento di via Bastioni Carlo V a Brindisi. Martedì conferimento incarico per autopsia

BRINDISI - E’ indagata con l’accusa di omicidio volontario la convivente del cittadino nigeriano di 24 anni, Callistus Imoyera, che la scorsa notte è stato accoltellato in un alloggio situato al civico 25 di via Bastioni Carlo V, a pochi passi dalla stazione ferroviaria di Brindisi. La donna, anche lei nigeriana con regolare permesso di soggiorno, avrebbe accoltellato il compagno al culmine di un’accesa lite. Letali, per la vittima, due fendenti al torace, uno dei quali ha perforato il polmone. 

Il sopralluogo della Scientifica

La Polizia scientifica nella casa dove è stato ucciso un cittadino nigeriano-3

La coppia, stando alle testimonianze dei vicini, avrebbe iniziato a litigare già dalla tarda serata di domenica (11 marzo). Intorno alle 00,50, un altro migrante che risiede nello stesso stabile, situato di fronte alla sede della Camera di commercio, ha chiesto l’intervento dei soccorritori attraverso il 118.

Una volta giunti sul posto, i paramedici si sono imbattuti nel corpo esanime del 24enne. I tentativi di rianimazione sono stati vani. Allertati dagli stessi soccorritori, sul posto si sono recati i poliziotti e i colleghi della scientifica. Teatro del delitto è una palazzina in cui risiedono anche altri extracomunitari, tutti con regolare permesso di soggiorno, gran parte dei quali richiedente asilo. Questi sono stati condotti in questura, dove è stata raccolta la loro testimonianza. 

Le dichiarazioni del presidente della comunità nigeriana

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Iniziate nel cuore della notte, le indagini sono andate avanti per tutta la giornata odierna, sotto la direzione del pubblico ministero di turno del tribunale di Brindisi. Il magistrato nella mattinata di domani conferirà l’incarico per l’esame autoptico al medico legale Antonio Carusi. L’iscrizione nel registro degli indagati è quindi un atto dovuto, per dare la possibilità alla donna di essere rappresentata da un perito di parte, durante l’autopsia. Non è escluso, ad ogni modo, che nelle prossime ore si possa procedere con l’emissione di un provvedimento restrittivo. 
 

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