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Porto, attesa sotto la pioggia per 3mila viaggiatori: "Intervenga il Prefetto"

Riceviamo e pubblichiamo una nota di Adoc (Associazione per la difesa e l'orientamento dei consumatori) sulla grave situazione verificatosi nella serata di sabato 13 agosto al Terminal di Costa Morena

Riceviamo e pubblichiamo una nota di Adoc (Associazione per la difesa e l'orientamento dei consumatori) sulla grave situazione verificatasi nella serata di sabato 13 agosto al Terminal di Costa Morena dove 3mila persone dirette in Albania, tra cui molti turisti stranieri giunti a Brindisi proprio per prendere il traghetto per il Paese delle Aquile, sono state costrette ad attendere l'imbarco sotto la pioggia come documentato da un video inviato alla redazione di BrindisiReport. La situazione è degenerata a tal punto che i vacanzieri hanno forzato i cancelli di ingresso per cercare riparo sotto gazebi o all'interno del Terminal stesso. 

Le immagini che giungono dall’area di costa Morena dedicata ai controlli obbligatori e non a campione per i passeggeri in ingresso ed in uscita verso aree extra Schengen destano preoccupazione e non poche perplessità. Preoccupazione in ordine alla gestione dei flussi di traffico che diviene insostenibile in alcuni periodi dell’anno specie con l’aumentare dell’attrattività di alcune destinazioni come l’Albania e la concomitanza degli orari di operatività di alcuni vettori diretti da e per la stessa destinazione. 

Perlplessità circa la garanzia che venga assicurato l’ordine pubblico, l’efficienza e l’accuratezza dei controlli attraverso una dotazione infrastrutturale ed organica del servizio affidato all’importante lavoro degli addetti della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza supportati per quanto di propria competenza dal servizio di security. Se a quanto denunciato sopra aggiungiamo la concomitanza di condizioni meteo avverse come avvenuto nelle scorse ore il quadro diviene davvero insostenibile con gente sprovvista di mezzi o in attesa dei controlli che cerca ostinatamente riparo nelle zone “sterili” dedicate ai controlli e l’assenza di servizi di collegamento tra l’area in questione e le zone di imbarco che distano diverse centinaia di metri.

Problemi, quindi, di sicurezza ma anche di  organizzazione che gravano sull’immagine di un porto che stenta faticosamente ad uscire da una fase di stallo dovuta alla crisi dei traffici determinata dalla pandemia e che non riesce a scrollarsi di dosso problematiche ormai consolidate. L’obiettivo dovrebbe essere quello di affrontare nuove sfide anticipando con un’organizzazione ed infrastrutture adeguate i volumi di traffico, invece? Facciamo appello a s.e. il Prefetto, per quanto di competenza affinché venga attentamente monitorato l’aspetto legato all’ordine pubblico che mette in seria difficoltà gli stessi operatori di sicurezza e all’Autorità di sistema Portuale del basso Adriatico per mitigare al momento le situazioni di emergenza, perché di questo si tratta, e programmare investimenti che rendano più agevole le operazioni dei viaggiatori e degli operatori.

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