rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
settimana

Decarbonizzazione: "A rischio 800 posti di lavoro". Incontro in prefettura

I sindacati: "La transazione energetica non deve essere pagata dai lavoratori e dai territori che ospitano le centrali a carbone, bisogna trovare soluzioni adeguate"

BRINDISI - Si è svolto, nella mattinata odierna, in videoconferenza, l’incontro, convocato dal prefetto Bellantoni, in adesione alla richiesta delle organizzazioni sindacali di categoria del comparto elettrico (Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uiltec Uil) teso ad un aggiornato punto di situazione sul processo di decarbonizzazione previsto dal piano strategico energetico nazionale e sul  progressivo e graduale processo di dismissione della centrale Enel di Cerano. Alla riunione, oltre alle organizzazioni sindacali di categoria, hanno preso parte i rappresentanti territoriali di Enel ed il direttore di Confindustria.

Nel corso dell’incontro la delegazione sindacale guidata dai segretari Antonio Frattini, Marco Bernardo e Carlo Perrucci, ha espresso forti preoccupazioni per il processo di dismissione in atto, che rischia di avere significativi impatti negativi sulla salvaguardia dei livelli occupazionali in un contesto generale, peraltro già  gravato da forti sofferenze nei vari segmenti produttivi e che rischia di acuirsi, tenuto conto dei ritardi che si sono riscontrati nelle procedure autorizzative dei nuovi impianti a gas necessari ad assicurare la transizione energetica ed il superamento della produzione  a carbone: sono a rischio 800 posti di lavoro tra diretti e appalto. 

"Bisogna scongiurare - affermano i sindacati - il rischio che Enel in assenza delle previste autorizzazioni richieste utilizzi tale circostanza per abbandonare definitivamente Brindisi e la Puglia.  Oltre 2 anni di ritardi sul Permitting di un progetto con un investimento di 800 milioni di euro, che non ha alcun collegamento con i fondi europei del Recovery Fund, nato per la sostituzione delle 4 unità a carbone (2640 Mw), con 3 nuove unità a ciclo combinato alimentate a gas per una potenza complessiva di 1.680 Mw. Questi ritardi rischiano di compromettere in maniera irreversibile le opere che vanno autorizzate, prima delle ultime aste previste da Terna rivolte ai produttori di energia per la costruzione dei nuovi impianti a gas indispensabili a garantire la piena efficienza del sistema elettrico italiano".

I rappresentanti di Enel hanno delineato le tappe del processo di dismissione della vecchia centrale e di realizzazione dei nuovi impianti a turbogas,che potrebbero costituire, attesa anche l’entità degli investimenti per nuovi progetti energetici,  occasione di continuità occupazionale e di  sviluppo per il territorio, sebbene allo stato non siano conclusi i procedimenti autorizzativi presso i competenti enti centrali e territoriali.

"La generazione elettrica a Brindisi è essenziale - hanno sottolineato i sindacati pronti a scioperare - per questo c’è bisogno di una decisa accelerazione nei tempi di rilascio delle autorizzazioni, per realizzare le infrastrutture di rete, gli impianti di accumulo e la costruzione dei nuovi impianti a gas per compensare l’intermittenza e la non programmabilità delle notevoli produzioni di energia rinnovabile eolica e fotovoltaica esistenti e per permettere di realizzare nei tempi previsti l’ambizioso obiettivo del phase-out del carbone".

A conclusione di un articolato e proficuo confronto, il Prefetto ha assicurato la massima attenzione sulla questione, con la sensibilizzazione delle amministrazioni centrali competenti, al fine di risolvere le criticità insorte e favorire la individuazione condivisa di soluzioni, auspicando, altresì, una forte coesione dei livelli istituzionali territoriali, per lo sviluppo del territorio e la tenuta dei livelli occupazionali. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Decarbonizzazione: "A rischio 800 posti di lavoro". Incontro in prefettura

BrindisiReport è in caricamento