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Aria di Mondiali femminili: l'album del calcio in rosa brindisino

Iniziano oggi in Francia i campionati del mondo di calcio femminile. Dalla Lino Schena Brindisi all'Ars et Labor Mesagne, passando per l’Atletico e il Futsal Brindisi, un excursus fra le squadre e le calciatrici che hanno fatto la storia del movimento in provincia di Brindisi

Chi ha detto che il calcio è solo per i maschi? «E’ giusto che ognuno faccia ciò che gli piace, che sia donna o uomo. Lo sport, quello fatto con passione, è a 360 gradi. Ma devi mettere a disposizione gli strumenti giusti» è il parere di Antonio Benarrivo, vicecampione del mondo con la nazionale azzurra nel 1994,  fra i protagonisti del Parma vincente in Italia e in Europa e che ha avuto il privilegio di alzare al cielo tutti gli otto trofei presenti nella bacheca dei crociati.

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Tutto il resto è fanatismo. Per cui ben venga il calcio femminile, e a mettere a disposizione i giusti strumenti, oltre alla Nitor e all’Euro sport Academy, per citarne alcune, ci sta pensando anche Pierluigi Orlandini: partirà a settembre la Scuola calcio per ragazzi e ragazze, l’Asd Gigi Orlandini, nome che rimarrà per sempre negli almanacchi per il primo Golden gol della storia del calcio, il 20 aprile 1994, a Montpellier contro il Portogallo.

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Inizia oggi, venerdì 7 giugno, il Mondiale di calcio femminile che quest’anno si disputerà in Francia e, finalmente, l’Italia del Ct Bertolini continuerà a dimostrare che il rettangolo verde non è solo per gli uomini.  Ma anche la provincia di Brindisi ha una lunga storia da raccontare, a questo proposito, costruita spesso su campi di gioco polverosi. Le prime ragazze brindisine con le scarpe bullonate si chiamavano “Lino Schena(in basso una foto di squadra della Lino Schena): era il 1974 e il mediano Marinella Macaolo, una “piccenna” che oggi ha quasi 60 anni, si destreggiava con le compagne di squadra tra dribbling, passaggi e gol di testa. L’ha fatto per 27 anni varcando i campi d’Italia e della Francia, passando a militare nella serie A di calcio femminile. Quella “piccenna” della “Lino Schena” che, ancora oggi, con la voglia inarrestabile di tirare i calci al pallone, ha incontrato la play di serie B1 e A2, Patrizia Ravone cresciuta con l’insegnamento di coach Antonio Errico che «lo sport è sacrificio». Una passione per i palleggi che ha avuto fin dall’età di cinque anni, quando con gli amici e cugini, in spiaggia e per strada, metteva su delle partite di calcio.

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Un’ottima calciatrice, la Ravone, che ha calpestato il parquet per 23 anni, e che alla fine, ha scelto di indossare le scarpe bullonate dell’Atletico Brindisi di Franco Lacalaprice e Giuseppe Fiume: una squadra di 20 donne che ha riempito Brindisi di talento rosa a 11 per circa 15 anni L’Atletico Brindisi negli anni 1999/2000 è stata anche la squadra della giovane Marina Basile, attaccante scomparsa all’età di 19 anni a causa di un male incurabile contro cui ha combattuto da guerriera per tre anni. Quel nome che oggi, profondamente legate a lei, Patrizia Ravone e Marinella Macaolo continuano a far vivere nella squadra Futsal Brindisi a lei intitolata.

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Nata nel 2014, la Futsal Brindisi “Marina Basile” (foto in alto) è una realtà di calcio a cinque fatta di sacrifici, di talenti e di tante soddisfazioni nei campionati Csi, sostenuta dal presidente Antonio Francesco Picoco: una squadra che ha intrecciato i sogni, le speranze e la passione di donne che oggi sono mamme, mogli e, soprattutto, amiche da sempre. E che intorno a loro hanno ragazzine che la notte si addormentano col pallone tra le braccia.

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Ma la storia del calcio brindisino ha varcato anche i limiti della Provincia: Mariangela Presta, splendida 45enne, oggi è vicesindaco di San Donaci ed è apparsa sul giornale Donna Moderna (foto sopra)  perché quando indossava la fascia tricolore di Prima cittadina, a soli 29 anni, le domeniche vestiva i panni di mediano dell’Ars et Labor Mesagne, squadra di calcio a 11 nata nel 1987. L’Ars et Labor Mesagne dei presidenti Elio Camarda e Giuseppe Potì, ha militato per due stagioni sportive, 1966/1967 e 1997/1998, nel campionato nazionale di serie B organizzato dalla Figc. Il calcio rosa mesagnese ha avuto in squadra anche ragazze di Latiano, Manduria, Ostuni, Brindisi e San Pietro in Bevagna, e c’era già chi aveva militato in serie A, nell’Alaska Veglie, come il difensore Lucia D’Aversa, e nella Royal Lazio, la centrocampista Caterina Lamastra.

Per trent’anni  queste donne hanno lottato per la conquista di uno spazio sportivo nel mondo del calcio, e, tra alti e bassi, ci sono riuscite, come Margherita D’Oria, difensore latianese classe 1969 che si è avvicinata al pallone grazie al padre Rosario Vincenzo, allenatore del Ninden Westfalika in Germania. La D’Oria faceva la cuoca a “Il Vittoriano” e ogni volta erano salti mortali per cambiare turno e andare a conquistare la vittoria con la sua squadra.

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C’è stata chi la madre l’avrebbe voluta ballerina, ma da impareggiabile play del basket ha seguito la sua passione: Francesca Sabato (foto sopra), brindisina, dopo aver militato nelle file dell’Ars et Labor Mesagne, ha debuttato in serie A il 15 settembre 2001 nella squadra di Carolina Morace, l’Agliana.

Donne che hanno vinto pregiudizi e difficoltà economiche, e hanno fatto diventare il calcio femminile una realtà ben precisa nel panorama sportivo pugliese. Hanno affinato le tecniche, migliorato l’intesa e l’affiatamento. “Per fare divenire realtà un grande sogno, il primo requisito è una grande capacità di sognare, il secondo è la perseveranza, una fede nel sogno” è stata la filosofia applicata allo sport della società Ars et Labor Mesagne. E che noi lo auguriamo alle ragazzine che vorrebbero entrare nel campo rettangolare e dimostrare agli uomini che lo sport, quello vero, è a 360 gradi. Forza Azzurre!

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