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Rossi: "Il porto di Brindisi deve essere Autorità portuale, una battaglia per la città"

La proposta lanciata dal sindaco nel corso del consiglio comunale sul piano regolatore portuale: "Sugli introiti del porto di Brindisi si costituisce un bilancio di tutti i porti dell’Autorità di sistema". Con i soli voti della maggioranza ok al “parere favorevole condizionato” al Prp

BRINDISI – Il sindaco Riccardo Rossi lancia la battaglia per istituire nuovamente un’Autorità portuale di Brindisi. Lo ha fatto nel corso della seduta del consiglio comunale odierna (lunedì 5 dicembre), dedicata interamente al piano regolatore portuale. Con i soli voti della maggioranza (17 favorevoli, otto contrari e due astenuti l’esito della votazione) è passata una delibera tramite la quale il Comune di Brindisi esprime un “parere favorevole condizionato” al documento varato dal comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Meridionale. L’amministrazione comunale era chiamata a fornire un parere limitatamente alla tematica dell’interazione fra città e porto, nell’ambito di un iter autorizzativo che in questa fase coinvolge anche il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la Regione Puglia e il Consiglio superiore dei lavori pubblici. 

Le condizioni poste dal Comune

Sono due le condizioni poste dal Comune di Brindisi. La prima riguarda le “prescrizioni vincolanti, tutte espresse nella relazione – parere approvata, per le materie che la legislazione vigente affida alle competenze esclusive dell’Autorità di sistema portuale: pianificazione delle aree portuali e retro-portuali”. La seconda consiste nella “eliminazione integrale di tutti gli elaborati del Piano Regolatore Portuale concernenti la ‘pianificazione delle aree con funzione di interazione porto-città’ e la ‘pianificazione dei collegamenti infrastrutturali di ultimo miglio di tipo viario e ferroviario nonché agli attraversamenti del centro urbano rilevanti ai fini dell'operatività del porto’ in quanto la redazione di detti elaborati non rientra nelle competenza dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale, ai sensi del comma 1-quinquies dell’art. 5 della L. 84/94 e ss.mm.ii”.

Va ricordato che la scorsa settimana il ministero dei trasporti e delle Infrastrutture aveva già dato l’ok al Prp, rilevando la coerenza dello stesso con le indicazioni del Dpss (Documento di pianificazione strategica di sistema) approvato con deliberazione della giunta regionale. La direttrice generale del ministero ha in particolare rimarcato come “le aree di interazione porto-città proposte nel Prp appaiono anch’esse in linea (con il Dpss, ndr), seppur con obiettivi di sviluppo delle contigue aree portuali”.

I rilievi mossi dal sindaco

Il Comune di Brindisi ha invece mosso dei rilievi nell’alveo dell’interazione città-porto e dei collegamenti infrastrutturali di ultimo miglio. Non solo. Il sindaco, per quanto riguarda le aree del demanio, ha parlato di un Prp fermo alla pianificazione del piano regolatore del 1975, tuttora vigente, con l’aggiornamento del 2006 per quanto riguarda gli accosti di Sant’Apollinare.  “Penso che si poteva ottenere di più - afferma il primo cittadino - per programmare il porto nei prossimi decenni attraverso un Prp che lo deve traghettare verso il futuro”.

Rossi si aspettava qualcosa di più anche per quanto riguarda i dragaggi, che stando al piano regolatore non porteranno i fondali a 18 metri di profondità, misura che avrebbe reso il porto “maggiormente attrattivo - dichiara il sindaco - per le grandi navi”. Analogo disappunto viene espresso per la previsione di impianti produttivi nei pressi di Punta Riso. “Ci possono essere interazioni – si chiede Rossi - con aree contigue? Secondo me sì. Lì vanno bene le crociere, non gli impianti produttivi”. Inoltre il primo cittadino fa notare come nel Prp non vi sia alcun riferimento all’allargamento di Canale Pigonati, “chiesto da gran parte della città”.

Il sindaco ha lamentato il mancato coinvolgimento dell’amministrazione comunale nella redazione del piano. “Lo scorso 11 agosto – afferma Rossi – abbiamo mandato una nota (all’Autorità di sistema portuale, ndr) chiedendo se potessero darci le carte”. La risposta? “Ve le daremo – afferma ancora il sindaco - dopo adozione del piano da parte del comitato di gestione, avvenuta lo scorso 20 ottobre”. 

"Battaglia per il porto di Brindisi Autorità portuale"

Da qui Rossi ha fatto una sorta di excursus sulla genesi dell’Autorità di sistema portuale, ricordando come originariamente si era deciso di istituirne una sola per tutta la Puglia, salvo poi dar vita a due Authority, una del Mar Adriatico Meridionale e una dello Jonio, che avevano i loro perni rispettivamente nei porti di Bari e Taranto, con Brindisi che veniva rimpallata fra le due sponde, fino alla destinazione finale nell’Autorità di sistema del Mar Adriatico meridionale (quella di Bari). “Siccome nulla è scritto sulla pietra – afferma Rossi – io penso che il porto di Brindisi abbia tutte le condizioni, per la sua storia, per le sue potenzialità e per l’attuale funzione che riveste nello scenario nazionale, di essere porto core e di essere Autorità portuale di Brindisi. Perché sugli introiti del porto di Brindisi si costituisce un bilancio di tutti i porti dell’Autorità di sistema, che a mio avviso vengono molto sostenuti dagli introiti che vengono fatti a Brindisi”.

E a proposito degli introiti del porto di Brindisi (si fa riferimento, in particolare, a quelli derivanti dalla movimentazione del carbone) il sindaco si interroga: “Come vengono reinvestiti nel porto di Brindisi questi soldi?”. “Allora io penso sia giunto il tema – prosegue Rossi – e spero che nei prossimi consigli comunali lo affronteremo, di avanzare una richiesta al ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini”. Citando il caso di Messina, diventata autorità portuale singola, “anche il porto di Brindisi- afferma Rossi - deve essere Autorità portuale di Brindisi. Questa può essere una battaglia della città per poter trovare una dignità di questo porto”. Tale proposta è stata subito accolta dal consigliere Ercole Saponaro (Lega) che ha peso l’impegno di parlare con Salvini di questa "battaglia”. 

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