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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Coste brindisine: la "porta" della marijuana che viene dall'Albania

La relazione della Dia sui traffici di stupefacente, le dichiarazioni di Andrea Romano e i maxi-sequestri della guardia di finanza

BRINDISI - Così vicine che in alcuni giorni propizi si possono vedere: le coste dell'Albania non sono distanti dal porto di Brindisi, dalle battigie pugliesi. E così le mafie possono sfruttare questa rotta, la vicinanza, per inondare il territorio brindisino con quintali di marijuana, stupefacente che poi viene smistato nel resto della Penisola. La relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia ricorda l'operazione San Silvestro, condotta il 27 maggio 2020 dai finanzieri del comando provinciale di Brindisi. E, più recentemente, ci hanno pensato le dichiarazioni di Andrea Romano, semmai ce ne fosse bisogno, a corroborare la tesi delle coste pugliesi come rotta preferita dai narcotrafficanti.

La relazione della Dia parla dell'operazione San Silvestro dei militari brindisini, che "ha svelato l'operatività di un'organizzazione radicata nel territorio brindisino dedita al traffico di stupefacenti provenienti dall'Albania verso le coste italiane. In particolare, gli albanesi coinvolti, tutti stabilmente dimoranti in Italia, mantenevano i contatti con propri connazionali fornitori dello stupefacente utilizzando gli italiani per il supporto logistico (come il reperimento di natanti e scafisti) e il successivo trasporto e smercio dello stupefacente anche verso altre regioni del nord Italia. Durante l'inchiesta sono stati effettuati numerosi sequestri lungo le coste salentine a riscontro dei traffici illeciti svelati". L'operazione ha permesso di denunciare 24 soggetti, appartenenti all'organizzazione, arrestare 15 responsabili in flagranza di reato, sequestrare complessivamente: 3.750 chili (circa) di marijuana, 50 chili di hashish, oltre 1 chilo di cocaina, 1 chilo di eroina, 6 imbarcazioni e 3 autovetture.

Ma questa non è l'unica operazione condotta dai finanzieri brindisini. Gli analisti della Dia ricordano anche l'operazione Beached, che ha portato al sequestro di oltre 4mila chili di marijuana, oltre mezzo chilo di cocaina, 27mila euro in contanti, un natante, tre autovetture e una motocicletta. E' stata inoltre notificata un'ordinanza di custodia cautelare a carico di 17 persone. "L'indagine ha avuto origine quando, al largo delle coste di  San Cataldo, veniva intercettato un gommone, condotto da due scafisti, abbandonato dopo un inseguimento sulle coste di Ostuni. All'interno del natante venivano rinvenuti 886,5 chili di marijuana. Le indagini successive consentivano di delineare l'organigramma di un gruppo criminale, capeggiato da un albanese, che operava tra Italia e Albania al fine di acquistare in quest'ultimo Paese, trasportare e cedere nel nostro, ingenti quantitativi di cocaina e marijuana", si legge nella relazione semestrale della Dia.

Della rotta albanese ne ha parlato recentemente anche il novello collaboratore di giustizia Andrea Romano, boss del clan Romano - Coffa della Sacra Corona. Ha deciso di passare dalla parte dello Stato, dopo una condanna all'ergastolo, nel dicembre 2020. Oltre a parlare della rotta greca, racconta anche di quella albanese: "L'approvvigionamento dall'Albania era gestito direttamente da […] e principalmente si trattava di marijuana con carichi che raggiungevano anche gli 800-1000 chili a viaggio. Il trasporto avveniva sempre tramite gommone via mare". Romano agli inquirenti racconta anche del ruolo strategico del porto di Brindisi: qui veniva stoccata la cocaina, per poi essere smistata. Non solo droga, gli analisti della Dia rilevano che il porto brindisino "in continuità con il passato, costituisce un hub nevralgico anche per l'importazione di merci contraffatte da smerciare nel territorio nazionale, nonché raccordo centrale per l'importazione di tabacchi lavorati esteri e prodotti petroliferi di contrabbando".

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