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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Corruzione: indagati ex dirigente Asl Brindisi ed ingegnere del Brindisino

Inchiesta su manutenzioni straordinarie non richieste e forniture di filtri anti legionella a prezzi anti economici nella sanità, nata da un'indagine della Mobile di Brindisi. Emesse quattro misure interdittive non detentive

BRINDISI – L’ex direttore amministrativo dell’Asl Brindisi, il 66enne Giovanni Giannoccaro, orignario di Bari e di fatto domiciliato a Brindisi, e un ingegnere residente a Torre Santa Susanna, il 39enne Valentino Teodoro Panarese, sono coinvolti in una inchiesta della Procura di Bari su una presunta attività corruttiva avvenuta fra il 2016 e il 2017 a Bari e in provincia, nell’ambito della sanità. Il nucleo di Polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Bari, in collaborazione con la Squadra Mobile di Brindisi, ha eseguito stamattina una misura cautelare di tipo interdittivo (non detentiva), della durata di nove mesi, a carico complessivamente di quattro persone.  Nei confronti dell’ingegnere della provincia di Brindisi è stato disposto il divieto di esercitare la professione. E’ stato invece disposto il divieto di esercitare attività di impresa nei confronti degli imprenditori Pietro Tassielli, 50 anni, di Acquaviva delle Fonti (Bari) ed Ettore Cesarotti, 78 anni, di Ciampino (Roma). Sospensione delle funzioni di direttore di impresa, infine, nei confronti di Norberto Ramponi, 59 anni, di Roma. Il provvedimento cautelare emesso dal gip del tribunale di Bari, Giuseppe De Beneditis, su richiesta della locale Procura della repubblica, non prevede, invece, l’applicazione di alcuna misura nei confronti di Giannoccaro, comunque indagato per il medesimo reato, perché sono venute meno nei suoi confronti le prescritte esigenze cautelari, in quanto collocato in congedo nel 2018.

L’indagine nasce da un filone di una inchiesta già avviata dalla Squadra Mobile di Brindisi, sempre su illeciti in ambito sanitario. Gli approfondimenti investigativi sono quindi stati delegati al Gruppo tutela spesa pubblica del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari, articolazione specializzata nel contrasto agli illeciti contro la pubblica amministrazione e, nello specifico, alla corruzione. Le vicende, dunque, erano già oggetto di accertamento da parte della Procura della Repubblica di Brindisi, tramite intercettazioni telefoniche, acquisizioni documentali, indagini finanziarie e attività di riscontro.

Da quanto appurato dagli inquirenti, Giannoccaro avrebbe posto in essere taluni atti contrari ai propri doveri di ufficio, consistiti nell’indebita promozione del pagamento, in favore di una società con sede a Roma (già aggiudicataria del “servizio energia” presso l’Asl di Brindisi) di fatture relative a manutenzioni straordinarie non richieste e non adeguatamente documentate (verbalmente autorizzate dallo stesso direttore amministrativo in violazione della specifica regolamentazione dell’ente) del valore di oltre 1,3 milioni di euro. Gli atti contrari ai doveri di ufficio si sarebbero inoltre concretizzati in una proposta economica, presentata dalla medesima impresa romana, relativa alla fornitura di filtri “anti-legionella” al prezzo antieconomico di 379.500 euro oltre Iva. La stessa commessa è stata successivamente acquisita dall’Asl di Brindisi da altro operatore, al prezzo più conveniente di 8.500 euro oltre Iva.

Quale contropartita del proprio interessamento illecito, il pubblico ufficiale ha ricevuto indebite utilità consistenti nella ristrutturazione, a titolo gratuito, di un immobile di sua proprietà ubicato a Bari (rinnovamento impiantistica e lavori edili), del valore di circa 63.000 euro, eseguita da una srl con sede ad Acquaviva delle Fonti (Bari). Quest’ultima sarebbe stata, a sua volta, indirettamente ricompensata per le opere prestate, ottenendo dalla citata società romana l’affidamento di un subappalto di lavori presso un nosocomio barese.

Queste, dunque, le vicende che hanno portato all’emissione dell’odierna ordinanza. “Gli esiti dell’attività d’indagine - si legge in una nota della Procura di Bari - costituiscono un’ulteriore, concreta testimonianza del costante presidio esercitato dalla Procura della Repubblica di Bari, in stretta sinergia con il locale Nucleo Pef Bari, per la repressione del grave fenomeno della corruzione, a tutela del buon andamento della Pubblica amministrazione”.

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