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Nastro Enel, carbone in mare: sequestrato l'impianto delle acque meteoriche

Scarico in località Caracciolo nel porto: intervento della Capitaneria di porto dell'Arpa. Foto e video acquisiti dal pm. "Fenomeno retrodatato e virulento". Denunciati i responsabili del sito di Cerano

BRINDISI - Il carbone della centrale Enel di Cerano in mare. Fenomeno "retrodatato e virulento", con conseguenze per l'ambiente e rischio di contaminazione biologica, motivo per il quale è stato eseguito il sequestro preventivo d'urgenza dell'impianto di raccolta delle acque meteoriche del nastro trasportatore nel porto di Brindisi, con annessa denuncia per "sversamento abusivo" dei dirigenti responsabili del sito di proprietà della centrale elettrica, già finita al centro di inchiesta penale per le ceneri derivanti dal processo di combustione del carbone.

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L'inchiesta sullo smaltimento illecito dei rifiuti

La scoperta è avvenuta nella giornata di ieri ad opera del personale della capitaneria di porto di Brindisi, sotto il coordinamento del “Nucleo Operativo di Polizia Ambientale” (NOPA) della Direzione Marittima di Bari, congiuntamente al personale della prevenzione dell’ambiente dell'Arpa Puglia: hanno individuato "uno scarico in mare di acque colore scuro intenso, apparentemente carica di solidi sospesi, tipico di acqua mista a carbone", dandone immediata comunicazione al pubblico ministero di turno, Luca Miceli.

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Lo sversamento ritenuto abusivo è stato individuato all’interno del porto di Brindisi,  in località Caracciolo, presso lo scarico delle acque di dilavamento e di prima pioggia del nastro trasportatore che alimenta la centrale “Federico II". Il liquido di colore nero aveva interessato lo "specchio di mare per una profondità di circa 70/80 metri ed un’estensione di circa 200 metri". il campionato delle acque del mare, finalizzato allo svolgimento di una serie di esami, è stato delegato ai funzionari dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente di Brindisi.

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Nella prima informativa reato si legge che "l'acqua reflua prelevata che sfociava a mare aveva un evidente aspetto anomalo, di colore scuro intenso, apparentemente carica di solidi sospesi, tipico di acqua mista a carbone". E ancora: "tale sversamento, considerata la notevole estensione della chiazza, potrebbe aver causato grave danno all’ambiente marino". tracce evidenti di colorazione nera sono state riscontrate sugli scogli.

Per questo motivo, "il fenomeno" è stato ritenuto "non del tipo isolato, ma alquanto retrodatato proprio per la particolarità e la virulenza con la quale già visivamente la scogliera si presentava deturpata, con conseguenze  sotto il profilo biologico in particolare per il soffocamento della flora acquatica dovuta alla precipitazione del carbone nei sedimenti marini". L’adozione dei provvedimenti cautelari si è resa necessaria per evitare il protrarsi della situazione di scarico accertata, e porre sotto sequestro parte dell’impianto predetto.

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Spetta alla società Enel, a questo punto, chiarire cosa sia successo e addottare quanto prima soluzioni in grado di impedire il ripetersi dello sversamento, al momento bloccato per effetto dell'apposizione dei sigilli. La centrale, finita sotto sequestro nelle sorse settimane, ha ripreso a funzionare - sia pure in misura ridotta - dopo il provvedimento firmato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, Antonia Martalò, dopo la misura cautelare ottenuta dal pm della Dda di Lecce, Alessio Coccioli, titolare dell'inchiesta che ha portato alla contestazione dello smaltimento illecito dei rifiuti.

La dichiarazioni dell'Enel

Sulla vicenda è intervenuta con un comunicato la società elettrica, in sostanza dichiarandosi parte lesa nella vicenda. Lo scarico incriminato è destinato allo scarico in mare, tramite vasche di raccolta, delle acque meteoriche che interessano il tracciato del nastro trasportatore del carbone e relative torri, lungo i 13 chilometri che separano il molo Enel a Costa Morena Est dalla centrale di Cerano.

Sembra che la ditta incaricata delle manutenzioni abbia proceduto ad operazioni di lavaggio di alcune delle torri del nastro, immettendo i reflui contaminati dalla polvere e da altre frazioni del carbone nel circuito delle vasche di raccolta delle acque meteoriche.

"Enel Produzione segnala che nella giornata di giovedì 2 novembre è avvenuto uno sversamento in mare di acque meteoriche provenienti dalla zona del nastro trasportatore della Centrale “Federico II”. Dai primi approfondimenti, tale sversamento appare riconducibile alle operazioni di una ditta appaltatrice impegnata nelle attività di lavaggio di una delle torri utilizzate per la logistica del carbone, che ha operato in violazione delle corrette procedure tecniche", fa sapere la nota dell'azienda.

"Nel luogo dello sversamento è prontamente intervenuta la Capitaneria di Porto. Enel Produzione ha immediatamente sospeso ogni attività svolta dalla ditta e avviato una serie di interventi volti al completo ripristino del sito marino. 
La Società sta formalizzando le conseguenti comunicazioni alle Autorità competenti e collaborando con la Capitaneria di Porto di Brindisi per le ulteriori verifiche".

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