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Ostuni: polemiche contro le ordinanze che limitano alcool e musica

I provvedimenti anti movida molesta approvati la scorsa settimana dalla commissione straordinaria contestati dalle associazioni di categoria

OSTUNI - A Ostuni le associazioni di categoria insorgono contro tre ordinanze approvate la scorsa settimana dalla commissione straordinaria per porre un freno al fenomeno della movida molesta sia nel centro storico che nelle marine. L’ordinanza 109 prescrive l'utilizzo delle emissioni sonore sino all'1 in settimana ed alle 2 nel fine settimana lungo la costa, sino a mezzanotte in settimana e sino all'1 nel centro urbano e nelle zone rurali. Tali disposizioni si applicheranno dal 6 luglio al 30 settembre. La violazione comporterà sanzioni amministrative che possono arrivare alla chiusura per tre giorni dell'attività per due violazioni accertate.

L'ordinanza n. 110 vieta dal 6 luglio al 30 settembre, dalle 2 alle 6 del mattino, la somministrazione e la vendita, anche d'asporto, di bevande alcoliche e superalcoliche prevedendo una sanzione che va dai 500 ai 5000 euro. Infine L'ordinanza n. 111 vieta, sempre dal 6 luglio al 30 settembre, dall'1 alle 5 del mattino, la vendita di prodotti di gastronomia pronti per il consumo immediato da parte degli esercizi del settore alimentare ed artigianale.

Contro questi provvedimenti prendono posizione le associazioni Fenalip, un neo costituito comitato degli esercenti e la Confesercenti, ma con sfumature diverse. Fenailp e comitato chiedono infatti la revoca di tutte e tre le ordinanze, mentre la Confesercenti “salva” solo l’ordinanza sulle emissioni sonore, chiedendo di rivedere le altre due. 

Fenailp: "Tutte e tre le ordinanze da revocare"

“Queste tre ordinanze – dichiara il vice presidente nazionale della Fenailp, Cosimo Lubes - sono una risposta sbagliata ad un problema che esiste. Nel centro storico ed in tante zone della città esistono maleducati, incivili, che si ubriacano, si drogano, urlano, litigano, vomitano, defecano ed urinano nei pressi delle abitazioni di ignari ed incolpevoli cittadini. Non si possono – ritiene Lubes- penalizzare gli operatori commerciali, titolari di bar, pizzerie, pub, ristoranti, creperie, gelaterie, che già hanno attraversato anni terribili per la pandemia ma anche economica, con costi elevatissimi, un coprifuoco che adesso debbono subire, a stagione estiva iniziata, questi provvedimenti  causeranno gravi danni economici alle loro aziende ma anche conseguenze per tutti coloro che lavorano nei pubblici esercizi, e  personale di supporto, che rischieranno di rimanere senza lavoro”. 

“Il problema della sicurezza va affrontato – sottolinea ancora il vicepresidente della Fenailp - potenziando la presenza sul territorio di tutte le forze dell'ordine presenti sul nostro territorio, magari costituendo delle convenzioni con aziende di sicurezza private che possano pattugliare le zone più sensibili, non certamente facendo fallire tante piccole e medie imprese”.  Oltre alla revoca delle ordinanze, la Fenailp chiede alla commissione straordinaria di convocare le associazioni di categoria “per individuare, insieme, delle soluzioni che permettano a tutte le attività di continuare a lavorare per il sostentamento delle loro famiglie. Purtroppo - conclude Lubes - già nel primo week end abbiamo registrato i primi danni economici alle attività, anche in relazione alla poca chiarezza che emerge nelle ordinanze”.

Confesercenti: "Da rivedere ordinanze su bevande e alimenti"

Il presidente di Confesercenti Brindisi, Michele Piccirillo, esprime invece l’auspicio che “le ordinanze del comune di Ostuni (su somministrazione di bevande e di alimenti, ndr) possano essere riviste e meglio calibrate, in modo da individuare e risolvere i problemi reali con interventi mirati che non penalizzino le imprese”. Tali provvedimenti, secondo la Confesercenti, potrebbero creare “un ingiustificato e grave danno per le imprese, mettendo a rischio la qualità dei servizi resi alle migliaia di turisti che, anche nelle ore notturne, frequentano l’intero territorio ostunese ed, in particolare, il centro storico”. 

Mihele Piccirillo rimarca ancora come non sia “accettabile che la scorrettezza di alcune imprese o di gruppi di cittadini debba determinare vincoli che implichino pesanti restrizioni alla libertà di impresa garantita dalle leggi, a danno di chi opera nel pieno rispetto delle regole”. “Piuttosto – prosegue Piccirillo - si potenzi l’attività di controllo nei mesi estivi, anche attraverso il rafforzamento della collaborazione tra le diverse forze dell’ordine”. 

“Circa la possibilità di uniformare totalmente le regolamentazioni comunali – afferma ancora il presidente di Confesercenti - si condividono le difficoltà espresse dai sindaci della provincia di Brindisi ma si evidenzia al contempo la necessità di individuare almeno su alcuni problemi (attività di controllo, organizzazione di eventi, trasporti e comunicazione), percorsi e tempi di intervento condivisi. Infine l’auspicio “che anche la Regione Puglia voglia approfondire queste tematiche all’interno del nuovo piano strategico per il turismo, favorendo tutti i possibili percorsi di coordinamento in grado di dare certezza ai visitatori, alle imprese ed ai lavoratori”.

On. Palmisano (M5S): "E' necessaria la modifica delle ordinanze. Prevalga il buon senso"

“Ritengo necessario un approfondimento sulle recenti ordinanze adottate dalla Commissione straordinaria del comune di Ostuni che disciplinano gli orari di deroga alle emissioni sonore durante questo periodo estivo, nonché le condizioni di vendita con relativi divieti a cui dovranno adeguarsi gli operatori commerciali all’interno del territorio ostunese. Da una prima analisi delle ordinanze - interviene l'onorevole pentastellato, Valentina Palmisano - le misure disposte paiono limitare eccessivamente l’esercizio di un’attività commerciale. Si tratta di imprenditori che in vista della stagione hanno pianificato una serie di investimenti anche legati a quelli che sono i maggiori flussi nei circa 60 giorni estivi. Imporre divieti così rigidi, in alcuni casi anche poco chiari in relazione alla tipologia delle attività, rischia di creare ripercussioni negative su quella che è l’offerta turistica nel nostro territorio, che va invece assolutamente sostenuta e tutelata. Occorre infatti partire da un presupposto: eventuali eccessi degli anni passati, avvenuti a causa di una non incisiva azione politica, non possono colpire indistintamente coloro i quali, con molti sacrifici, da qualche anno stanno contribuendo a creare un’immagine diversa soprattutto del nostro centro storico. Ci sono tante piccole realtà, infatti, che in silenzio e nell'abbandono dell'amministrazione, hanno portato avanti progetti non solo imprenditoriali, ma anche di recupero dal punto di vista del decoro urbano di alcuni tratti caratteristi della nostra città. Questi imprenditori, al cui futuro è legato il destino di centinaia di giovani stagionali e io direi della stessa città, non possono essere così mortificati. Confido davvero che la Commissione Straordinaria possa in tempi brevi giungere ad una modifica delle tre ordinanze, anche nell’interesse degli stessi residenti del centro storico, anch'essi abbandonati negli anni. Oggi aumentare il livello dello scontro con gli operatori commerciali rischia davvero di pregiudicare il futuro del nostro territorio. É per questo che ritengo necessario far prevalere il buon senso. Creare e condividere misure e ordinanze per salvaguardare il futuro delle imprese, dei tanti stagionali e delle stesse famiglie che vivono o soggiornano a poche decine di metri da Piazza della Libertà. Serve uno sforzo comune, da parte di tutti, sempre nel rispetto delle regole. Credo che il tempo necessario per trovare un punto di convergenza ancora esista, evitando che debba essere un Tar a determinare quello che è giusto o legittimo per la nostra città in ambito di convivenza civile durante il periodo estivo”, conclude la Palmisano.

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