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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Sul gruppo Leobilla anche la batosta della Finanza per i fondi neri

C’è una indagine parallela, di natura tributaria e fiscale, sulle attività del gruppo Leobilla, condotta dalla compagnia di Ostuni della Guardia di Finanza e dal pm Francesco Carluccio

CAROVIGNO – C’è una indagine parallela, di natura tributaria e fiscale, sulle attività del gruppo Leobilla, condotta dalla compagnia di Ostuni della Guardia di Finanza e dal pm Francesco Carluccio. Da alcuni giorni i magistrati che stanno seguendo da punti di partenza diversi questa pista, il sostituto procuratore Milto De Nozza per Hydra, stanno coordinando le strategie per l’immediato futuro: la vicenda promette infatti sviluppi molto interessanti. Non bisogna dimenticare che oltre ai 12 arrestati di lunedì 23 ottobre, il numero complessivo degli indagati potrebbe passare dai 27 noti sino a questo momento a 86.

Le novità: più o meno nello stesso periodo dell’avvio delle indagini da parte della compagnia Carabinieri di San Vito dei Normanni, coordinate dal capitano Diego Ruocco, che partivano dalla catena di attentati verificatisi in quei mesi a Carovigno, i finanzieri della compagnia di Ostuni al comando del capitano Gerardo Chiusano aprivano un filone di indagini di polizia economico-finanziaria sulla ormai famosa Reteservizi Srl, la società operante nel settore della raccolta rifiuti ma anche nell’assistenza ai centri per migranti (business che ovunque ha attirato attenzioni pericolose).

Le prime conclusioni sono state rese note questa mattina: la complessa verifica  sulla Reteservizi Srl e su altre tre società considerate “cartiere” di supporto alla prima, vale a dire strumenti per produrre fatture su operazioni inesistenti, hanno portato alla denuncia per reati tributari dello stesso Pasquale Leobilla, di Angelo Pecere e Cosima Celino, gli amministratori delle società controllate, che avrebbero occultato al fisco imponibili per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro, evadendo un’Iva di oltre 600 mila euro.

Ciò è avvenuto attraverso la presentazione di dichiarazioni fraudolente alterate sia dall’utilizzo di fatture relative ad operazioni inesistenti, come già detto, che mediante l’occultamento di documenti contabili. Molto probabilmente, ed è questo uno dei sentieri su cui si stanno addentrando gli inquirenti, per la costituzione dei fondi neri impiegati per le dazioni e i finanziamenti illeciti a politici, amministratori e funzionari pubblici.

Come sempre avviene in base alle nuove normative, all’esito delle indagini di natura tributaria, la Guardia di Finanza munita di provvedimento del giudice delle indagini preliminari, richiesto dalla procura, ha eseguito un sequestro per equivalente (finalizzato al recupero delle imposte evase)  nella stessa giornata di lunedì 23 ottobre: si tratta di  disponibilità finanziarie per circa 60mila euro e di 15 automezzi in capo ai tre soggetti deferiti alla magistratura e alle società in questione, questi ultimi per un valore di 310mila euro. 

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