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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"Raggiri con gli F24": a processo commercialista e altre 15 persone

Anche un brindisino e un uomo residente a San Donaci fra gli imputati nell'ambito di un procedimento su una presunta truffa ai danni dello Stato

LECCE - Si è chiuso con 16 rinvii a giudizio, 11 proscioglimenti e la discussione di cinque abbreviati, il procedimento su una maxi truffa ai danni dello Stato con gli F24, al centro della quale c’è Anna Rita Simona Gabellone, la commercialista 57enne residente a San Cesario di Lecce, destinataria, lo scorso 22 settembre, della misura cautelare del divieto di esercitare la professione per sei mesi. Le accuse si sono notevolmente sgonfiate durante l’udienza preliminare discussa nei giorni scorsi dinanzi alla giudice Cinzia Vergine che, su sollecitazione della difesa, ha ritenuto tutti i presunti illeciti qualificabili nel reato di indebita compensazione previsto dall’articolo 10 quater della legge tributaria. Questo fissa a importi superiori a 50mila euro la soglia di punibilità penale, con l’effetto di rendere nulla l’accusa di truffa che pure veniva contestata dalla Procura per cifre inferiori.

In ragione di tali argomentazioni sostenute dagli avvocati degli imputati (Andrea Starace; Rita Ciccarese; Alessandro Stomeo; Cristian Quarta; Gianfrancesco Palmieri; Francesco Vergine; Danilo Spano; Luigi e Alberto Corvaglia; Domenica De Simone; Fabrizio Mangia; Pamela Filoni; Alessandro Dell’Atti. Tutti del foro di Lecce; Vincenzo Farina; Daniela Faggiano e Giovanni Faggiano, Orazio Vesco, del foro di Brindisi;  Giuseppe Boiano del foro di Caserta), è stato così disposto il proscioglimento per undici titolari delle ditte coinvolte dall’inchiesta anche per il reato di falso, e fissato il processo per altre 16.

A partire dal 2 novembre, dovranno presentarsi davanti al collegio della prima sezione penale, Gabellone, il consulente del lavoro Vito Foggetti, 57 anni, di Lecce, e i titolari di alcune ditte: E.P., 49 anni, di San Donaci; A. P. G., 55, di San Cesario di Lecce; G. R., 53, di Brindisi; D. M., 62, di Surbo; S. M., 56, di Surbo; P. C., 55 anni, di Guagnano; A.P. S., 52 anni, residente a Guagnano; G.C., 55 anni, di Lecce; M. F., 53 anni, residente a Lecce; V. S. Q., 44 anni, residente a Veglie; G. C., 33 anni, di Carmiano; C. R., 64 anni, di Campi Salentina; G. P., 65 anni, di Lecce; N. M., 57, di Surbo.

La vicenda giudiziaria è invece già stata chiusa in primo grado per i cinque imputati che avevano chiesto e ottenuto di essere giudicati col rito abbreviato e si è conclusa con un’assoluzione per: S.S., 49 anni, di Lecce; A. T., 58 anni, di Calimera; A. T., 56 anni, di Lecce. I tre, in concorso con Gabellone, erano accusati di falsità ideologica per aver indotto in errore il notaio incaricato di redigere l’atto di cessioni di partecipazione di società a responsabilità limitata. Ma la difesa, rappresentata dagli avvocati Americo Barba e Raffaele di Staso, è riuscita a dimostrare l’infondatezza dell’accusa, ottenendo così un verdetto di non colpevolezza “perché il fatto non costituisce reato”.

Sono stati invece condannati per falso nella redazione delle dichiarazioni dei redditi: F. L. S., 63 anni, di Lecce, a otto mesi, (difeso dagli avvocati Dario Congedo e Tonino Litti), e F. M., 56 anni, di Lequile, a dieci mesi (assistito dall’avvocato Stefano Pati). Entrambi hanno ottenuto il beneficio della pena sospesa.

Saranno discusse in una successiva udienza, fissata per il prossimo 12 luglio, le richieste di patteggiamento avanzate, in sede di udienza preliminare, dagli avvocati Marcello Trenta e Antonio Mazzeo per conto dei titolari di altre due ditte finite sotto la lente della Guardia di Finanza: A. M., 46 anni, di Monteroni di Lecce, e C. M. M., 54, di Monteroni.

Gli accertamenti condotti dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria del capoluogo, e coordinati dalla sostituta procuratrice Donatina Buffelli, a seguito di una segnalazione dell’Agenzia delle Entrate locale, riguardano, come anticipato, principalmente gli F24 che, stando a quanto emerso, sarebbero stati compilati, per oltre cento imprese, con l’indicazione di crediti tributari inesistenti, con l’obiettivo di “neutralizzare” gli importi da versare all’Erario (Iva, Irap, contributi previdenziali e ritenute Irpef operate a carico dei dipendenti).

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