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Qualità dell'aria, come siamo messi: ecco i dati delle centraline 2017

La situazione della città di Brindisi secondo la rete dei sensori Arpa, che va certamente potenziata soprattutto per gli Ipa

BRINDISI – Alla luce delle ormai nuovamente frequenti accensioni della torcia di emergenza connessa all’impianto di cracking (etilene) di Eni Versalis, vale la pena riportare i dati della qualità dell’aria nella città di Brindisi, rilevata nel corso del 2017 dalle centraline Arpa. Va detto subito che, in base a questa attività di monitoraggio, non esiste a Brindisi una emergenza legata alle concentrazioni di polveri sottili, perché le medie annuali sono nettamente sotto i valore soglia, e i superamenti giornalieri rari, mentre sono più elevati nella fascia dei comuni tra Torchiarolo e Mesagne, con i soliti picchi di superamento dei limiti a Torchiarolo.

Esiste invece un problema di aggiornamento delle capacità di misurazione delle centraline stesse, che non sono tutte dotate dei sensori, ad esempio, per il monitoraggio degli Ipa, gli idrocarburi policiclici aromatici, famiglia cui appartiene il benzo(a)pirene. Gli Ipa sono una componente sia del cosiddetto smog fotochimico che del particolato delle emissioni industriali, ma anche del fumo di sigaretta o della combustione di carbone o di biomasse. Nel caso che ci riguarda, l’interesse è rivolto alla ricaduta sul terreno degli Ipa dopo incidenti come quelli che le cronache registrano a Brindisi.

Ipa e benzo(a)pirene

Qui l’Arpa può intervenire al momento con un monitoraggio costante, stando ai dati del 2017, solo con la misurazione giornaliera degli Ipa nella centralina di Brindisi – Sisri (collocata all’ex Punto Franco), mentre per le accensioni della torcia i tecnici del dipartimento brindisino dell’agenzia redigono relazioni specifiche. Il passo in avanti da compiere è dunque quello dell’ammodernamento della rete delle centraline, in parte in corso, che resta uno dei grandi obiettivi per la vigilanza sulla qualità dell’aria e dunque della salute umana nel territorio del capoluogo.

La centralina Sisri, tuttavia, nel 2017 ha rilevato una media annua degli Ipa totali, quindi non del solo benzo(a)pirene, di 2 microgrammi per metro cubo di aria (µg/mc). Il valore di riferimento annuo per il solo benzo(a)pirene è di 1 microgrammo per metro cubo. Si consideri che la media annua di Ipa totali registrata dalla centralina di Torchiarolo-Via Don Minzoni è stata di 9 microgrammi per metro cubo, da cui va estratto però il dato del benzo(a)pirene.

Un utile termine di paragone può essere costituito dal fatto che in molte città europee negli anni ’60 la concentrazione media annuale del solo BaP, il benzo(a)pirene era più alta di 100 µg/mc. Ora la media annuale nelle aree urbane si aggira intorno a 0,5-1 µg/mc; nelle aree semi-rurali è minore di 0,2 µg/mc. In Cina, in edifici che utilizzano carbone fumoso come riscaldamento, sono state rilevate concentrazioni superiori a 14 µg/mc; in India l’utilizzo di biomassa come combustibile in cucina porta spesso al superamento di 4 µg/mc.

Gli Ipa, spiega la letteratura Arpa, sono molto spesso associati alle polveri sospese. In questo caso la dimensione delle particelle del particolato aerodisperso rappresenta il parametro principale che condiziona l'ingresso e la deposizione nell'apparato respiratorio e quindi la relativa tossicità. Presenti nell'aerosol urbano sono generalmente associati alle particelle con diametro aerodinamico minore di 2 micron e quindi in grado di raggiungere facilmente la regione alveolare del polmone e da qui il sangue e quindi i tessuti.

Oltre ad essere degli irritanti di naso, gola ed occhi, gli Ipa sono riconosciuti per le proprietà mutagene e cancerogene. Lo IARC (International Agency for Research on Cancer) ha inserito il benzo(a)pirene e altri Ipa nelle classi 2A o 2B (possibili o probabili cancerogeni per l'uomo). Certamente il dato medio annuale per il 2017 della centralina Sisri di Brindisi ha rilevato anche le emissioni dovute alle fiammate delle torce di emergenza del petrolchimico consortile che, come più volte accertato da Arpa, hanno apportato picchi nelle concentrazioni di Ipa.

Le polveri sottili PM10 e PM 2,5 e gli altri inquinanti

Enel Cerano-2La normativa in vigore stabilisce che la media giornaliera delle concentrazioni di polveri sottili PM10 non debba superare i 50 microgrammi per metro cubo di aria, mentre quella annuale non deve superare i 40 µg/mc. Per quanto riguarda le centraline della città di Brindisi, nel 2017 quella di via dei Mille ha registrato una media annua di 14 microgrammi per metro cubo di aria, e nessun superamento giornaliero; quella di via Cappuccini una media annua di 23 µg/mc rispetto ai 40 consentiti, e 3 superamenti.

Quella di via Taranto una media di 23 µg/mc e due superamenti giornalieri; quella del Perrino Via Crati 22 di media annuale e tre superamenti giornalieri; quella del Terminal passeggeri 20 di media annuale e zero superamenti giornalieri; quella del Casale 21 di media annuale e un solo superamento giornalieri; quella del Sisri 18 di media annuale e zero superamenti  giornalieri.

Ma ci sono anche le più insidiose polveri sottili PM2,5 che hanno un valore limite annuo di 25 µg/mc, quindi poco più della metà rispetto alle PM10. La media annua della centralina Sisri non è disponibile, quella della centralina del Casale è stata di 13 microgrammi per metro cubo, quella del Termina Passeggeri di 12, quella del Perrino Via Crati non è disponibile, quella di via Taranto di 14 µg/mc, quella dei Cappuccini non è disponibile, quella di Via dei Mille neppure.

Passando al biossido di azoto, l’NO2, il cui valore limite annuale è di 40 microgrammi per metro cubo di aria, Brindisi Via dei Mille ha registrato una media di 20 µg/mc, Brindisi Cappuccini di 27, Brindisi Via Taranto di 25, Brindisi Perrino di 27, Brindisi Terminal Passeggeri di 24, Brindisi Casale di 12 e Brindisi Sisri di 11, mentre non vi è stato alcun superamento della media oraria di 200 µg/mc. Per quando riguarda le concentrazioni di ozono (O3), è disponibile solo il dato massimo orario di Brindisi Terminal passeggeri, con 146 µg/mc sul limite di 180 fissato dalla legge, e nessun superamento di questa soglia.

I dati del benzene, idrocarburo monociclico aromatico causa di leucemie, disperso nell’ambiente soprattutto come additivo dei carburanti per autotrazione, e il cui limite medio annuo è di 6 microgrammi per metro cubo di aria, sono disponibili per il 217 i dati di Brindisi Via dei Mille 0,5, Brindisi Via Taranto con 0,6 µg/mc, Brindisi Terminal Passeggeri con 0,5 e Brindisi Sisri con 0,4 µg/mc. Il monossido di carbonio (CO):, valore limite anuale mg/mc 10: Brindisi Sisri 1, Brindisi Terminal 7,4 (il più elevato), Brindisi Perrino 1,3, Brindisi Via Taranto 2,1, Brindisi Cappuccini 1,8.

Chiude l’anidride solforosa, o anche biossido di zolfo (SO2) con valore limite giornalieri di 126 µg/mc e limite orario di 360  µg/mc: i dati disponibili 2017 sono quelli di Brindisi Sisri con 11 di media giornaliera, Brindisi Terminal con 20, Brindisi Perrino con 6 e Brindisi Cappuccini con 4. Nessun superamento orario registrato dalle centraline in questione. Questo è lo scenario tracciato dagli strumenti a disposizione

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