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Rapina da 99mila euro: due arresti. Incastrati da capelli e mozzicone di sigaretta

Ordinanza di arresto per Antonio Lagatta e Alessio Giglio, già in carcere per la cosiddetta guerra di mala e per l’assalto al portavalori davanti al Mc Donald’s

BRINDISI – “Fermati o ti sparo in bocca”. Azione della durata di un paio di minuti, per strappare dalle mani del capo scorta del portavalori Ivri un plico contenente 99mila euro. Un anno e un mese dopo il colpo davanti alla Banca Apulia di via Appia, sono stati arrestati dagli investigatori della Squadra Mobile Antonio Lagatta, 23 anni, e Alessio Giglio, 25, entrambi di Brindisi e già ristretti in carcere con l’accusa di aver messo a segno un assalto analogo ai danni del furgone blindato Cosmopol dinanzi al Mc Donald’s.

Gli indagati e la distrazione

LAGATTA Antonio, classe 1995-2Sono stati incastrati dalla prova del Dna e da una dimenticanza, una leggerezza nonostante – secondo l’accusa – il colpo avvenuto la mattina del 16 agosto 2017 sia stato organizzato con cura e professionalità. Perché il furgoncino usato per raggiungere via Appia, venne oscurato con buste di cellophanea protezione degli occupanti e venne anche coperto il volante per evitare di lasciare impronte, ma   rimasero alcuni capelli, trovati sul poggiatesta, un mozzicone di sigaretta e un fazzolettino di carta.

GIGLIO Alessio, classe 1993-3Praticamente una firma, stando a quanto si legge nell’ordinanza di arresto che questa mattina è stata notificata dalla polizia ai due indagati nella casa circondariale di  Brindisi, dove si trovano nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta guerra di mala in atto l’autunno dello scorso anno in città. Due gruppi rivali si confrontarono a colpi di pistola e persino Kalashnikov: da in lato quello ritenuto guidato da Antonio Lagatta, del quale avrebbe fatto parte anche Giglio, dall’altro quello riconducibile ad Antonio Borromeo.

I gravi indizi di colpevolezza

Pesano, quindi, gli esiti delle comparazioni tra i profili del Dna ricavati dalle tracce che gli investigatori della sezione Scientifica e della Squadra Mobile hanno trovato all’interno del furgoncino, un Fiat Qubo, inquadrato più volte sia davanti all’ingresso della banca il giorno della rapina, che nella zona di via Santa Maria Ausiliatrice e viale San Giovanni Bosco, nelle due ore precedenti.

“I frammenti si riferiscono al dito pollice della mano destra di Giglio e al mignolo della mano sinistra di Lagatta”, è scritto nell’ordinanza di arresto firmata dal gip Tea Verderosa, su richiesta del pubblico ministero Simona Rizzo.

rapina via appia portavalori-3

Ci sono, poi, le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza di alcuni esercizi commerciali che si affacciano in via Appia, in aggiunta a quelle delle banca. Dai filmati, gli agenti hanno ricavato dei frammenti che, stando a quanto sostenuto dal pm e condiviso dal gip, sono compatibili con le figure di Lagatta e Giglio. Corporature identiche. Il volto era nascosto da passamontagna. Almeno uno dei due, era armato di pistola.

L’arma, il bottino e i complice

La pistola venne puntata a uno dei due vigilantes che quella mattina erano in servizio: venne bloccato appena uscito dal blindato dell’Ivri. I due banditi saltarono fuori dal Fiat e si divisero i compiti: uno bloccò il caposcorta intimandogli di inginocchiarsi, altrimenti avrebbe sparato, l’altro si impossessò del plico con il denaro appena prelevato dalla banca. C’erano 99mila euro in banconote di diverso taglio nella scatola. I rapinatori fuggirono a piedi, non si fermarono neppure quando le guardie giurata rimasta a mani vuote esplose due colpi di pistola in aria a scopo intimidatorio.

I bossoli dei colpi esplosi dai rapinatori-2-2-2

Ad aspettare i due banditi, stando alla ricostruzione evidenziata nel provvedimento di arresto, ci sarebbe stato un complice alla guida di una Lancia Y di colore beige, risultata rubata il mese prima a Brindisi. Il Fiat, invece, venne rubato nelle 48 ore precedenti al colpo, sempre in città. E venne lasciato nei pressi di via Santa Maria Ausiliatrice. Un errore. Pistola e bottino non sono stati trovati. Così come non è stato identificato il terzo complice. Triplice mistero in questa inchiesta.

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