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Scu, due pentiti leccesi svelano nomi e traffici: otto brindisini sotto inchiesta

In carcere Alula e Filippo, entrambi di San Pietro, a piede libero Antonio Giglio, Cesare Iaia, Antonio Sgura, Antonio Signorile tutti di Brindisi, e Mirco Della Porta e Gianluca Rubino di Mesagne

BRINDISI – Leccesi e brindisini in affari, nello spaccio di droga ricostruito da due salentini che, negli ultimi tre anni, hanno preso le distanze dalla Sacra Corona Unita. Da collaboratori di giustizia hanno svelato i nomi e nell’ultima inchiesta della Dda sono finiti anche otto  brindisini: Giampiero Alula e Cesario Filippo, entrambi di San Pietro Vernotico, sono ai domiciliari, mentre Antonio Giglio, Antonio Sgura, Antonino Signorile e Cesare Iaia, tutti e due di brindisi e Mirco Della Porta e Gianluca Rubino, di Mesagne, sono rimasti a piede libero.

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Il blitz

Le ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite questa mattina, 8 gennaio 2019, dagli agenti della Squadra Mobile di Lecce, sotto la voce “Le Vele”, dal nome della zona 167 in cui risiedono molti degli indagati. In sedici sono stati arrestati, 49 hanno mantenuto la libertà. I provvedimenti sono stati firmati dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, Simona Panzera, su richiesta del sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, Guglielmo Cataldi.

Gravi indizi di colpevolezza sono stati ritenuti i verbali firmati da due pentiti delle frange salentine del sodalizio mafioso Scu: prima quelli resi da Gioele Greco, i cui parenti divennero bersaglio di intimidazioni quando radio-carcere iniziò a diffondere la notizia dell’inizio della collaborazione nella primavera del 2015, poi le dichiarazioni di  Angelo Corrado. L’uno e l’altro hanno fornito elementi ritenuti importanti nella ricostruzione del traffico di droga, fra cocaina, hashish e marijuana, con indicazione dei nomi e dei ruoli.

Ad avere le redine del business delle sostanze stupefacenti, sarebbero stati due clan: uno riconducibile a  Pasquale Briganti e l’altro a Cristan Pepe, tutti e due in carcere.

In carcere

Sono stati condotti in carcere:  Cristian Cito, 29 anni di Lecce; Massimiliano Elia, 42,  di Lecce; Gianfranco Elia, 46, di Lecce; Giampiero Alula, 40, di San Pietro Vernotico, già coinvolto un’inchiesta della Dda di Lecce su un traffico di droga e assolto a fronte della richiesta di condanna a dieci anni; Antonio Balloi, 71, di Nuoro; Cesario Filippo, 40, di San Pietro Vernotico; Luca Pacentrilli, 29, di Lecce; Antonio Restia, 5,e di Lecce; Oronzo Russo, 31 di Lecce; Andrea Bisconti, 37, di Lecce;  Danilo De Tommasi, 29, di Lecce; Rodolfo Franco, 61, di San Cesario di Lecce; Andrea Podo, 23, di Lecce; Diego Podo, 33, di Lecce; Saulle Politi, 45, di Monteroni di Lecce; Gabriele Tarantino, 39, di Campi Salentina. Sono tutti accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico. All’accusa di narcotraffico, si aggiunge quella di essere stati partecipi del sodalizio mafioso per i fratelli  Cito e i fratelli Elia.

Il carcere di Lecce, Borgo S.Nicola

Indagati a piede libero

A piede libero sono rimasti: Antonio Giglio, 47 anni, di Brindisi; Josè Bruno Acquaviva, 36, di Lecce; Alessio Anastasia, 34, di Lecce;  Daniele Balloi, detto “Lele”, 36, di Melendugno; Angelo Braì, 45, di Merine; Gianluca Calabrese, 31, di Copertino; Antonio Calò, 36, di Lecce; Fabio Campa, 44, di Lecce;  Angelo Corrado, 38, di Lecce; Marco De Lorenzi, 39, di Lecce;  Vincenzo Sasha De Riccardis, 22, di Lecce; Mirco Della Porta, 39, di Mesagne.

Sono indagati a piede libero anche: Eltian Isufaj, 30, di origini albanesi residente nel campo rom “Panareo“; Rudy Lubelli, 28 anni, residente nella marina di Frigole; Mattia Monaco, 31, di Lecce; Gianluca Negro, detto “Puntina”, 33 anni, di Surbo; Luca Pacentrilli, 30, di Lecce; Gianluca Palazzo, detto “Furcina”, 43, di Lecce; Andrea Podo, 23, di Lecce; Diego Podo, 32 anni, di Lecce; Christian Rich, 36, di Copertino; Gianluca Rubino, 27, di Mesagne; Roberto Santo, detto “Gemello”, 44, di Lecce; Michela Secondo, 39, di Lecce; Alessandro Serino, 41, di Lecce; Antonio Sgura, 52, di Brindisi; Antonio Signorile, 48, di Brindisi; Krenar Skendaj, 46enne, di origini albanesi, attualmente detenuto a Campobasso; Giovanni Taurino, detto “Gianni”, 29enne, di Lecce; Riccardo Zingarello, 44, di Frigole; hgManuel Gigante, 37, di Lecce;  Antonio Giordano, 46, di Monteroni; Giuseppe Guido, 27, di Lecce; Soni Hajdari, 28 anni, residente in un campo  rom; e  Cesare Iaia, 43, di Brindisi. Iaia è stato arrestato dai carabinieri lo scorso 17 novembre nell’inchiesta Offshore sulla droga proveniente dall’Albania, trasportata su gommoni  e nascosta nei tubolari assieme ad essenze al gelsomino. Il suo nome è venuto a galla nel corso dell’attività di intercettazione telefonica, con il coinvolgimento di un leccese.

La cocaina sarebbe stata ordinata via Sms: “Portami un pollo. E due prosecchi per stasera”. Questo il messaggio inviato a Iaia, il 3 febbraio scorso, attorno alle 19.19.  “Non c’è altro in giro da nessuna parte, fidati”, scriveva via Sms Cesare Iaia. “Fa schifo, quella dell’altra volta anche peggio”. E poi ancora: “A me i soldi servono, stai facendo chiacchiere”, sempre da Iaia al leccese. In un’occasione, invece, la droga sarebbe stata “spettacolare” stando al messaggio intercettato il 18 luglio 2018 attorno alle 20.

La difesa


La difesa è affidata agli avvocati: Dario Budano, Ladislao Massari, Vito Epifani, Giuseppe De Luca, Antonio Savoia, Umberto Leo, Pantaleo Cannoletta, Rita Ciccarese, Cosimo D’Agostino, Mariangela Calò, Benedetto Scippa, Valeria Corrado e Raffaele Benfatto. Gli interrogatori di garanzia partiranno nella mattinata di domani nel carcere di Lecce.

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