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Aumento tassa d'imbarco aeroportuale, Rossi: "L'alternativa è il dissesto"

Il sindaco risponde alle polemiche. "I candidati in pectore dicano chiaramente cosa faranno. Non lego il mio destino al consenso facile e strumentale, mandando il Comune a sbattere contro un muro"

BRINDISI – “Non è accettabile che il Comune di Brindisi, per non inserire l’addizionale Irpef o l’aumento della tassa di imbarco, vada allegramente in dissesto, chiudendo le partecipate e rivedendo i servizi sociali”. Il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, risponde alle polemiche scaturite dalla proposta di aumentare la tassa su ogni biglietto per i voli in partenza dall’aeroporto di Brindisi da 6,50 a 7,50 euro, nell’ambito dell’esercizio di bilancio 2023-2025. Si tratta di una decisione, tuttora al centro di un’istruttoria ancora aperta con il governo centrale, che ha suscitato nei giorni scorsi il malcontento dell’Aicaf, associazione delle low-cost che volano nei cieli italiani, che ha lanciato un monito sul rischio che Ryanair, Easy-Jet e Volotea possano lasciare lo scalo brindisino. Sul fronte politico, anche i consiglieri regionali Paolo Pagliaro e Fabiano Amati (leggi l'articolo) hanno contestato la proposta del Comune.

Il piano di riequilibrio 

Il sindaco ha convocato stamani (sabato 11 febbraio) una conferenza stampa per spiegare come si è arrivati a questa decisione, inserendola nel quadro del piano di riequilibrio pluriennale dei conti adottato dall’amministrazione comunale nel gennaio 2020, a fronte di un disavanzo pari a 54 milioni di euro da cui si rientrerà nell’arco di 20 anni, con rate da 2,8 milioni all’anno. Una situazione di pre dissesto, insomma, che a detta del primo cittadino sarebbe il frutto di una cattiva gestione della cosa pubblica riconducibile alle amministrazioni precedenti (si fa riferimento al caso della discarica comunale di Autigno, “che dal 2012  - dichiara Rossi - è solo fonte di uscite per il Comune di Brindisi e tuttora non può ancora essere posta in esercizio”) di una questione strutturale individuata nella bassa capacità di riscossione, palesatasi in tutta la sua evidenza con l’istituzione del fondo crediti di dubbia esigibilità, e di altri problemi, fra cui “l’incremento a dismisura delle società  partecipate”. 

In questo contesto, il governo, nel maggio 2022, ha approvato la norma di aiuti quater rivolta alle città metropolitane e ai capoluoghi con disavanzo di 200 euro per abitante, certificato con rendiconto 2020. Cosa significa? Che in caso di adesione a un’ipotesi di accordo con il governo, lo Stato dà la possibilità di aumentare le tasse locali per migliorare i bilanci, tramite l’addizionale Irpef (“già al massimo quando sono arrivato io”, afferma Rossi) e la tassa di imbarco per porto e aeroporto. Inoltre per le città metropolitane sono stati attivati dei fondi dai quali sono invece esclusi i capoluoghi di provincia.

L'ipotesi di accordo con il governo

Il sindaco spiega che a spingere l’Amministrazione comunale verso l’ipotesi di accordo con il governo, già approvata dal consiglio comunale, è stato un ulteriore deficit da 5 milioni di euro che si è accumulato negli ultimi anni a causa dell’aumento dei costi di energia (2,5 milioni) e di altri aumenti. In sostanza, con la rimodulazione dell’Irpef e l’aumento pari a 1-2 euro della tassa di imbarco, verrebbe ripianato questo squilibrio di 5 milioni. L’istruttoria con il governo, come ricorda il sindaco, è ancora aperta. “Le carte in tavola si possono cambiare molto semplicemente - afferma il sindaco - se ci sarà parità di trattamento fra città metropolitane e comuni capoluogo, intervenendo con un fondo anche per quest’ultimi”.

Nel ricordare come la tassa aeroportuale sia stata adottata anche da diverse città metropolitane, Rossi si rivolge ai suoi oppositori. “Non la vogliono? Una nuova amministrazione – dichiara il sindaco - può per legge rivedere i piani di riequilibrio”. “Chi oggi si sente di dire che queste misure non sono necessarie ma se ne dovevano fare altre, può prendersi questo impegno e a giugno vedremo. Correrà il rischio di fare come la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, a proposito delle accise”.

La risposta alle polemiche

Il sindaco invita i “candidati in pectore” al ruolo di sindaco (a Brindisi, come noto, si voterà fra tre mesi per il rinnovo del consiglio comunale) a esprimersi “chiaramente su cosa faranno”. “Le misure - prosegue - sono chiare: o taglio ai servizi sociali o taglio alle partecipate”. L’alternativa all’ipotesi di accordo con il governo su addizionale Irpef e tassa di imbarco, insomma, a detta del sindaco, sarebbe il dissesto. “Cosa significa? Mensa scolastica per tutti a 3,50 euro, servizio Sad per tutti a 18 euro e asili nido con un’unica retta”, spiega Rossi. 

Quindi una replica ai consiglieri regionali Paolo Pagliaro (“l’ex assessore Pasquale Luperti può spiegargli benissimo come siamo giunti a questa situazione”) e Fabiano Amati (“potrebbe presentare una legge nel consiglio regionale e dire che la Regione finanzia con un contributo in equilibrio”) e all’associazione delle compagnie low cost. “Le compagnie – chiede ancora Rossi - assicureranno in futuro biglietti a 10 euro? Leggo dichiarazioni in cui l’amministratore di una compagnia dice che è finita l’epoca delle low cost e che i biglietti passeranno dalla soglia minima attuale di 10 euro per tratta a 50 euro”. Rossi fa anche un riferimento alla tassa di soggiorno, introdotta nel 2020 dalla sua amministrazione, rimarcando come questa non abbia spostato gli equilibri nelle scelte delle destinazioni. “Nel 2022 anzi – chiarisce- abbiamo registrato presenze superiori rispetto a quelle del 2019”. 

Rossi mette in conto un possibile calo di consenso. “Ne sono perfettamente conscio – afferma - ma siccome sono una persona seria, non lego il mio destino al consenso facile e strumentale, mandando il Comune a sbattere contro un muro pur di non fare le misure che la legge mi consente. Abbiamo tenuto la rotta. Dal 2018 al 2023 - prosegue - non siamo andati in dissesto, anzi quei 54 milioni di euro sono diventati 40 e quei 40 diminuiranno ancora. Il piano di ridimensionamento sta avanzando. Potrebbe durare ancora qualche anno”. “A quel punto - afferma ancora Rossi - il Comune tornerà ad avere bilancio strutturalmente in equilibrio e tornerà ad avere quelle risorse che oggi deve inserire come posta di uscita”. Infine un invito a smetterla “con queste polemiche”. “Prendete degli impegni – conclude – dite cosa volete fare se non volete fare questo”. 
 

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