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Transizione energetica e ripresa economica: il Brindisino visto dal procuratore De Donno

Uno sguardo al 2021 quasi archiviato e un altro all'anno che verrà. Il territorio, tra i colpi inferti alla criminalità organizzata e al traffico di droga e i reati di violenza di genere

BRINDISI – Tempo di bilanci, un anno si chiude, un altro si appresta ad affacciarsi. Tempo di bilanci anche alla procura di Brindisi, retta dal procuratore Antonio De Donno. L'anno che si sta chiudendo, il 2020, è stato foriero di tante dinamiche che il procuratore del capoluogo adriatico affronta in questa intervista concessa a BrindisiReport. Si parte dal Covid, ma si parla anche dei nodi della droga e della criminalità organizzata, passando per la transizione energetica.

Questo 2021, dal punto di vista giudiziario, in che cosa si differenzia dagli anni precedenti?

“In realtà non si differenzia molto, perché si tratta di uno dei due anni del Covid in cui molte attività, anche di carattere giudiziario, si sono dovute adeguare alle esigenze della pandemia in corso. Anche la criminalità si è dovuta organizzare in questo senso. E' stato un anno contraddistinto e contrassegnato da una sostanziale continuità rispetto all'anno che lo ha preceduto. Io ci tengo a evidenziare che la forte riduzione che si è verificata nel caso delle rapine, delle estorsioni, dei reati predatori, è un risultato importante che nasce da alcune attività investigative coronate da successo, poste in essere negli anni 2017-2020, che hanno determinato una forte diminuzione di questo tipo di reati. E' molto importante”.

Quindi i numeri ricalcano quelli del 2020?

“Non c'è una grande differenziazione nei numeri rispetto all'anno precedente. Evidenzio come sia stato riconosciuto a livello nazionale il successo dell'azione investigativa posta in essere negli ultimi anni dalle forze di polizia e dalle istituzioni interessate della provincia di Brindisi, perché si è registrato un calo dei reati più gravi. Purtroppo dobbiamo constatare anche quest'anno un certo numero di reati 'gratuiti', in molti casi di tentato omicidio, scaturiti da litigiosità occasionali, dovute a contrasti di tipo particolarmente emotivo. Questo dimostra che c'è una forte tendenza all'aggressività, che per ovvie ragioni non può essere prevenuta, ma cerchiamo di reprimerla. In questi casi auspichiamo che la repressione valga come esempio e che si riesca in qualche modo a incidere sui comportamenti collettivi, cercando di ridurre questa violenza gratuita, che si è manifestata più volte nelle frange giovanili, anche di recente”.

A proposito di violenza, c'è quella di genere.

“Per quanto riguarda altri tipi di reato, i reati di fasce deboli – quelli cosiddetti di 'codice rosso' – sono stazionari, non si segnala né un aumento, né una riduzione. I numeri rimangono alti e questo ci fa ritenere che si sia diffusa molto la mentalità della denunzia, anche grazie all'impegno giudiziario posto. Noi abbiamo dato particolare importanza ai reati di violenza di genere, abbiamo dato priorità nella trattazione, proprio per assicurare le vittime. Questo ci sta dando risultati positivi, le denunce sono stabili, anzi in alcuni casi tendono ad aumentare. E questo significa che l'impianto normativo così come applicato dalla Procura di Brindisi sta dando dei risultati positivi”.

Passiamo a un altro argomento: sono molti i colpi inferti al traffico di stupefacenti, ma la droga continua a transitare. E' giusta come lettura?

“Il traffico di droga rimane elevato e stabile malgrado l'azione repressiva posta in essere. In questo senso scontiamo la vicinanza con l'Albania e con i paesi di oltre-Adriatico, che sono diventati crocevia di traffici di stupefacente, malgrado l'impegno riposto dal Roa (il reparto operativo navale della Gdf, ndr), dalla guardia di finanza e dalle altre forze di polizia nell'azione di contrasto, purtroppo i traffici legati alla gestione internazionale del traffico di droga sono rimasti elevati o stabili nel tempo. Abbiamo avuto sequestri significativi, segno che l'azione repressiva continua, ma non basta. Ci tengo a evidenziare che in questo campo c'è una grande collaborazione tra la Procura di Brindisi e la Direzione distrettuale antimafia di Lecce. E questo ci consente di ben sperare per il futuro, nel senso che questa sinergia sicuramente sarà foriera di risultati positivi – ci auguriamo – nei mesi a venire”.

Intanto, in sinergia con la Dda di Lecce, sono stati inferti molti colpi alla criminalità organizzata. Non c'è il rischio che nel vuoto di potere seguito agli arresti le nuove leve sgomitino?

“Io naturalmente non ho la titolarità delle indagini che possano consentire di dare una visione più approfondita, la titolarità è della Dda di Lecce. Certo, questo rischio c'è sempre nei casi in cui le dinamiche criminali sono in movimento, quando c'è un certo dinamismo. Il rischio che nuove leve possano tentare di inserirsi negli spazi vuoti lasciati dalle operazioni di polizia giudiziaria poste in essere, questo rischio c'è sempre. Noi ci auguriamo però che con la consueta tempestività attraverso l'azione congiunta di noi che operiamo sul territorio e della Dda che ci supporta – come noi supportiamo loro – si possa prevenire una situazione di questo genere”.

Il Brindisino sta attraversando una fase di grandi cambiamenti. Come si pone la Procura?

“Il territorio brindisino attraversa una fase di transizione, economica, si passa dall'energia tradizionale al green. Ci sarà uno scombussolamento del mercato delle attività imprenditoriali, delle attività economiche e del mercato del lavoro. Noi siamo molto attenti a monitorare la situazione, in quanto un'ulteriore implosione del mercato del lavoro in un ambito poco strutturato come quello brindisino potrebbe espellere dal mondo del lavoro frange della popolazione, le quali potrebbero dover arrangiarsi in altri modi, anche purtroppo – noi temiamo – ricorrendo ad attività criminali. E questo è quello che vogliamo scongiurare creando forti sinergie con altre istituzioni interessate e anche con le categorie imprenditoriali”.

Qual è la sua visione del futuro prossimo?

“Penso che si debba guardare al futuro con un certo ottimismo. Veniamo da due anni difficili di pandemia da Covid, ma vediamo che c'è una ripresa delle attività economiche. Noi siamo interessati, ovviamente, ad agevolare questa ripresa attraverso l'offerta di un impegno di protezione dell'economia sana e attraverso la diffusione della cultura della legalità, anche nei comportamenti individuali e collettivi sul territorio. Speriamo che questa attività che poniamo in essere con altre istituzioni – prefettura e forze di polizia in particolare – possa essere coronata da ulteriori successi nel corso dell'anno a venire e che questo possa avere un ritorno favorevole per la collettività brindisina, che merita un futuro migliore, merita grandi progressi. Perché vi è un grosso impegno collettivo. Speriamo che l'anno nuovo – pandemia permettendo – possa consentire un'ulteriore crescita delle attività sociali, economiche e culturali di questa provincia e che questo possa avvenire nel rispetto della più assoluta legalità. Noi ci impegniamo in questo senso, naturalmente, e porgiamo i nostri migliori auguri ai cittadini di Brindisi, sperando che l'anno che verrà possa essere migliore per tutti”.
 

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