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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Ospitava trenta migranti minorenni, chiusa struttura non idonea

Intervento di magistratura e prefettura su cooperativa di Brindisi che gestiva case famiglia nelle campagne di San Vito dei Normanni

SAN VITO DEI NORMANNI - Trenta migranti minorenni non accompagnati, cioè giunti in Italia senza genitori o altri parenti e ospitati in una struttura di accoglienza a San Vito dei Normanni gestita da una cooperativa di Brindisi, da oggi potrebbero essere trasferiti in un altro centro a causa della inidoneità rilevate nel corso di sopralluoghi nella sede dove si trovavano in contrada Favorita, tra San Vito e San Michele Salentino, e in un'altra zona a sud-est del centro abitato.

Il compito di destinare altrove i giovanissimi migranti spetta al prefetto Valerio Valenti, alla luce degli esiti dei controlli effettuati dal competente servizio della Asl di Brindisi, e di quelli di polizia giudiziaria eseguiti su mandato della Procura per i minori di Lecce, interessata del caso. Questo è quanto si apprende al momento sulla vicenda, che vede al centro, in realtà, tre strutture ubicate nel territorio di San Vito, due delle quali nello stesso sito: Giocasa nell'estrema periferia sulla ex statale 16 per Brindisi, Favorita Uno e Favorita Due in contrada Favorita al confine con San Michele Salentino, ma tutte riconducibili alla stessa persona di Brindisi, Piero Bevacqua.

Il sindaco vuole che i bambini restino a San Vito

Per ciascuna delle case famiglia il limite massimo stabilito di ospitalità era di dieci minorenni. Il Comune di San Vito dei Normanni, che è interessato solo per le autorizzazioni di sua competenza, ora sta cercando per interessamento diretto del sindaco Domenico Conte una soluzione che consenta alla trentina di bambini e ragazzi di non essere sradicati dalla comunità locale, in cui si stavano integrando frequentando le scuole locali ma anche altre attività.

Domenico Conte durante la conferenza stampa-2La decisione ultima però spetta, come già detto, alla Procura per i minori e al prefetto il quale avrebbe già individuato strutture alternative dove trasferire i circa trenta minorenni che erano stati affidati a Giocasa, Favorita Uno e Favorita Due. Il sindaco di San Vito, in contatto con il rappresentante del governo, al momento non ha comunicato esiti diversi della vicenda. Domenico Conte infatti ha richiesto al prefetto la convocazione urgente di un tavolo tecnico per esaminare ipotesi che non allontanino dalla comunità locale i trenta minorenni.

"Vorrei che restassero con noi e diventassero cittadini di questo Comune", ha detto Conte stamani a BrindisiReport, "ma al momento non possiamo fare altro che cercare una soluzione che sia ritenuta ineccepibile da parte del magistrato competente". La prima possibilità da esplorare è quella che venga utilizzata ancora la sede di Giocasa, che tra le tre era quella che non presentava problemi all'esito delle ispezioni (ma il ritiro delle autorizzazioni ovviamente interessa la cooperativa che gestiva le tre strutture, quindi le coinvolge tutte). Percorso però da affidare ad una diversa gestione, quindi ad un altro soggetto giuridico.

Ma sarà possibile il subentro di una diversa cooperativa al posto di Giocasa, nel contratto vigente con la proprietà dell'immobile? E' solo uno dei problemi pratici sul tappeto. In ogni caso, si attende un riscontro dal prefetto Valerio Valenti per avviare una verifica della situazione. Chi potrebbe intervenire, per una nuova gestione della casa famiglia di San Vito? Una delle ipotesi potrebbe essere quella di Save the Children, che a Brindisi si occupa del Punto Luce del quartiere Perrino, ma che è anche in prima linea nell'emergenza migranti nel Mediterraneo.

Tutti i bambini ed i ragazzi ospitati a San Vito dei Normanni, e per i quali si prospetta un esodo che il sindaco Domenico Conte vorrebbe evitare, vengono infatti dal popolo dei gommoni e dai salvataggi nel Canale di Sicilia, con alle spalle storie di separazioni traumatiche. Da molti mesi studiano, e qualcuno anche lavora, a San Vito, ed hanno intrecciato relazioni importanti per il loro futuro.

Un esposto anonimo ha innescato i controlli

Ma cosa c'è dietro la vicenda? Tutto è partito da un esposto anonimo, spiega il sindaco Domenico Conte, che lo ha ricevuto in copia. L'esposto ha innescato sia l'intervento della prefettura e della Procura per i minori - che ha inviato la polizia giudiziaria sul posto -, le ispezioni della Asl, ma anche le verifiche del Comune di San Vito dei Normanni. Infatti il soggetto affidatario dei minori competete per territorio, e su investitura da parte del magistrato, è l'assistente sociale del Comune interessato. 

La sede della magistratura per i minori di Lecce-2

L'assistente sociale non ha mai rilevato anomalie nelle sedi di Favorita Uno e Due? "Inizialmente, cioè al momento del rilascio delle autorizzazioni comunali - risponde il sindaco - era tutto nella norma. E anche le visite periodiche condotte dall'assistente sociale non hanno rilevato alcunchè. Giocasa, come già detto, poi era ed è rimasta una struttura idonea. Ma dobbiamo capire perchè nel corso delle nostre visite nelle altre due sedi la situazione che si presentava era normale, mentre in realtà le attività si svolgevano in contesti ben diversi".

Al di sopra del Comune di San Vito, però, c'è l'Ambito per i servizi sociali che comprende anche Brindisi, che è l'entità amministrativa che ha "certificato" l'idoneità della cooperativa brindisina che gestiva le tre strutture. Il sindaco tuttavia non è a conoscenza delle attività disposte dalla procura dei minori, a seguito dell'esposto e dell'esito delle ispezioni.  Una cosa è certa: da giovedì scorso, quando è arrivato l'ordine di chiusura delle strutture da parte della magistratura per i minori di Lecce, è stato avviato anche l'iter di revoca delle autorizzazioni comunali. Al momento i trenta migranti minorenni restano dove sono, in attesa del loro destino.

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