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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Truffa delle protesi cardiovascolari: arrestati 4 imprenditori e il cardiologo Palmisano

Tutti ai domiciliari. Per il Nas i primi avrebbero fornito gli impianti di dispositivi medici in cambio di denaro e altre utilità, danneggiando il sistema sanitario, che avrebbe sborsato somme elevate per l'acquisto di protesi che non sarebbero state necessarie

BRINDISI - Avrebbero fatto acquistare all'Asl di Brindisi protesi non necessarie: cinque persone finiscono ai domiciliari. Stamane (mercoledì 26 ottobre) i carabinieri del Nas di Taranto, coadiuvati da militari dei comandi provinciali carabinieri di Brindisi, Bari e Matera, hanno eseguito un'ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, su richiesta della locale Procura della Repubblica, che ha diretto le indagini eseguite dagli ufficiali di polizia giudiziaria del Nas di Taranto.

Con il provvedimento è stata imposta l’applicazione di cinque misure cautelari degli arresti domiciliari a carico di altrettanti soggetti (quattro imprenditori nel settore sanitario e un medico in servizio presso la Asl di Brindisi), ritenuti responsabili dei reati di corruzione continuata e, a carico del solo medico, di truffa aggravata e di false attestazioni nell'utilizzo del marcatempo sul luogo di lavoro. Gli arrestati sono: Domenico Palmisano (54 anni, nato a Ceglie Messapica, residente a Brindisi); Massimo Gabriele (53 anni, di Bari); Domenico Brunetti (56 anni, nato a Bari, residente a Mola Di Bari); Andrea Tantalo (47 anni, di Matera); Davide Lazazzara (46 anni, di Acquaviva Delle Fonti).

Le indagini, avviate nel 2020, hanno riguardato l'utilizzo inappropriato, eccessivo e ingiustificato di dispositivi medici impiantabili (stent aorto-coronarici e cateteri dilatatori coronarici) presso il reparto di Cardiologia del presidio ospedaliero Perrino di Brindisi. In particolare, l'attività investigativa, consistita in attività tecniche, servizi di osservazione, controllo e pedinamento, acquisizione di voluminosa documentazione amministrativa e contabile nonché l'escussione di numerose persone informate sui fatti, ha consentito di riscontrare la probabile esistenza di rapporti affaristici e corruttivi tra il medico e gli imprenditori di aziende fornitrici di protesi cardiovascolari, i quali avrebbero fornito gli impianti di dispositivi medici in cambio di danaro e altre utilità, così danneggiando l'Asl, che avrebbe sborsato somme elevate per l'acquisto di protesi che non sarebbero state necessarie. Quindi, si ritiene che probabilmente i citati dispositivi sarebbero stati utilizzati in misura sproporzionata e inappropriata rispetto alle esigenze cliniche e operative di reparto. 

Inoltre, nel corso dell'attività investigativa è stato possibile riscontrare che lo stesso specialista si sarebbe assentato con particolare frequenza dal posto di lavoro senza apparenti giustificazioni, anche al fine di effettuare attività di libera professione durante l'orario di servizio. Infine, il gip, su richiesta del pm inquirente, ha emesso anche un decreto di sequestro preventivo per equivalente pari alla somma di 4.264,99 euro nei confronti del medico cardiologo indagato. All'esecuzione dell'ordinanza cautelare odierna seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati.

L’Asl Brindisi, intanto, ha avviato un procedimento disciplinare interno. Il medico è  stato sospeso in forma cautelare dal servizio
 

Articolo aggiornato alle 18:51 (procedimento interno avviato dall'Asl)
 

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